La battaglia infinita tra cacciatori e ambientalisti segna stavolta un punto a favore del WWF. E un punto pesante, va riconosciuto. Con un’ordinanza depositata il 9 settembre 2016, il Tar dell’Abruzzo ha accolto il ricorso numero 390 dell’associazione sospendendo il calendario venatorio della Regione almeno fino al 28 settembre 2016. E impedendo di fatto l’apertura della stagione venatoria per cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, merlo, quaglia, fagiano, lepre comune e volpe.
Abruzzo, niente caccia almeno fino al 28 settembre
Il provvedimento di sospensione porta la firma di Antonio Amicuzzi, presidente del Tribunale Amministrativo: si tratta di un atto monocratico, assunto cioè da un solo giudice, per via “dell’estrema gravità e urgenza” che non avrebbe consentito il rinvio fino alla prossima camera di consiglio. Nel mezzo infatti c’è l’apertura alle otto specie citate; e il ricorso del WWF evidenziava possibili effetti irreversibili sulla fauna qualora la stagione avesse preso regolarmente il via. E nel mezzo c’è anche la posizione di Giunta D’Alfonso (PD), maggioranza e Consiglio regionale, che hanno assunto il provvedimento e però poi non si sono costituiti in giudizio, per difenderlo dal ricorso.
Nel dettaglio, i ricorrenti contestavano:
a. la caccia a beccaccino, pavoncella, moriglione, marzaiola, frullino, codone, mestolone, canapiglia, combattente, beccaccia, tortora e allodola;
b. l’apertura prima del 1° di ottobre a cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, merlo, quaglia, fagiano, lepre comune e volpe;
c. la data di chiusura della caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e colombaccio, apparentemente in contrasto con le indicazioni ISPRA;
d. l’assenza di un piano faunistico-venatorio, obbligatorio per legge ma non approvato addirittura negli ultimi nove anni.
Tutti e tre i capi del ricorso saranno ampiamente discussi nella camera di consiglio del 28 settembre 2016; ma, per evitare l’apertura di una stagione venatoria che, si dice, potrebbe condizionare la vita della fauna in maniera irreversibile, il presidente del Tar ha applicato il principio di precauzione e sospeso l’apertura della caccia nel mese di settembre.
Soddisfatto il WWF: ora controllare il rispetto della legalità
In una nota ripresa da abruzzoweb.it, il delegato regionale del WWF Luciano Di Tizio esulta per la sospensione del calendario, affermando che la pubblica amministrazione debba “occuparsi di tutela e gestione della fauna selvatica nell’interesse collettivo e non soltanto a favore della minoranza dei cacciatori: la fauna selvatica è un patrimonio collettivo e non un trastullo per pochi”.
Da Michele Pezone, l’avvocato che ha curato il ricorso, arriva l’auspicio di una “conferma definitiva del provvedimento e il pieno allineamento dei futuri calendari con le prescrizioni dell'Ispra, in modo da evitare il continuo ricorso alla magistratura per salvaguardare le esigenze di tutela della fauna selvatica”.
E il WWF è pronto anche ad agire nel concreto: Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle guardie ambientali dell’associazione, ribadisce l’importanza di “far rispettare quanto disposto dai giudici del Tar. Almeno a settembre non si potrà andare a caccia. L'azzeramento delle Polizie Provinciali, che si occupavano in maniera specializzata della vigilanza venatoria, rende più difficili i controlli, ma occorrerà accentuare gli sforzi delle altre forze di polizia, a cominciare dal Corpo Forestale e delle guardie volontarie, perché venga imposto ovunque in Abruzzo il rispetto della legalità”.
E stavolta non ci sono controricorsi o richieste di sospensiva che tengano. Fino al 28 settembre la partita è chiusa. Ed è chiusa anche la caccia.