"È una delibera per noi strategica - ha dichiarato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - perché rimette il mondo agricolo al centro e ci dà la possibilità di ripristinare l'equilibrio. Solo quest'anno i danni subiti dai nostri agricoltori a causa della fauna selvatica ammontano a oltre 12 milioni di euro".
Il Piano prevede la partecipazione attiva degli agricoltori al contenimento della fauna selvatica, attraverso la formazione di un corpo di guardie volontarie e l'attuazione del Piano anche nelle aree parco.
Tra le misure previste ci sono interventi di controllo e selezione faunistica, con l'utilizzo di metodi selettivi e in deroga ai piani di prelievo ordinari, come la caccia in deroga e l'abbattimento controllato.
Le parole di Granieri
"È importante la possibilità del mondo agricolo di poter collaborare al contenimento - ha proseguito Granieri, presidente Coldiretti Lazio - di poter costituire un corpo di guardie volontario per coordinare i lavori, formare gli agricoltori e soprattutto l'attuazione del Piano anche nelle aree parco, dove il potere sostitutivo della regione esiste e chi non adotta la delibera potrà essere sostituito. Noi agricoltori dobbiamo poter produrre, perché siamo continuamente sotto attacco, così come la Dieta Mediterranea".
L'obiettivo del Piano è quello di ridurre la popolazione di cinghiali, stimata a oltre 250.000 unità nel Lazio, e ripristinare l'equilibrio ambientale e agricolo. Si stima che l'attuazione del Piano possa generare un risparmio di circa 50 milioni di euro l'anno per i danni alle colture e agli incidenti stradali.
Le criticità e le sfide future:
Nonostante l'approvazione del Piano, restano alcune criticità da affrontare. Alcune associazioni ambientaliste hanno espresso dubbi sull'impatto ambientale degli interventi di abbattimento, mentre altri sottolineano la necessità di una gestione trasparente e controllata del Piano e di un coinvolgimento attivo delle comunità locali.
La sfida principale sarà quella di attuare il Piano in modo efficace e sostenibile nel lungo periodo, trovando un equilibrio tra la tutela delle produzioni agricole, la sicurezza alimentare e la pubblica incolumità da un lato e la salvaguardia della biodiversità e degli equilibri ecologici dall'altro. Un dialogo aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti sarà fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo.