A partire dai primi giorni di ottobre mentre le altre categorie “normali” di persone già rimpiangono i calori estivi ormai inesorabilmente persi e implorano pietà nei confronti dell'inverno che si prepara ad arrivare; loro, li vedi attoniti in un'altra dimensione, un po' più distratti e sognatori, sempre più incollati ai siti di previsioni meteo, pronti ad entusiasmarsi ai primi soffi di tramontana provenienti da nord.
Quelle fatidiche frecce disegnate nelle mappe satellitari che dai quadranti orientali puntano dritte verso di noi portano con loro oltre alle gelide correnti, tutte le attese e le emozioni che potrebbero essere paragonabili a quelle di un bambino a Natale!
È nei giorni precedenti agli eventi atmosferici che bisogna già essere pronti ad attendere e cercare nei luoghi vocati i selvatici in arrivo. Appunto ribadisco pronti, ma non soltanto a partire ed andare con cani e fucile alla ricerca e all'avventura, pronti a trascorrere anche mattinate nel freddo e nelle intemperie che se non adeguatamente affrontate possono tramutarsi da giornate fortunate tanto attese, a spiacevoli occasioni fallite.
Ricordo una mattina di qualche anno fa alle prime licenze quando la caccia era tutta passione ma poca esperienza ed organizzazione, negli ultimi giorni di dicembre partii un mattino gelido alla volta del fiume alla ricerca di qualche beccaccia che a causa della neve nelle colline circostanti avesse scelto le macchie scoperte lungo le sponde come rimessa.
Ho ancora nitido nella memoria il mio abbigliamento per la dolce amarezza dell' episodio: un maglione di lana ed un giaccone imbottito verde in doppio petto ed abbastanza lungo a cui ero molto affezionato, pantaloni impermeabili, la mia tipica coppola riversa stile basco ed un paio di comunissimi guanti in pile. La sensazione alla partenza era di essermi coperto a dovere, caldo nel mio abbigliamento mentre fuori tutto era gelido. Sembravo perfetto e pronto ad ogni avversità!
Dalle piante grondava la neve ormai disciolta ed il mio fedele giaccone inzuppato pesava quasi il doppio del normale sulle spalle, la stessa sorte toccava ai guanti in pile, tanto che decisi di toglierli direttamente per soffiare semplicemente di tanto in tanto sulle mani che erano diventate praticamente due legni insensibili.
Alla prima beccaccia che trovai buttai una fucilata goffa nel fitto della boscaglia che ovviamente non diede alcun risultato, ma la parte “migliore” venne pochi minuti dopo quando nel tentativo di ribatterla, affacciatomi dalla sponda sul letto del fiume misi in volo una coppia di germani fermi in quel punto.
Tre fucilate con pallini di media carica furono sufficienti soltanto a scarseggiare il maschio che si appoggiò un attimo poco lontano per poi ripartire mentre io tentavo invano di riarmare il fucile con le mani completamente intirizzite dal freddo che non riuscivano neanche a chiudere l'otturatore.
Che giornata nera pensai!
Il fatto è che da quando dopo quel giorno ho riposto quegli indumenti in un vecchio armadio come ricordo e monito, episodi del genere non si sono più successi.
Quindi il mio consiglio è di usare sempre abbigliamento e accessori fatti e pensati da aziende competenti esclusivamente per la caccia, adatti e non adattati all'uso come invece a volte capita.
Per quanto riguarda le caratteristiche principali da tenere in considerazione nella scelta direi al primo posto la leggerezza e l' elasticità dei capi, accompagnate anche dall'aderenza alle forme del nostro corpo e ovviamente l'impermeabilità.
L'imbottitura e la pesantezza del capo non sono assolutamente garanzie di calore e protezione, fondamentali sono i materiali di composizione; le moderne microfibre oltre ad essere aderenti sfruttando al massimo la nostra anatomia ed il nostro calore corporeo riescono anche a garantirci la massima capacità di movimento in ogni situazione oltre ad una elevata resistenza nella parte esterna. Uno dei migliori tessuti a disposizione nel nostro ambito è sicuramente il Gore-tex, tessuto sintetico dalle alte capacità impermeabili e traspiranti, costituito da politetrafluoroetilene microporoso.
Espanso termomeccanicamente è poi costituito da dieci membrane ciascuna delle quali presenta circa 9 miliardi di microscopici fori per pollice quadrato. Ciascun foro è circa 20.000 volte più piccolo di una goccia d'acqua, ma permette il passaggio del vapore acqueo prodotto dalla sudorazione umana, rendendo il tessuto traspirante. Impostare una fucilata su di una spalla libera è ben altra cosa rispetto a sentire il fucile come un corpo estraneo appoggiato sul giaccone, con tutte le conseguenze ovvie sulla veridicità della linea di mira e di tiro. Ugualmente fondamentale, anche per questioni di sicurezza è indossare un guanto che non ostruisca minimamente le operazioni di ricarica del fucile.
Aggiungerei da quella mia esperienza per la caccia invernale specialmente di valle, sotto ai pantaloni impermeabili di indossare aderenti calzamaglie in microfibra che limitino la percezione dell'umidità. Vestirsi insomma in maniera efficace badando di essere protetti validamente e non coperti eccessivamente. Perché nella nostra caccia forse più che in qualsiasi altra... le occasioni di oggi non saranno quelle di domani!!