Finalmente qualcosa si muove. Finalmente all’interno delle istituzioni c’è qualcuno che, provenendo dal mondo dei Cacciatori, cerca di salvaguardarne gli interessi in un contesto, quello italiano, dove la Caccia vive una crisi che ormai va avanti da anni. Una crisi dettata prima di tutto dalla profonda ignoranza (nel senso strettissimo del termine infatti ignoranza deriva dal latino ignorantia che significa letteralmente non conoscere alcune cose per non essersene mai occupati) tipica di alcuni rappresentanti e di politici che, all’interno delle istituzioni, non hanno saputo o non hanno voluto vedere come la Caccia sia rimasta indietro rispetto all’evoluzione del territorio e delle esigenze dello stesso. La Legge Quadro che regola la Caccia in Italia è infatti del 1992 e, come è ovvio che sia, è una legge sotto molti aspetti anacronistica, rimasta ancorata alle esigenze di un patrimonio faunistico e ad un territorio che negli anni ha subito profonde modifiche. Questo stato dei fatti ha portato il mondo venatorio a vivere quello stato di profondissima crisi sopra menzionato avendo, tra le conseguenze, un problema di particolare gravità: un tasso sempre più basso di ricambio generazionale. Non ci sono, ad oggi, incentivi per i giovani cacciatori fatta eccezione per la Regione Liguria che ha, da poco, approvato una legge regionale che esenta i neo cacciatori dalle tasse regionali per il primo anno di licenza. Speriamo, quindi, che il Legislatore chiamato ad intervenire sul mondo venatorio si preoccupi di proiettare la Caccia verso il futuro e di tutelare e ribadire il suo ruolo di strumento fondamentale di gestione di tutto il patrimonio agricolo, faunistico e naturale della nostra Nazione incentivando i giovani ad avvicinarsi al mondo della Caccia e a raccogliere questa importante eredità.
Per ragioni di convenienza espositiva (ahimè ce ne sarebbe davvero da scrivere per pagine e pagine) non continuiamo in questa sede nella analisi delle motivazioni che hanno ridotto la Caccia italiana a queste condizioni.
Concentriamoci invece sulla proposta di modifica alla 157/92 voluta dall’On. Maria Cristina Caretta assieme all’On. Lollobrigida e vediamone i punti più salienti. Alla fine dell’articolo sarà possibile scaricare il file della proposta di legge in formato pdf.
Gli articoli più importanti
Un primo interessante articolo concerne sicuramente la proposta di modificare quella che, ad oggi, è la disciplina di riferimento per la detenzione dei richiami vivi. Si sceglie infatti di ribadire la possibilità di catturare e detenere, ai fini di richiami vivi, tutte le specie cacciabili e non solo quelle attualmente previste dalla 157/92. Inoltre, viene tolto l’obbligo di detenzione dei richiami vivi con anello inamovibile sostituendolo con il documento di attestazione di provenienza rilasciato dalle provincie competenti.
L’art. 5 prevede invece la cancellazione dell’obbligo di scelta della forma di caccia in via esclusiva che impone al cacciatore di scegliere preventivamente quale forma di caccia esercitare in via esclusiva. Si riporta l’età minima per ottenere la licenza da 18 a 16 anni previa firma di assunzione di responsabilità da parte di chi esercita la patria potestà.
Per quanto riguarda la Caccia alla migratoria, si sancisce il diritto per ogni cacciatore a cacciare la selvaggina migratoria in tutti gli ATC della regione di residenza venatoria. Si inserisce inoltre un pacchetto di 30 giornate per ogni cacciatore nelle quali lo stesso potrà spostarsi su tutto il territorio nazionale al di fuori della regione di residenza venatoria esclusivamente per caccia alla migratoria.
Vengono, inoltre, eliminate le giornate di silenzio venatorio (martedì e venerdì) dato che l’Italia attualmente è l’unico Paese in cui è rimasta tale regola. Il cacciatore potrà scegliere 3 delle 7 giornate di caccia disponibili a settimana.
Vengono inserite nuove regole, più chiare, per la regolamentazione delle attività di vigilanza venatoria.
Si intende, inoltre, prolungare la giornata venatoria di un ora oltre il tramonto. Tale possibilità si estende anche alla caccia agli acquatici ed ai turdidi.
Si autorizza il trasporto delle armi, chiuse in custodia e scariche, sulle vie di comunicazione all’interno delle aree protette e dei parchi (cosa attualmente vietata dalla L. 394/91 sulle aree protette).
Si stabilisce che l’addestramento dei cani con sparo all’interno dei campi di addestramento appositamente autorizzati non è da considerarsi come attività venatoria e come tale, quindi, esercitabile anche al di fuori dei periodi consentiti per l’esercizio venatorio.
Quelli che abbiamo elencato sono solo alcuni degli articoli che compongono la proposta di modifica. Come anticipato sopra, ricordiamo che tale proposta dovrà essere sottoposta ad approvazione da parte del parlamento e quindi, certamente, subirà proposte di modifica ed emendamenti vari.