Purtroppo, se da un lato il progresso ha fatto sì che le zone umide venissero bonificate per ovviare ai pericoli di natura sanitaria, come febbre e malaria, d’altro canto l’agricoltura moderna ha fatto perdere per sempre attraverso la coltivazione intensiva le diverse zone umide, come stagni, laghi, litorali, baie, foci, pascoli e paludi torbose. Da qui ne deriva la scomparsa degli ambienti idonei per la riproduzione e per la caccia delle specie acquatiche, avendo notevoli ripercussioni sulle riserve d’acqua del sottosuolo e sul clima, oltre che sul valore ricreativo e bucolico del paesaggio.
Conoscemmo Guido per puro caso, essendo amanti di questa poetica ed affascinante forma di caccia ci mettemmo alla ricerca di un chiaro dove poter praticare la caccia da appostamento fisso agli acquatici, in particolar modo agli anatidi, specie di cui siamo particolarmente stregati; così cercando qualche informazione sul web, ci imbattemmo sul chiaro di San Leopoldo di cui Guido è il proprietario e gestore. Nacque sin da subito una bella simpatia; sarà perché i Toscani ci sono particolarmente simpatici per via del loro dialetto gioviale, ma soprattutto per la bella persona che avremmo avuto modo di conoscere in seguito.
Il fascino della caccia dal capanno a Marina di Grosseto
È l’8 Dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, e vista la mattinata libera dagli impegni lavorativi ci organizziamo con Alessandro per andare a trovare Guido presso il suo bellissimo chiaro a Marina di Grosseto. Il meteo sembra ideale per trascorrere una giornata di caccia agli anatidi, pioggia e vento incalzano incessantemente con temperature in ribasso, così incrociamo le dita e per le 3:00 del mattino ci mettiamo in viaggio verso il Grossetano. L’appuntamento è fissato per le 6:00; ed arrivati con largo anticipo attendiamo Guido e gli altri amici cacciatori. Pian piano arriveranno tutti, ed in un silenzio tombale ci si prepara, indossando stivaloni e giacche sotto una pioggia martellante e fredda.
Finalmente pronti, cingiamo gli schioppi e facciamo un velocissimo briefing con i ragazzi presenti per dividerci nei tre capanni confortevoli e mimetizzati presenti intorno al lago, costruiti appositamente per sfruttare i venti portanti che accompagnano gli anatidi durante il periodo del passo. Io andrò con Guido ed Alberigo mentre Ale andrà con Daniele, appassionato del Drahthaar, cane da ferma tedesco a pelo duro, con il quale al termine della mattinata, faremo un giro nelle allagate adiacenti al chiaro in cerca di qualche Beccaccino e rallide.
Arrivati al capanno centrale in sommo silenzio ci apprestiamo ad entrare, è buio pesto ed il mio sesto senso mi guida all’interno dell’appostamento fisso seguendo i rumori dei passi e dei movimenti dei miei compagni di caccia; Guido ed Alberigo aprono dolcemente le finestre con la speranza di trovare qualche anatra rimessa nei paraggi, ma nulla di fatto; così ci disponiamo comodi ed attendiamo l’alba con la speranza che il volo di qualche anatide possa scaldarci i cuori in quella fredda e umida mattina. Guido osserva con il suo binocolo gli spot di vegetazione all'interno del lago lasciati a “strisce” al fine di permettere alle anatre di muoversi e rifugiarsi. In lontananza nella penombra del mattino intravede un gruppetto di fischioni, mentre nella striscia di vegetazione di fronte a noi osserva un alzavola; così senza indugi impugno i miei due richiami, costruiti dal nostro amico Stefano di “SP Calls” e d’accordo con Guido simuliamo il cigolare delle alzavole. Che emozione ragazzi vedere il famigerato “tordo di padule”, che cade al richiamo ed incuriosito tende a venire al gioco verso di noi… Peccato che una schioppettata dalla parte opposta del nostro capanno farà deviare la nostra amica alzavola lasciandoci a bocca asciutta! Fortunatamente la fucilata non è stata vana poiché gli amici riusciranno a mettere nella cacciatora un altro esemplare di alzavola, anch’essa rimessa nei paraggi del canneto. La mattinata trascorrerà in genuina compagnia, tra un caffè, una fetta di crostata ed il volo smagliante dei chiurli maggiori, avocette, volpoche, piro piro boschereccio e pantane, sinonimo di una forte biodiversità che potemmo solamente ammirare.
Il chiaro di San Leopoldo, un ecosistema fondamentale
Il chiaro (in gergo è un piccolo lago artificiale) fu ideato e costruito dal Nonno di Guido negli anni ’70, prelevando l’acqua attraverso le ture dall’Emissario San Leopoldo, situato a sud della riserva naturale Diaccia Botrona. Le essenze vegetali presenti sono quelle tipiche della zona, come il Falasco e la Salicornia di cui le anatre si nutrono ed i canneti dove possono trovare riparo. Negli ultimi anni Guido, grazie alle sue competenze professionali di dottore agronomo e tecnico faunistico fece dei lavori al fine di mantenere un livello unico per i cinque ettari della superficie, affinché si potesse riprodurre in maniera fedele un ambiente naturale. Ricordiamo sempre che la caccia è uno strumento per la conservazione e la promozione della biodiversità, basato sul principio dell'equilibrio tra le popolazioni selvatiche e il biotopo; la caccia moderna è sostenibile: tiene conto delle esigenze ecologiche, sociali ed economiche e viene pianificata ed esercitata in base a criteri scientifici, come la gestione della fauna selvatica. A ragion del vero lo stesso Guido è un censitore dell’ISPRA, il quale trascorre gran parte del suo tempo ad osservare, studiare e comprendere il comportamento della fauna selvatica; contribuendo ad un monitoraggio sistematico delle specie. Ricordiamo inoltre che ha partecipato all'International Waterbird Census, ovvero un programma di monitoraggio al fine di raccogliere informazioni sul numero di uccelli acquatici nelle zone umide. Gli ecosistemi acquatici svolgono un ruolo significativo nella stabilizzazione delle emissioni di gas serra e nel mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Le aree di acque interne non correnti, le sorgenti e i laghi di alta quota sono tra i maggiori serbatoi di biodiversità.
Un ringraziamento a Guido per averci fatto vivere questa esperienza fantastica e agli amici del chiaro di San Leopoldo!