Questa volta è andata bene, ma sarà così anche la prossima? In Italia è in atto ormai da anni una vera e propria guerra ideologica contro la caccia e soprattutto contro il mondo che circonda e sostiene i seguaci di Diana. Questo accade perché siamo di fronte a una politica inconsistente fatta di persone completamente avulse dalla realtà del nostro bel paese. Una politica miope che preferisce dare voce e risalto a sparuti gruppi di pseudo animalisti e ambientalisti il tutto per mera opportunità politica, sottraendo inutilmente e molto spesso, tempo e denaro che potrebbero essere utilizzati per fini più nobili e sicuramente più importanti come il mantenimento dei livelli occupazionali ed in senso più generale, dell’economia fatta non solo con il contributo delle grandi imprese (che tra l’altro i nostri governanti stanno svendendo a Stati stranieri ), ma anche di micro economia.
L' universo economico che gira attorno alla caccia
Non tutti si rendono conto di quanto il mondo della caccia riesce a produrre in termini di acquisti e conseguente occupazione. Parliamo di una attività perfettamente legale, disciplinata da norme tra le più rigide come giusto che sia quando vi è detenzione e maneggio delle armi. Il primo contributo alle casse erariali avviene tramite il pagamento delle concessioni e da diversi anni anche degli ATC in particolare quelli fuori Regione. Si va avanti con tutto ciò che attiene alle attrezzature e pertanto abbigliamento, scarpe, fucili, cartucce ecc.
Si prosegue ancora con tutte quelle spese correlate ai nostri amici a quattro zampe quindi alimentazione, cure veterinarie, senza contare quanto sia importante avere uno o più cani in casa e la funzione positiva che questi svolgono nei rapporti famigliari e con i bambini in particolare.
Ci sono caselli autostradali da pagare, pernottamenti, colazioni, pranzi e cene insomma volendo essere ancora più esaustivi, l’elenco sarebbe certamente più corposo e questo per far capire a chi ancora e ostinatamente non lo capisce (mi rivolgo ovviamente ai politici nani..), che la caccia oltre che un diritto per chi la volesse esercitare, rappresenta anche un importante contributo all’economia e come tale andrebbe tutelata e semmai valorizzata per quelle che sono le sue potenzialità.
In questo contesto e per ultimo ma non meno importante, va evidenziato il ruolo fondamentale che la caccia adeguatamente utilizzata, potrebbe svolgere in quelle situazioni di degrado laddove specialmente gli ungulati ma anche le volpi, diventano loro malgrado una alterazione nell’ecosistema, assumendo un ruolo da nocivo se non addirittura di serio pericolo.
Abito a Roma e mi riferisco al serio problema dei cinghiali. Porto questo come esempio ma anche quella che potrebbe/dovrebbe essere la soluzione direi unica dell’emergenza.
La caccia e la corretta gestione del territorio
Si chiama attenta e scrupolosa gestione del territorio, fatta da persone abilitate (selecontrollori) sempre attive in un sistema coordinato e pronte a intervenire allorquando vengono segnalate situazioni di rischio e questo fino all’avvenuta normalizzazione. Il resto è pianificazione di routine tenuto conto che Roma al suo interno quindi entro il raccordo anulare, possiede ampie zone verdi interdette alla caccia ma collegate con dei veri e propri corridoi, al contesto esterno ed è proprio su questi corridoi che a mio parere si dovrebbero concentrare le azioni di contenimento.
Qualcuno potrebbe dire che queste azioni ci sono già. A tutti vorrei ricordare che ad esempio nel Lazio, solo da pochi anni si stanno facendo i corsi e gli esami da selecontrollori ma anche che questi incontrano diversi problemi perché, inutile negarlo, se dappertutto il disagio dei cacciatori è abbastanza diffuso, a Roma lo è in maniera esponenziale per diversi motivi che magari possono essere affrontati in seguito.
Un appello ai politici: parliamo insieme di caccia
Cari politici, fatela finita di dare sponda a piccoli gruppi inconsistenti (ballerine), pensate invece al Mondo Caccia come a una risorsa per l’economia e la sicurezza del paese. Coinvolgeteci per quelle che da sempre sono le nostre competenze sul territorio e soprattutto una volta per tutte, impedite che a cicli regolari e con artifizi burocratici, si presentino nuovi Referendum regolarmente bocciati oppure non accolti per vizi procedurali ecc. magari camuffati sotto mentite spoglie…
L’Italia oggi più che mai ha necessità di uno sforzo comune e noi ci sentiamo pronti per dare un importante contributo.
Ai cacciatori dico di essere sempre degni delle tradizioni e portatori di una etica che non può mai essere declassata ad acqua fresca. Chi ci osteggia sfrutta anche le nostre debolezze ed i nostri errori quindi evitiamo sempre atteggiamenti che possano essere strumentalizzati all’occorrenza.
Parliamo della caccia e di caccia anche ai nostri amici che non la conoscono ma che rischiano di essere influenzati da false informazioni. Invitiamoli a passare con noi una bella serata pasteggiando a base di selvaggina sapientemente cucinata. Facciamo capire loro che non siamo dei trogloditi che si divertono ad ammazzare poveri animali indifesi ma che nel nostro mondo e quindi condividendo la stessa passione, ci sono anche persone di una certa caratura come il calciatore Roberto Baggio e tanti altri personaggi di assoluta cultura segno evidente che la correlazione cacciatore/uomo rozzo, non regge assolutamente.
Chiudo con un mio personale auspicio. La Caccia non può e non deve finire mai. Sicuramente cambierà e su questo dobbiamo essere pronti a dare un contributo adeguato ma senza mai rinunciare alle tradizioni venatorie tramandate da chi prima di noi ha goduto nell’esprimere la stessa passione anche se in maniera diversa. Proviamo noi stessi a tramandare l’ars venandi a figli e nipoti insegnando loro con semplici esempi, che l’abbattimento della selvaggina è solo una piccola parte nel contesto. Alla preda gli si dà la giusta dignità rendendola un piatto prelibato, assolutamente sano e privo di OGM, antibiotici e schifezze varie che purtroppo oggi contaminano la maggior parte degli alimenti.
Viva la caccia!