È in edicola il nuovo numero di Beccacce che Passione (n° 6 novembre-dicembre 2016), che si apre con l’articolo di Andrea Selvi di approfondimento su alcuni temi pregnanti che riguardano l’essenza e l’etica dell’attività venatoria; le note pubblicate su questo numero non sono di semplice lettura, ma chi si vorrà avventurare nella complessa speculazione dell’animo umano troverà argomenti a sostegno della sacralità della caccia, in quanto attività profondamente e unicamente umana, alta espressione dell’essenza dell’uomo e quindi della sua cultura; considerazioni che assumono particolare rilievo in quanto riflessioni non solo di un cacciatore di lunga esperienza, nonché attivo anche nel campo della cinofilia venatoria, ma anche di un professionista la cui formazione affonda le radici tanto nell'ambito delle scienze naturali quanto in quello delle scienze umane.
Si conclude poi su questo numero, con la disamina sul lavoro del setter inglese nel bosco, luogo d'elezione per la caccia alla beccaccia, la serie di articoli in cui Alessio Allegrucci ha messo sotto la lente la razza da ferma più amata dai cacciatori italiani e sempre sulla cinofilia venatoria si concentra l’approfondimento di David Stocchi sulla scelta del cane da beccacce (valutazione e test sul campo).
Stefano Belloi torna a parlare della “realtà beccaccia” nella sua Sardegna, presentando un territorio situato al centro dell’isola, la Giara, caratterizzato da una buona e costante presenza di beccacce; rappresenta quindi un importante teatro per la cinofilia venatoria, come si è potuto verificare in occasione di riuscite manifestazione cinofile che lì si sono svolte.
Di caccia cacciata invece disserta Valerio Di Ventura (“Il momento dello sparo: tiro mirato o istintivo?”), alle cui note, dopo il consueto intervento di Felice Modica (“La botte di Diogene”), seguono quelle di Rossella di Palma che spiega le differenze di utilizzo e di addestramento dei fermatori inglesi (setter e pointer) nella loro terra d’origine rispetto a quanto dettato dalla nostra cultura e tradizione cinofila.
Marco Tuti, tecnico faunistico della Commissione Scientifica Beccacciai d’Italia e Fanbpo, presenta invece i dati raccolti nel corso del progetto Ali d’Italia (cui collaborano Beccacciai d’Italia e il Club della Beccaccia) nel corso della passata stagione venatoria e Paolo Pennacchini ci aiuta ad approfondire le nostre conoscenze sulla specie, disegnando la mappa di quelli che sono i flussi migratori della Scolopax rusticola che interessano l’Italia.
Su questo numero della rivista fa inoltre il suo ingresso anche una nuova firma: Paolo Crosato, tecnico faunistico, cacciatore appassionato e membro di Beccacciai d’Italia sezione di Vicenza; e proprio Vicenza, come spiega, ha fatto da apripista per quanto riguarda i corsi per la formazione di personale addetto alla lettura delle ali.
Parlando di attrezzature, ecco la prova sul campo, firmata da Simone Bertini, del Franchi Feeling Beccaccia calibro 28 e il test della cartuccia Mimetic Mixer Beccaccia calibro 20 dispersante di Simone Bertini, Paolo Guerrucci e Alessandro Iacolina.
Completano il numero alcune curiosità, le vostre lettere e le vostre foto e tante altre informazioni e news sul mondo della beccaccia. A tutti buona lettura.
La corretta gestione del setter inglese nel bosco
Si conclude con questa disamina sul lavoro del setter inglese nel bosco, luogo d'elezione per la caccia alla beccaccia, la serie di articoli in cui Alessio Allegrucci ha messo sotto la lente la razza da ferma più amata dai cacciatori italiani.
Franchi Feeling Beccaccia calibro 28
Un’attenzione maggiore dei cacciatori verso i calibri minori non poteva che portare al completamento della gamma Feeling Beccaccia da parte di Franchi. Ecco il calibro 28.
Mimetic Mixer Beccaccia calibro 20 dispersante
Nella nuova gamma Mixer, non poteva mancare una proposta in calibro 20. Il test di Simone Bertini, Paolo Guerrucci e Alessandro Iacolina aiuta a scoprire le performanti qualità di questa cartuccia.