A quanto sembra gli ATC non avrebbero di fatto predisposto tutta la documentazione necessaria al fine di organizzare gli abbattimenti. Non si sono quindi formati i selecontrollori e non si è quantificato il numero esatto dei cervi da abbattere.
La decisione definitiva sul punto verrà presa il 7 Novembre, giorno dell’udienza in cui si discuterà se il piano di prelievo controllato, emesso dalla regione Abruzzo, è da considerarsi o meno legittimo.
Certamente quanto scritto sulla sentenza del TAR grida vendetta: il numero dei cervi, calcolato sulla base dei vari censimenti eseguiti, è addirittura sottostimato.
Quello che ci auguriamo è che il metodo scientifico, che comunque viene applicato da zoologi ed esperti chiamati a valutare e a stimare il patrimonio faunistico venatorio dello Stato, non venga gettato dalla finestra al fine di legittimare, invece, quello che è, di fatto, un sentimento di pancia. Un sentimento basato su valutazioni che nulla hanno a che vedere con la scientificità delle valutazioni ed è quanto di più distante dalle dinamiche della natura vere e proprie.
Staremo quindi a vedere cosa salterà fuori il 7 novembre.
Cosa aveva deciso il TAR?
In sintesi è successo questo. La regione Abruzzo aveva emesso un piano di prelievo selettivo alla specie cervo, al fine di controllarne il numero di esemplari presenti sul territorio che, sulla base dei vari censimenti eseguiti, risulterebbero in sovrannumero, avendo i medesimi cagionato non pochi disagi e non pochi problemi alle colture ed avendo, inoltre, alterato profondamente l’equilibrio con altre specie.
Si decide quindi di partire con l’abbattimento di quasi 500 cervi, ma immediatamente le associazioni animaliste presentavano ricorso avverso il suddetto piano di prelievo al TAR Abruzzo.
Il TAR che comunque si rende subito conto che i vari censimenti non vengono fatti per permettere alle doppiette di massacrare qualsiasi cosa in grado di muoversi in un bosco, ma invece vengono calcolati sulla base di numeri e metodo, da ragione alla regione. Il piano di prelievo è legittimo, e gli abbattimenti si devono fare.
Gli ATC subito mostrano i primi problemi. Non c’è organizzazione su come eseguire questi piano di prelievo selettivo, mancano i documenti. Mancano i cacciatori formati e chi li forma.
Intanto il Consiglio di Stato, adito in sede di ricorso avverso la sentenza del TAR, decide di sospendere, almeno fino alla data dell’udienza stabilita, il 7 novembre, i prelievi selettivi.