La caccia nella storia. Stupinigi, un gioiello rococò dedicato a Diana

Il visitatore viene accolto all’inizio del percorso museale, che inizia nella settecentesca Scuderia juvarriana, dalla scultura originale del cervo di Francesco Ladatte. Posta in origine sul tetto della Palazzina, oggi è stata sostituita sulla cupola da una copia.

Torino con i suoi palazzoni ottocenteschi e la sua moderna archeologia industriale si trova a poca distanza, essendo Nichelino a tutti gli effetti parte della sua periferia sud-occidentale. Eppure quando si oltrepassano i cancelli della Palazzina di Caccia di Stupinigi si entra in un'altra dimensione, in cui il tempo sembra essersi fermato alle sfarzose feste di corte ma soprattutto alle cacce reali che si tenevano all’interno della sua estesa tenuta. Qui tutto parla di attività venatoria! Dai numerosi quadri e dagli affreschi e stucchi dorati delle volte dei vasti saloni al mobilio delle stanze private. Stupinigi è una continua e barocca celebrazione della caccia: la narrazione di antichi miti classici legati a Diana e a cacciatori si alterna, nelle raffigurazioni, a quella delle imprese venatorie dei membri di Casa Savoia. 

Una suggestiva immagine del cortile esterno al tramonto.

Qui veniva praticata la vènerie, ossia la caccia a cavallo con cani da seguita al cervo. Il complesso cerimoniale prevedeva diverse fasi o “funzioni”, ognuna delle quali era comunicata all’equipaggio dei cavalieri che seguivano la caccia da una specifica musica del corno da caccia. Fu Vittorio Amedeo II di Savoia  a immaginare tutto questo, quando affidò nel 1729 all’estro di Filippo Juvarra, architetto di corte già impiegato per la ristrutturazione della seicentesca Reggia di Venaria Reale, la trasformazione di una precedente struttura fortilizia presente a Stupinigi, in regale residenza di caccia. Inaugurata, anche se ancora non terminata, in occasione della Festa di Sant'Uberto, patrono dei cacciatori, il 3 novembre del 1731, da allora la struttura ha ospitato nel tempo diverse cacce e feste. La bellezza della Palazzina e la preziosità dei suoi arredi interni hanno trovato definitiva consacrazione quando nel 1997 il complesso è stato proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme alle altre Residenze Reali Sabaude. 

Il Salone centrale di pianta ellittica, cuore della Palazzina, è ricco di affreschi e stucchi che esaltano la caccia e i suoi protagonisti.

A rimarcare ancora una volta la vocazione venatoria di Stupinigi e il fatto che a differenza di altre residenze Savoia, come la Venaria e Moncalieri, essa non fosse usata almeno inizialmente, come soggiorno se non per brevi periodi di tempo, due o tre giorni al massimo, il tempo necessario appunto per svolgere le battute di caccia, è la mancanza della figura di un governatore fisso, presente invece nelle altre residenze. Tale ruolo veniva svolto dal secondo del Governatore di Venaria (Gran Cacciatore di Savoia), ossia il comandante dell’equipaggio di caccia di stanza a Venaria, che durante le attività venatorie  a Stupinigi si spostava al completo nella Palazzina per l’assistenza ai “nobili cacciatori”. Ma addentriamoci anche noi nelle stanze e nei saloni di Stupinigi venendo rapiti dal mirabile racconto iconografico di cacce e trofei venatori…..

Quadri e affreschi di natura venatoria
Quadri e affreschi di natura venatoria
Quadri e affreschi di natura venatoria

VIDEO: le meraviglie di Stupinigi

L’Ordine Mauriziano: sotto l’egida delle croci bianco-verdi

Particolare degli affreschi della Sala da gioco.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi è odiernamente posta sotto la tutela amministrativa della Fondazione Ordine Mauriziano, ente governativo che è erede del patrimonio dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,  ordine cavalleresco e assistenzialistico fondato nel 1573 da Emanuele Filiberto duca di Savoia con la fusione dell’Ordine Religioso di San Maurizio con l’Ordine per l’assistenza ai Lebbrosi di San Lazzaro, il cui simbolo era costituito da due croci sovrapposte: quella verde di San Lazzaro e quella bianca di San Maurizio. 

