Diffusa in varie specie in tutto il mondo, la quaglia è un selvatico meraviglioso da cacciare coi cani. La preda è piccola, ma le soddisfazioni sono immense anche per il cacciatore esperto, senza poi considerare il ruolo fondamentale di “palestra” per i più giovani, che già da qui iniziano a familiarizzare con armi e munizioni, e a capire quali siano quelle... giuste!
Ci sono dei parametri di base che ci portano a capire logicamente quale sia il miglior rapporto arma/munizione per un determinato selvatico. Cioè, il fucile e la cartuccia più adatti ad insidiarlo.
Tali parametri si deducono dalla considerazione attenta della tipologia di caccia con cui il selvatico è insidiabile. Segue poi la distanza media di tiro che ci troveremo ad affrontare e gli scenari naturali in cui i vari tiri avverranno. Il tutto infine, sommato al duplice aspetto mole/capacità di resistenza alle ferite che lo caratterizzano.
Per la quaglia ne deriva che, come è noto, trattasi di specie campestre insidiabile SOLO con l’ausilio di cani da ferma per lo più, ma anche da cerca.
Un animale quindi cui si sparerà sempre o quasi sempre abbastanza d’appresso, almeno il primo colpo. Al pulito come si diceva, cioè senza rami o altri ostacoli ad ostruirci la visuale e, al limite, a bloccare l’azione dei vari pallini.
Un animale infine, caratterizzato da morbidissimo piumaggio che ricopre un corpicino da gallinella grande quanto un pugno.
Ne deriva che utili saranno fucili leggeri o leggerissimi, con canne mai troppo lunghe e dalle moderate strozzature, che avremo cura di armare con munizioni mai pesanti, e di due tipologie di base: una per lo short ed una per il medium range, che ci aiutino ad ingaggiare da vicino senza il rischio di sciupare la preda, così come di guadagnare qualche metro di portata utile in caso di padella. Caricate quindi con pallini anche questi di due numerazioni, che avranno da essere in diametro e dosi, adatte alla bisogna.
Calibro
Capiamo da subito che un pesante semiauto in calibro 12 magnum, serve a poco qui. Anzi, può fare i danni! Sia perché ci stronca la schiena a portarcelo sempre appresso in una caccia dove spesso si macinano decine di chilometri, sia poi perché davvero non è il caso di sparare dietro a una quaglia che s’invola da 10/15 metri, “bombe” dai 36 grammi in su! Senza considerare, che fucili di tal fatta sono anche abbastanza scomodi per affrontare quei tiri d’ìmbracciata cui spesso anche le quaglie ci costringono.
Cosa quindi l’ideale? Un’arma molto leggera, sui 2,8 chilogrammi quale optimum, che se in 20 o 28 o addirittura .410 può anche essere di meno.
Già, è infatti il 20 il calibro più equilibrato per le quaglie cacciate in maniera “aggressiva”. Pur tuttavia per i più sportivi anche il 28 o il .410 sono assolutamente adattissimi, specie in relazione agli ottimi munizionamenti che, oggi, anche in questi calibri è possibile reperire. Davvero all’altezza di ogni situazione.
Semiauto o basculante?
Il semiauto ha un colpo in più, ma un grado di strozzatura sola e sempre quella. Cosa che ci costringe a giocarcela con le cartucce, con la costrizione poi di doverle sempre sparare nella sequenza con cui sono state camerate.
Se tuttavia lo si scegliesse in un modernissimo calibro 28, allora il gioco cambia e di parecchio ed il divertimento è assicurato, specie poi se si assembla uno strozzatore ****.
Per il basculante invece, che ci sembra la scelta più appropriata, doppietta o sovrapposto poco importa, anche se a quaglie l’arma che personalmente prediligo è una doppietta bigrillo, calcio inglese, con canne da 66 cm. strozzate Cyl. e ***, che ovviamente armo ciascuna con una cartuccia differente, che poi scelgo alla bisogna facendo scivolare il dito su un grilletto rispetto a un altro, in base alla distanza di tiro che mi trovo ad affrontare volta per volta.
Munizioni
La prima canna da quaglie, con calibro 20 o 12, è sempre una cartuccia tipo 1 o 2 assemblata con dose bassa di pallini (24/26 in 20, e 30/31 in 12), disposti sopra una buona borra in feltro o bi-orientabile, chiusa ad orlo tondo. La mia numerazione prediletta è l’11.
La seconda canna invece, ci vede sempre utilizzare cartucce normalissime del calibro di riferimento, sempre tipo 1 o 2 ma ‘sta volta armate di piombo un tantinello più grosso (10 o 9 sono perfetti), in coppetta contenitore, il tutto serrato da buona stellare.
Per le prime canne adoro i bossoli in cartone, e quando posso acquisto sempre cartucce di tal fatta.
Per le seconde, davvero ottimi i bossoli in plastica di ultima generazione, assolutamente da prediligere.
Un discorso a parte invece, meritano i caricamenti 28 e .410, per i quali consiglio sempre di usare SOLO cartucce munite di contenitore, che abbiano poi piombo al loro interno una numerazione superiore, rispetto al 20 o al 12.
Quindi, che siano sempre come minimo 10 e 8, e ogni cosa sarà perfetta.
Manco dirlo che nel semiauto, si possono tenere due cartucce identiche di prima o di seconda canna, in base alla media di tiri che ci si troverà ad affrontare.