Incrementare i fondi per la conservazione, salvaguardare la biodiversità. È con questi obiettivi che la Commissione Europea ha deciso di rimettere mano alle Direttive Habitat e Uccelli. E nelle consultazioni sono state coinvolte anche alcune associazioni interessate, a partire dalla FACE (Federation of Associations for Hunting and Conservation of the European Union).
Nelle Direttive aggiornate, si viene a sapere, saranno presenti alcune linee guida ulteriori. Ma non solo. Deve essere rafforzato il legame tra Unione Europea e Stati membri. Sia a livello di scelte politiche sia di aiuto economico nei confronti di chi deve mettere in atto le necessarie correzioni.
Face sulle Direttive Habitat e Uccelli
La Federazione delle Associazioni europee per la caccia e la conservazione ritiene che si debba favorire un utilizzo sempre più sostenibile delle risorse naturali, selvaggina inclusa.
Nel corso delle consultazioni, FACE ha presentato cinque proposte precise per implementare le Direttive in esame.
Innanzitutto, la necessità di configurare gli aggiornamenti su principi scientifici ed evidenze tecniche. Secondo FACE, le Direttive rappresentano infatti strumenti adeguati per la gestione e la conservazione della selvaggina. E, anche se non è specificato nel documento rilasciato a margine, è chiaro che si tenta di coinvolgere nella discussione anche l’aggiornamento dei Key Concepts sulla migratoria. Con tutte le possibili conseguenze a livello tecnico e politico sulle date di apertura e soprattutto chiusura della caccia.
In secondo luogo, FACE richiede l’applicazione del principio di sussidiarietà nei confronti degli Stati membri per la gestione dei grandi carnivori: si propone che a ogni singolo Stato possa essere concessa un’adeguata flessibilità per migliorare la condizione delle comunità rurali.
Sulla stessa linea la richiesta di revisione dell’articolo 9 della Direttiva Uccelli: il sistema delle deroghe deve essere funzionale alla gestione dei conflitti causati dalla sovrabbondanza di alcune specie.
Si propone poi una tutela maggiore degli habitat delle specie a rischio, in particolare al di fuori delle aree protette: in questo modo FACE ritiene che si possano prevenire pressioni strutturali sulla biodiversità, a causa anche di particolari politiche comunitarie.
E infine la comunicazione: è fondamentale veicolare e diffondere contenuti e obiettivi delle norme, per aumentare la consapevolezza dei cacciatori e motivarli a difendere la biodiversità. E non solo dei cacciatori, verrebbe da pensare.