La palazzina fu edificata proprio sui terreni della prima donazione fatta da Emanuele Filiberto all'Ordine.La Fondazione Ordine Mauriziano  amministra anchela Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, l’Abbazia Santa Maria di Staffarda, l’ Archivio storico a Torino.

Per approfondimenti: www.ordinemauriziano.it

La tenuta di caccia e le cacce reali

Nella Sala degli scudieri sono ben rappresentate dalle tele di Vittorio Amedeo Cignaroli  le  fasi principali della vènerie (fare il bosco, partenza, etc..) che era il tipo di caccia al cervo in movimento che si praticava a Stupinigi. 

Nel complesso di Stupinigi due sono gli spazi verdi presenti, uno è il giardino (ad oggi chiuso al pubblico) contenuto dalle mura di cinta, uno spazio aulico organizzato su disegni geometrici e realizzato nel 1740 su progetto di Michel Benard, direttore dei Reali Giardini. Ben più vasto è invece lo spazio esterno alla cinta muraria, che costituiva la vera tenuta di caccia (oggi Parco Naturale di Stupinigi) e che si estendeva per ben 1700 ettari, abbracciando quei terreni e quei boschi inglobati oggi nei comuni di Nichelino, Orbassano e Candiolo. 

Proprio in questa vasta area si tenevano le cacce reali con l’impiego di di un gran numero cani da seguita per i quali fu costruito l’attiguo grande canile a forma di croce di sant’Andrea. L’azione di caccia era seguita da un gran numero di cavalieri, ma anche dalle dame, in portantina, come testimoniato con dovizia di particolari da affreschi e quadri all’interno della Palazzina. Il rituale seguiva una precisa sequenza ed ogni attore si doveva attenere secondo il proprio rango e il proprio prestigio. 

Venaria e Stupinigi sono esempi unici in Europa di cicli di caccia raffigurati in maniera così completa

Il significato della vènerie in età barocca (XVII-XVIII s.), praticata in Francia e alla corte sabauda, ma anche presso le altre corti d’Europa, non si limitava alla mera azione di di caccia, era un vero e proprio manifesto del potere regio e della sua magnificenza, ma anche un modo per allenare il giovane principe ereditario alle fatiche di una giornata a cavallo e alla guerra, a conoscere il territorio, guadi e passaggi, un’occasione per rendere visibile il sovrano alla popolazione ed elemento di sociabilità per l’aristocrazia che avrebbe seguito la dinastia in tempo di pace e di guerra. In questo territorio, che tuttora  è riccamente popolato da almeno  95 specie di uccelli tra i quali il nibbio bruno, il falco pellegrino, l’averla piccola e il picchio nero (29 invece sono le specie di mammiferi censite tra cui il capriolo), ancora oggi sembra di udire in lontananza risuonare il corno da caccia che con la sua musica fa rivivere il paesaggio sonoro e lo spirito del luogo. 

Dal 1996 l’Equipaggio della Regia Venaria, formazione musicale di corni da caccia in tenuta di vènerie con i colori sabaudi, scarlatto e bleu du roi, offre spettacoli per il pubblico e grandi concerti per corno. L’Equipaggio è stato creato nel 1996 dall’Accademia di Sant’Uberto (Onlus), associazione culturale che si occupa dei loisirs di corte. Tra questi la pratica venatoria, per il suo valore simbolico, era certamente il più significativo.

Prossimamente (20-21 febbraio) alla Reggia di Venaria si terranno, organizzati dall’Accademia di Sant’Uberto, un convegno e un concerto che avranno come protagonista il corno da caccia.

Per informazioni www.accademiadisantuberto.it

Scaletta Convegno Il corno da caccia
Scaletta Convegno Il corno da caccia 2
Programma concerto 21/02/2020
Programma concerto 21/02/2020

Si ringraziano per la disponibilità e la preziosa consulenza storica la Dott.ssa Marta Fusi, Resp. Pubblica Fruizione Fondazione Ordine Mauriziano e l’Ing. Giorgio Marinello, Vicepresidente vicario dell’Accademia di Sant’Uberto.