Incidenti di caccia: ecco i dati reali

“La stagione di caccia appena conclusa ha registrato purtroppo 15 morti dovuti all’attività venatoria. Su questo c’è bisogno di essere chiari e di non girare intorno alle parole pur se dolorose. Anche un solo morto sarà sempre troppo ma il dato va diffuso per quello che è e non artatamente gonfiato per creare allarme sociale, come fanno purtroppo da anni Associazione Vittime della Caccia e, soprattutto, Lega Abolizione Caccia”. È netta la presa di posizione del CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), che da anni porta avanti uno studio sugli incidenti di caccia, con analisi e iniziative per aumentare la sicurezza. In questo senso il dato della stagione 2013-2014 registra un calo del 40% delle vittime rispetto allo scorso anno, diminuzione negabile sono con artifici linguistici o di metodo.

LEGA ABOLIZIONE CACCIA - Il report “Di Caccia Si Muore”* della Lega Abolizione Caccia è reperibile online ed è aggiornato di giorno in giorno. Qualsiasi persona può andare sul sito e verificare che la quota di 56 morti “di caccia” è in realtà gonfiata colpevolmente con malori, infarti e scivolate accidentali. Ovvero cause del tutto estranee all’attività venatoria in quanto tale. Non ci sono scuse per chi diffonde questi dati senza specificare, visto l’errore di metodo teso semplicemente a creare allarme sociale.

http://www.abolizionecaccia.it/notizie/dicacciasimuore.html

ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA - L’AVC ha acquisito la consapevolezza che infarti e cadute non sono incidenti di caccia, tuttavia utilizza altri artifici – questa volta linguistici – per gonfiare le cifre del rapporto finale tenuto segreto fino alla diffusione agli inizi di febbraio. Parla di “vittime” senza specificare se morti o feriti, dando perciò numeri elevatissimi, per armi da caccia distinguendo in teoria tra quelle di “ambito venatorio” e “ambito extravenatorio” (?). Il nesso tra le due è l’arma, ma il presupposto per cui il numero complessivo rientra nella pericolosità dell’attività venatoria sfugge totalmente. Quest’anno poi la nebulosità dei dati, soprattutto l’utilizzo del termine “vittime” intese come feriti e morti, ha causato una storpiatura nel titolo di una notizia*** che tutto sommato non può essere imputato solo alla testata. Se l’AVC deciderà in futuro di distribuire dati più precisi, usando termini chiari come morti e feriti ed evitando di inserire incidenti che con la caccia in senso stretto non c’entrano, non dovrà ricorrere a frettolose smentite e precisazioni.


http://www.vittimedellacaccia.org/ultimissime/3071-adnkronos-caccia-rapporto-avc-nel-2013-circa-100-vittime.html

“Il mondo venatorio è da anni alla ricerca della massima sicurezza – concludono dal CNCN – e i miglioramenti, chiari e documentati, sono sotto gli occhi di qualsiasi cittadino privo di preclusioni ideologiche. Evitare incidenti a caccia è un obiettivo che interessa prima di tutto i cacciatori, come è evidente, i quali anche per questo ritengono sempre più inopportuni i continui attacchi di chi con i morti ci gioca per fare notizia”.