In Italia negli ultimi 30 anni la presenza di specie aliene è aumentata a dismisura secondo i dati raccolti da Ispra e Legambiente, che lanciano l’allarme su come specie quali il gambero rosso americano, lo scoiattolo grigio, la tartaruga palustre americana, la nutria etc…, sfuggiti dagli allevamenti o venduti come animali da compagnia e poi abbandonati, stiano in Europa e in Italia creando dei seri danni alla fauna autoctona. Grazie alla Strategia Europea sulla biodiversità e all'approvazione del Regolamento da parte del Parlamento Ue, che prevede per i paesi membri accurate disposizioni per ridurre il numero delle specie aliene invasive e scongiurarne altre immissioni, anche nel nostro Paese qualcosa si è mosso; per esempio la recente esclusione della nutria dal novero delle specie selvatiche protette.
Ma non basta, come asserisce Piero Genovesi, responsabile del servizio consulenza di Ispra e project manager che evidenzia come: “Il problema dell’introduzione intenzionale o inconsapevole delle specie aliene riguarda moltissimi settori della società, dai pescatori ai cacciatori, dai vivaisti ai professionisti in campo agricolo e forestale. Per questo occorre promuovere la partecipazione attiva della popolazione nelle attività di risposta alle specie invasive, incoraggiando comportamenti responsabili che riducano il rischio di ulteriori introduzioni indesiderate. Occorre informare di più e meglio i cittadini, perché solo così è possibile ridurre i rilasci in natura di animali e piante invasive e perché senza una consapevolezza del problema è difficile comprendere la necessità degli interventi di controllo finalizzati al recupero degli equilibri naturali”.
Da parte sua la presidente di Legambiente Rossella Muroni ha sottolineato
come:“L’obiettivo è quello di togliere ‘mercato’ alle specie aliene che vengono introdotte a fini commerciali e per fare ciò occorrono più informazione e maggior consapevolezza. E’ fondamentale che le persone sappiano che anche un acquisto incauto può contribuire ad aggravare il fenomeno della perdita di biodiversità, all’alterazione degli equilibri ecosistemici e sanitari. Per questo il progetto Life Asap ci vedrà impegnati in tante attività di informazione nelle scuole e nei parchi, ma anche negli aeroporti e negli zoo, senza tralasciare le amministrazioni pubbliche e gli enti attivi nel trasporto e controllo delle merci”.