Video: la starna ed il suo ritorno, un'impresa possibile

La starna ha intriso le più belle pagine della letteratura venatoria del '900; di lei hanno scritto, sognato e fatto sognare tra i più autorevoli autori e cacciatori amanti della cinofilia come Piero Pieroni, Luigi Ugolini e molti altri. 

Nelle narrazioni di epiche giornate di caccia si faceva prepotentemente sentire già il senso della nostalgia di un cammino senza ritorno destinato alla fine di questo splendido selvatico e del mondo rurale a cui era indissolubilmente legato. 

Con l'avanzata inarrestabile del progresso, della tecnica e del relativo inquinamento, l'ambiente non è stato più capace di accogliere e sostenere le brigate di starne che un tempo popolavano la Penisola dal nord al sud. 

Il consumismo, anche nella caccia, ha fatto sì che alla qualità si sostituisse la quantità a buon mercato come valore universale. Da qui, ad ottenere ripopolamenti di soggetti allevati che potessero soddisfare i tanti che non volevano rinunciare a cacciare qualcosa di simile alle starne il passo è stato breve ed inesorabile.

La starna: specie stanziale cacciabile

Starne nelle neve
La starna è un selvatico capace di adattarsi a diverse condizioni, ma è imprescindibile la presenza di un ambiente vario che possa offrirle cibo e riparo nel susserguirsi delle stagioni.

Prestandosi bene alla riproduzione in cattività, la starna, ovviamente non più autoctona, ha continuato e continua a far parte delle specie stanziali cacciabili. 

Puntualmente i ripopolamenti primaverili o estivi ricostituiscono le brigate perse durante il corso della stagione venatoria e assicurano la presenza di soggetti nel migliore dei casi ben ambientatisi nei terreni e capaci di concedere qualche piacevole giornata soprattutto nelle prime battute. 

In molti accettano di buon grado il compromesso della selvaggina allevata ed immessa sul territorio; molti altri rimpiangono un passato fatto di sfide con veri selvatici ed altri ancora, i più giovani che hanno soltanto goduto di racconti ed immaginazione, sognano di poterne vedere. 

Starna
Abbiamo avuto la possibilità di osservare alcune brigate di starne riuscite ad ambientarsi e riprodursi in natura in alcune zone collinari dell'Italia centrale.

Come rispondere allora a questi diversi desideri tutti dettati da motivazioni sicuramente valutabili? 

Ovviamente parlarne è il primo passo fondamentale, affinchè si faccia chiarezza soprattutto di intenti e si guardi con consapevolezza ed onestà alla realtà dei fatti. 

Noi di all4hunters, svolgendo il compito che il nostro lavoro ci chiama a svolgere, abbiamo documentato come oltre ad alcuni ceppi selvatici, rari ma ancora presenti in alcune zone d'Italia, anche starne immesse e ben ambientate possano dare ottimi risultati in termini di riproduzione in libertà. 

I fattori avversi ad un ritorno consistente di questi selvatici sul territorio, oltre alla massiccia presenza dei predatori, sono rappresentati dagli ambienti poco diversificati, caratterizzati da monocolture intensive e prive di pascoli e rifugi che possano offrire riparo e alimentazione alle brigate. 

La difficoltà ulteriore è quella di vedere ripristinarsi in natura le gerarchie necessarie all'interno dei branchi di questi selvatici per distribuirsi e riprodursi correttamente e spontaneamente sul territorio.

Il prelievo venatorio

Cane in ferma
Riuscire ad incrementare popolazioni di starne naturali equivarrebbe ad un'opportunità impareggiabile per la cinofilia; il ritorno di un patrimonio naturale, capace di selezionare grandi cani da ferma.

Non ultimo certamente, il prelievo venatorio che vede la decimazione delle popolazioni immesse e su cui si gioca una parte fondamentale del risultato finale. 

Occorre fare chiarezza, ammettendo il fatto che la pressione venatoria non può conciliarsi, almeno nelle prime fasi e fino al raccoglimento di dati consistenti, con un progetto di reintroduzione in vista del ritorno della starna selvatica. 

Si tratta di ammettere o meno la volontà di impegnarsi, anche con delle parziali rinunce, nel ripristino di un patrimonio naturale che potrebbe offrire grandi opportunità e soddisfazioni alla cinofilia che voglia distinguersi sulla qualità di selvatici veri con cui avere la possibilità di addestrare e misurare i nostri cani da ferma. 

Perchè il futuro appartiene già alle scelte del presente. Permettendoci di parafrasare il pensiero di un celebre statista italiano, possiamo sostenere che  se un politico è colui che pensa alle prossime elezioni mentre uno statista al benessere delle future generazioni ... Forse allo stesso modo, colui che va semplicemente a caccia pensa a ciò che può prelevare oggi, mentre un cacciatore ai selvatici che potrà incontrare anche domani.