Il quadro generale della situazione
La Cabina di regia sulla Peste suina africana si è riunita in questi ultimi giorni, ed ha stabilito una chiara e definita politica di eradicazione del virus della PSA su tutto il territorio nazionale, con particolare riguardo anche e soprattutto a quelle zone che maggiormente hanno risentito, o che potrebbero risentire, del problema. Prime fra tutti certamente l’Emilia Romagna, sul cui territorio sono presenti tra le maggiori aziende di produzione di carni derivanti da suini e che, se eventualmente colpite dalla PSA, porterebbero a conseguenze inimmaginabili a livello economico, con possibili influenze anche in altri settori del mercato.
Con la Cabina di regia, che si è riunita a Roma, si è deciso inoltre di attribuire una nuova, importante e peculiare competenza alla Protezione Civile, e cioè la competenza sulle malattie epidemiche del bestiame. Con questa importante novità, certamente, si configura un intervento di maggiore rilievo e, speriamo, di maggiore efficacia nella gestione di questo problema che ormai da quasi cinque anni attanaglia il comparto.
Emilia Romagna: esempio di impegno nella eradicazione del problema
Certamente la Regione Emilia Romagna, ad oggi, rappresenta uno degli esempi da seguire circa la gestione del problema della PSA.
A partire infatti dal primo caso di PSA in Italia, avvenuto nel 2022 in Piemonte, ha disposto sempre ingenti risorse per fronteggiare il problema.
Tra le scelte esemplari, quella dell’approvazione prima di tutto di un piano di contenimento e gestione del rischio e, successivamente, un vero e proprio piano di eradicazione della PSA, con il qual si sono individuate quelle aree su cui sarà necessario procedere ad una vera e propria azione di depopolamento del cinghiale.
L’ultimo esempio certamente lodevole è quello della particolare attenzione alla biosucurezza negli allevamenti, con l’aumento del personale veterinario disposto ad effettuare controlli su tutti gli allevamenti.
Azioni di depopolamento e finanziamenti per effettuarli
Vediamo adesso un altro aspetto fondamentale relativo alle scelte politiche dell’Emilia Romagna, nell’ottica del de popolamento della specie cinghiale.
Dopo che è stato approvato il Piano di controllo della specie, e dopo che sono stati individuate le aree maggiormente critiche, la Regione ha predisposto due bandi che saranno a giorni operativi, nell’ottica di finanziare ulteriormente le azioni di abbattimento del cinghiale. Gli abbattimenti di cui si menziona nei bandi riguardano sia azioni di abbattimento tramite lo sparo, sia l’abbattimento dopo la cattura con trappole.
Un terzo bando, che attualmente risulta ancora in fase di definizione, permetterebbe l’uso dell’intera somma di due milioni di euro, che la stessa Regione ha messo a disposizione lo scorso anno per le polizie provinciali.
Per l’anno 2024 sono stati messi a disposizione ben 900mila euro, per la realizzazione di un piano di controllo faunistico e di gestione del cinghiale. Questi 900mila euro andranno ad essere sommati ai già 4,8 milioni che la Regione trasferisce annualmente a tutte le Province per la gestione del patrimonio faunistico,
A partire dal 2024 è prevista la possibilità di rendicontazione a capo abbattuto (130 euro) e la possibilità per le polizie provinciali di convenzionarsi con enti esterni tra cui gli ambiti territoriali di caccia (fonte: Regione Emilia Romagna).