Migratore di piccole dimensioni, scaltra quanto basta, sempre più difficile da scovare e assoluta dominatrice dei prati estesi e dei campi coltivati, è per questo che è stata eletta Regina delle Stoppie.
La Quaglia comune (Coturnix coturnix) è un uccello della famiglia dei fasianidi ed è presente in gran parte dei territori del cosiddetto vecchio mondo.
La troviamo in Europa centro-meridionale, in Africa e in Asia.
La sua migrazione avviene dal nord Europa verso il sud nel periodo di settembre, ma la migrazione può prolungarsi per tutto ottobre e a volte anche sino a novembre.
A differenza di altri uccelli migratori le quaglie, soprattutto nel primo loro viaggio, non si spostano tutte insieme, ma singolarmente decidendo quando è il momento propizio per portarsi verso le coste del mediterraneo dove solitamente si fermano per riposarsi; solo a questo punto si raggruppano attendendo le condizioni meteo più favorevoli per compiere una ulteriore grande traversata fino alle coste del Nord Africa.
La decisione di iniziare la migrazione non ha come punto di riferimento il solo clima, un ulteriore parametro è dettato dalla capacità di resistenza alle fatiche della traversata e quindi alla quantità di grasso accumulato durante l'estate.
Spesso la migrazione avviene subito prima o poco dopo una grossa perturbazione, elemento che prova la capacità del piccolo fasianide di interpretare al meglio le condizioni meteo, spesso di vitale importanza.
La quaglia, non è un grande volatore e asseconda il battito veloce delle sue piccole cercando di mantenersi a quote piuttosto basse così da sfruttare anche le più deboli correnti ascensionali per non affaticarsi troppo.
Sosteranno nei luoghi di svernamento fino a primavera quando compiono il tragitto inverso senza però obbligatoriamente rifare la stessa strada.
Si addensano sulle coste africane e col tempo ideale compiono la grande traversata sino ad arrivare nelle zone costiere dell'Europa del Sud dove si fermano per poi compiere brevi spostamenti erratici alla ricerca di campi di cereali dove pasturano tutta l'estate.
Si tratta di una grande pedinatrice dall'andatura veloce e spesso scomposta quasi come a dimenarsi.
Gli spostamenti a terra sono quindi repentini ma irregolari sia per i tempi interrotti da continue soste che per le direzioni che alterna più volte.
Usa quindi celarsi rannicchiandosi nei pressi di un riparo d'erba o di una minima depressione del terreno, se avverte il pericolo sovente si erge allungando il collo per poi dileguarsi in un volo repentino, non velocissimo e mai lungo, piuttosto ripetuto.
Sono tutte caratteristiche che fanno di questo magnifico selvatico un valido avversario per i cani più esperti e sicuramente un ottima palestra per i più giovani cuccioloni ancora alle prime armi.
Oggi il valore vero del selvatico si perde ogni volta che cade vittima del bracconaggio a causa dell'uso inqualificabile dei richiami elettronici che servono solo a fornire una immediata e facile macelleria a chi del lavoro dei cani poco si cura.
La concentrazione, sotto il suono del richiamo, di quaglie spesso credulone ha ridotto la caccia a questo selvatico ad una sorta di raccolta dei frutti più vicini, i più facili dove l'azione dei cani si riduce ad una cerca ristretta e quasi obbligata dalla consapevolezza di sapere a priori la probabile collocazione delle quaglie sul terreno.
In realtà la caccia alle quaglie è tutt'altra cosa.
Già da settembre recandosi nelle prime ore del mattino nei campi di stoppie e nei terreni incolti con una buona copertura erbosa, si sente il canto delle quaglie riuscendo a distinguere il richiamo più armonico e cadenzato del maschio dalla risposta più stridula e acuta della femmina.
Sarà quello un segnale utile a decidere di sganciare i cani ma assolutamente non un presupposto necessario.
Spesso non si sentirà nessun canto ma il cacciatore esperto sa che la quaglia lì "può starci", avrà considerato la presenza di corsi d'acqua, di stoppie alte a sufficienza e magari accompagnate da piccoli arbusti selvatici.
I cani sempre sganciati a vento, dovranno disegnare una cerca cauta, ampia e completa andando a scrutare anche le bordure, i canali di scolo e gli argini di ruscelli e laghetti.
Nelle prime ore del mattino ogni angolo del terreno è un luogo idoneo ma appena il sole comincia a scaldare la cerca deve concentrarsi più nel folto e nei pressi di ogni luogo umido utile.
Nelle giornate più afose e con poco vento può accadere che il cane adotti la strategia forse efficace ma deprecabile di cercare la quaglia con naso a terra.
In questo caso meglio agganciare il cane e magari aspettare un pò di vento, altrimenti sarà meglio andare a casa perchè in questi casi, se ripetuti, una strategia ci vuol poco a diventare un vizio.
Il lavoro attento dei Continentali è molte volte più efficace rispetto al più impetuoso spaziare degli Inglesi.
In ogni caso tutti i cani da ferma sono utili ad insediare la regina delle stoppie, i più efficaci si distingueranno però sul riporto o meglio sul recupero; le piccole dimensioni rendono difficile poter individuare a terra una quaglia abbattuta o peggio solo ferita. Il lavoro del cane si esige pertanto completo, più che in altri tipi di caccia.
Il tiro alla quaglia, pur non essendo scontato, non è particolarmente impegnativo. Il tipico volo teso senza cambio repentino di direzioni permette un tiro più cauto e preciso che bene si presta all'utilizzo dei calibri più piccoli che hanno anche il vantaggio di non rischiare di sciupare l'animale.
Un fucile a due colpi è più che sufficiente e 10 cartucce nel gilet bastano e avanzano per rispettare una caccia ad un animale la cui importanza e valore sono ancorati alla qualità di un selvatico vero e non alla quantità assolutamente irrilevante.