Le motivazioni alla base di tale scelta rispondo ad una logica di buon senso e di corretta gestione del patrimonio faunistico della Regione nel quale, negli ultimi cinque anni, i danni alle colture causati da queste specie ammonterebbe a più di un milione di euro. Il numero dei capi previsti per l’abbattimento selettivo è di 469.
Ovviamente, come è legittimo che sia, il prelievo di selezione, lo dice la parola stessa, non prevede un abbattimento indiscriminato degli esemplari, essendo invece la caccia di selezione una attività ragionata, ed in cui la scelta dei capi da abbattere risponde ai dati che provengono da attenti studi di settore.
Attualmente il prelievo del Cervo è stato autorizzato solo nei comprensori 1 e 2 individuati dal Piano Faunistico venatorio e ricompresi quindi negli ATC di Avezzano, Sulmona, Subequano, l’Aquila e Barisciano.
La stagione inizierà il 14 ottobre e terminerà il 15 di marzo. Il tasso di prelievo, secondo i dati, è fissato al 10% della consistenza minima accertata.
“Negli ultimi anni i danni causati dai cervi hanno superato in molte zone interne i danni alle colture causate dai cinghiali. Addirittura dai dati sul monitoraggio delle popolazioni dei cervidi in Abruzzo emerge la presenza di un numero di capi più del doppio rispetto a quello del 2018 in termini assoluti, costringendo operatori del settore e associazioni agricole a chiedere sempre più insistentemente alla Regione Abruzzo una presa di posizione chiara per contrastare il problema”. Sono queste le parole del Vicepresidente Emanuele Imprudente, a margine della seduta di giunta per l’approvazione del Calendario Venatorio regionale 2024-2025.
L'espansione della popolazione di cervi in Abruzzo ha generato un grave problema: oltre 895.000 euro di danni alle colture negli ultimi cinque anni e un aumento significativo degli incidenti stradali, con oltre 800 segnalazioni. Questa situazione richiede interventi urgenti per proteggere sia l'agricoltura che la sicurezza dei cittadini.
Dopo anni di studi approfonditi e in seguito al parere favorevole degli esperti dell'ISPRA, è emersa l'urgente necessità di intervenire sul numero crescente di cervi in alcune zone dell'Abruzzo. La sovrappopolazione di questa specie sta creando squilibri nell'ecosistema e causando danni significativi, rendendo indispensabile un'azione di contenimento.
“Tale attività si rende necessaria nel momento in cui non è più garantito spontaneamente (naturalmente) il rispetto del principio della conservazione della specie all’interno delle naturali catene trofiche – spiega il Vicepresidente Imprudente - e l’obiettivo è la gestione della fauna presente nell’ecosistema entro livelli di equilibrio compatibili con le altre componenti biologiche ed antropiche. Come importante effetto “secondario”, riequilibrando la popolazione, si produce una maggiore capacità di contrasto ai danni alle colture e al rischio dell’incolumità personale dovuta agli incidenti stradali”.