Il mondo rurale e venatorio non può essere diviso: l’appello di ACR (Associazione per la difesa e la promozione della Cultura Rurale)

Mentre i nemici delle attività portatrici della Cultura rurale si uniscono per tentare di annientarci, c'è ancora qualcuno che pensa di risolvere i nostri problemi dividendoci ulteriormente. Torno a ribadire la necessità di unire le forze tra tutte le attività portatrici della Cultura rurale se vogliamo che le nostre attività, iniziando dalla caccia, possano continuare ad esser esercitate in modo dignitoso". È quanto sostiene nel suo comunicato stampa l’onorevole Sergio Berlato che analizza gli strumenti giuridici utilizzati dagli anti caccia nei loro continui attacchi ai calendari venatori che arrivano puntualmente e richiedono unione e competenza da parte del mondo venatorio. Quest'anno le varie organizzazioni anticaccia hanno la possibilità di utilizzare un nuovo strumento per cercare di cogliere i loro obiettivi. In data 28/11/2019 la Conferenza Stato regioni, su iniziativa del Governo nazionale ai sensi dell'art. 8 comma 6 del decreto legislativo n. 131 del 2003, ha adottato le “Linee guida nazionali per la valutazione di incidenza”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 28/12/2019. Nelle linee guida si è previsto che la procedura di VINCA si applichi a tutti i piani, programmi, progetti, interventi ed attività la cui attuazione potrebbe generare incidenze significative sui siti “Natura 2000”, anche se non direttamente connessi alla relativa gestione, compresi i calendari venatori.

Calendari venatori

L'orientamento dei Tribunali Amministrativi Regionali è quello di stabilire che l'intesa, in quanto concretizza un accordo tra gli Enti partecipanti alla Conferenza, “costituisce un atto cui non può essere disconosciuta una certa forza vincolante tra gli stessi e che, a prescindere dal suo recepimento, assume una valenza di norma di indirizzo per la loro azione, costituendo al contempo parametro per valutare la legittimità dei provvedimenti dagli stessi adottati in materia”. Ne consegue che in forza del vincolo discendente dall'intesa del 28/11/2019, i calendari venatori debbano essere sottoposti a VINCA laddove l'incidenza della caccia sui siti della Rete "Natura 2000” non sia già stata considerata in sede di pianificazione territoriale, con la conseguenza che non può che essere considerato integralmente illegittimo e meritevole di annullamento nel suo complesso. Per quanto riguarda il Veneto si aggiunge il fatto che il Piano Faunistico Venatorio Regionale vigente è quello approvato con legge regionale n. 1 del lontano 2007, scaduto nel 2012 e più volte prorogato nella sua validità fino al 31 dicembre 2020. Anche questo fattore, come abbiamo più volte evidenziato pubblicamente, rende vulnerabili gli strumenti attuativi, compreso il calendario venatorio regionale. In questa situazione, torniamo a lanciare l'appello per privilegiare le cose che ci uniscono e per lasciare da parte le cose che ci possono dividere.  

Con un'azione coordinata a livello nazionale e supportata da alcuni livelli istituzionali nazionali, le associazioni animal-ambientaliste sferrano un nuovo attacco alla caccia, impugnando i calendari venatori emanati dalle regioni italiane. Nulla di nuovo sotto il sole, potrà pensare qualcuno abituato a queste iniziative da parte di chi vuol chiudere la caccia in Italia. Quest'anno però le varie organizzazioni anticaccia hanno la possibilità di utilizzare un nuovo strumento per cercare di cogliere i loro obiettivi. In data 28/11/2019 la Conferenza Stato regioni, su iniziativa del Governo nazionale ai sensi dell'art. 8 comma 6 del decreto legislativo n. 131 del 2003, ha adottato le “Linee guida nazionali per la valutazione di incidenza”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 28/12/2019. Nelle linee guida si è previsto che la procedura di VINCA si applichi a tutti i piani, programmi, progetti, interventi ed attività la cui attuazione potrebbe generare incidenze significative sui siti “Natura 2000”, anche se non direttamente connessi alla relativa gestione, compresi i calendari venatori. L'orientamento dei Tribunali Amministrativi Regionali è quello di stabilire che l'intesa, in quanto concretizza un accordo tra gli Enti partecipanti alla Conferenza, “costituisce un atto cui non può essere disconosciuta una certa forza vincolante tra gli stessi e che, a prescindere dal suo recepimento, assume una valenza di norma di indirizzo per la loro azione, costituendo al contempo parametro per valutare la legittimità dei provvedimenti dagli stessi adottati in materia”. Ne consegue che in forza del vincolo discendente dall'intesa del 28/11/2019, i calendari venatori debbano essere sottoposti a VINCA laddove l'incidenza della caccia sui siti della Rete "Natura 2000” non sia già stata considerata in sede di pianificazione territoriale, con la conseguenza che non può che essere considerato integralmente illegittimo e meritevole di annullamento nel suo complesso. Per quanto riguarda il Veneto si aggiunge il fatto che il Piano Faunistico Venatorio Regionale vigente è quello approvato con legge regionale n. 1 del lontano 2007, scaduto nel 2012 e più volte prorogato nella sua validità fino al 31 dicembre 2020. Anche questo fattore, come abbiamo più volte evidenziato pubblicamente, rende vulnerabili gli strumenti attuativi, compreso il calendario venatorio regionale. In questa situazione, torniamo a lanciare l'appello per privilegiare le cose che ci uniscono e per lasciare da parte le cose che ci possono dividere. Mentre i nemici delle attività portatrici della Cultura rurale si uniscono per tentare di annientarci, c'è ancora qualcuno che pensa di risolvere i nostri problemi dividendoci ulteriormente. Torno a ribadire la necessità di unire le forze tra tutte le attività portatrici della Cultura rurale se vogliamo che le nostre attività, iniziando dalla caccia, possano continuare ad esser esercitate in modo dignitoso. 

On. Sergio Berlato Presidente dell'Associazione per la difesa e la promozione della Cultura Rurale.