Nasce il 13 luglio 2022 l’associazione AB - Agrivenatoria Biodiversitalia, che riunendo numerose aziende agrivenatorie del Paese, si presenta come un’ alleanza tra il mondo agricolo e mondo venatorio. L’iniziativa ha visto protagoniste Coldiretti ed il CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), che hanno ufficializzato la loro intesa a Palazzo Rospigliosi a Roma. “Si tratta di una realtà, va ribadito chiaramente, che non si pone l’obiettivo di creare nuove riserve né quello di sostituirsi alle associazioni venatorie riconosciute - ha dichiarato il Presidente di CNCN, Maurizio Zipponi - Siamo infatti convinti che oggi ci sia un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni che deve essere colmata da un soggetto come Coldiretti, che sappia dare assistenza e valore aggiunto ad un settore strategico per il Paese.
Tengo a ribadire in modo chiaro che per il CNCN l’art. 842 è e resta una pietra basilare sulla quale è fondata la caccia sociale e popolare che contraddistingue l’attività venatoria italiana. Comprendo che il periodo del tesseramento, unito al grande caldo ed alla minaccia della peste suina nei confronti della prossima stagione venatoria, tendano a far perdere di vista gli obiettivi a lungo termine e finiscano per strumentalizzare ingiustamente tale nobile iniziativa, ma ritengo necessario guardare avanti con fare costruttivo.
Credo fortemente, infatti, nell’importanza strategica di tale nuovo soggetto, che potrà essere di grande utilità all’intero comparto venatorio: tale nuova alleanza – ha concluso Zipponi - sarà fondamentale per affrontare le numerose sfide che a vario titolo minacciano un settore strategico per il Made in Italy che, dalle stalle alla tavola, occupa 100mila persone, generando economia per il Paese”. Il CNCN si dichiara convinto sostenitore di un sistema normativo che prevede l’attività venatoria accessibile a tutti e che sia basato sull’art. 842 del codice civile, mai messo in discussione, come confermato ufficialmente nelle ultime riunioni della cabina di regia venatoria. CNCN ritiene che il patrimonio ambientale e faunistico composto da centinaia di imprese faunistico venatorie che coprono il 14% del territorio agro silvo pastorale italiano vada adeguatamente valorizzato, anche in un’ottica di consolidamento del rapporto tra mondo agricolo e venatorio, che più volte è stato auspicato e che trova oggi in questa associazione rappresentanza.
È stato proprio il rapporto della nuova associazione con l’articolo .842 del codice civile a generare dubbi e dissensi in merito, giudicata dalle prime battute da Arcicaccia un’associazione dei riservisti volta a privatizzare la caccia e di fatto abrogare l’articolo 842. Federcaccia e la Fondazione Una hanno accolto invece come un buon auspicio le iniziative di collaborazione fra mondo agricolo e venatorio da parte di AB dimostrandosi pronte alla collaborazione e ribadendo l’importanza del valore economico e strategico dell’iniziativa. Attenta osservatrice dei fatti si è invece dichiarata Libera Caccia, attualmente neutrale ma pronta ad intervenire ed opporsi qualora venisse messa in discussione la natura sociale della caccia e la figura del cacciatore attivo sul territorio libero.
Al di là delle diverse posizioni assunte dalle associazioni un dato oggettivo emerge e va sottolineato; la collaborazione fra mondo agricolo e venatorio, la riqualificazione del territorio sono intenti e doveri gestionali da rispettare già presenti nella legge quadro sulla caccia 157/ 92 dove in diversi articoli come il 14 sulla gestione programmata si leggono chiaramente gli obiettivi di ricostituzione faunistica ottimale, interventi di miglioramento degli habitat e collaborazione degli organi di gestione con i conduttori dei fondi rustici per differenziazione delle colture, coltivazione di siepi, ripristino zone umide e molto altro. Fra le tante realtà associative presenti e spesso discordi difficile per i cacciatori capire perchè sia stato e sia ancora così difficile trovare una comunione di intenti al fine di garantire un ambiente e un futuro a chi nutre questa passione per la natura e la libertà. Forse meno bandiere e sigle, più concretezza e impegno sul territorio per rappresentare la passione disinteressata dei cacciatori sarebbero stati utili a difenderne l'immagine e l'operato agli occhi del mondo esterno che sembra non averne consapevolezza. Ci auguriamo che la nuova associazione AB possa essere un nuovo punto di vista e di incontro per continuare un cammino difficile verso una meta che da decenni i cacciatori vedono lontana e attendono come un sogno più simile ad una chimera.