Vita di Luigi Ugolini
Luigi Ugolini nato a Firenze il 25 giugno 1891 e morto nella stessa città il 22 giugno 1980 è stato scrittore, poeta e giornalista di cui troviamo le principali opere tradotte in molte lingue europee. Discendente di una antica famiglia nobile dell'aretino Ugolini ha lasciato alla letteratura venatoria scritti indimenticabili che in pieno stile romantico descrivono il legame fra l’uomo cacciatore e la natura di cui è parte integrante. In questa celebre opera l’autore, che usa lo pseudonimo di Giulio d’Albenga, narra le imprese clandestine e più in generale le vicende della vita avventurosa di Musoduro, un bracconiere toscano a suo modo poetico, sicuramente romantico e ribelle. Musoduro è un uomo semplice custode dei valori e delle usanze della vita rurale del tempo, siamo ai primi del '900. Uomo scaltro e abilissimo nella caccia, esperto conoscitore dei selvatici e della Maremma che li ospita. Tipicamente toscano, è non solo l’ambiente ma anche lo stile della narrazione che ricorda nei vari episodi le novelle del Boccaccio, incalzante il ritmo e goliardico il tono, che spinge spesso il lettore verso il sorriso senza mai cadere nel banale, anzi sono molti gli spunti di riflessione e le morali contenuti nel libro. I racconti sono sempre ispirati a fatti realmente accaduti di cui Luigi Ugolini è testimone.
VIDEO: Rubrica letteraria venatoria. Musoduro memorie d'un bracconiere di Luigi Ugolini
Musoduro di Luigi Ugolini
Le descrizioni sono spesso minuziose e lasciano spazio all’immaginazione del lettore. Musoduro è infatti un personaggio che stimola la fantasia e i sogni di chi legge, uomo libero che mai si arrenderà nella sua vita alle convenzioni e ai soprusi sociali. Come un segugio fiuta l’aria alla ricerca dei selvatici che quasi sempre caccia in zone proibite dalla legge, per poi fuggire inseguito dalle guardie. Musoduro si muove alternandosi nel ruolo di preda e predatore, ricercatore indomito del brivido e dell’avventura, ricercato dalla legge che mai riesce a rispettare, fino ad ammettere che è in questa eterna sfida la sua ragion di vita. Sono le difficoltà economiche infatti inizialmente a dettare la necessità di bracconare a questo semplice contadino che poi nel tempo riesce a migliorare la propria condizione economica ma senza ormai saper rinunciare al suo essere bracconiere ormai per vocazione, per forma mentis.
Ormai convinto della giustizia del suo ruolo e della sua vita secondo natura e non secondo la legge dettata dagli uomini e molto spesso dai ricchi del suo tempo, Musoduro cresce a propria immagine anche suo figlio cercando come ogni padre di trasmettere solo il buono delle tante vicissitudini trascorse. Non è infatti una vita semplice quella di quest’uomo che ha visto morire di stenti la propria moglie e che per sopravvivere ha dovuto abbandonare la propria terra d’origine per emigrare e lavorare in paesi lontani. Il ritorno alle origini sarà poi inevitabile come lo è per ogni vero selvatico legato al proprio habitat fuori dal quale non potrebbe sopravvivere. La lontananza non cambierà mai il bracconiere che Luigi Ugolini lascia parlare liberamente in queste pagine che traspirano libertà, natura e vita autentica.