Caccia al cinghiale: la girata

I cinghiali distinguono principalmente il loro territorio in aree che frequentano per nutrirsi, di solito molto estese, e in luoghi in cui si rifugiano per riposare, che sono invece sempre piuttosto circoscritti. 

Le zone di rimessa solitamente sono molto coperte, con sottobosco fitto, difficili da attraversare. In questo genere di ambiente i predatori non si avventurano volentieri perché non avrebbero lo spazio necessario per evitare le cariche dei suidi. Lì i cinghiali sanno dunque di poter riposare tranquillamente. 

cinghiale
Nella girata è fondamentale arrivare con precisione sul punto di rimessa dei cinghiali e costringerli alla fuga verso i trottoi solitamente percorsi dal branco, dove i cacciatori ne attendono il passaggio

Se, per pura ipotesi, appiccassimo il fuoco a un forteto i poveri animali presenti scapperebbero via tutti a gambe levate, nessuno escluso, per rifugiarsi in un altro punto di rimessa sicuro. Capito questo, cioè che i cinghiali terrorizzati partono tutti insieme da un punto (che chiameremo A) per raggiungerne un altro (che chiameremo B) seguendo un determinato tragitto, il gioco è fatto. Quindi per effettuare la girata basterà: 1) individuare il luogo di rimessa (punto A) con l’ausilio di un cane specializzato a seguire esclusivamente le tracce dei cinghiali. 2) disporre dei cacciatori lungo l’unico percorso che effettueranno i selvatici per raggiungere la seconda rimessa (punto B). 3) provvedere a spaventare i cinghiali presenti nel punto A in modo da convincerli a scappare subito, tutti insieme, verso il punto B. 

Come individuare il punto di rimessa dei selvatici

Il segugio di Hannover
Il segugio di Hannover è tra i cani più indicati per la girata al cinghiale, caratterizzato dal potente olfatto e dall'attaccamento al padrone, sia nella ricerca della traccia che sul recupero di eventuali cinghiali feriti

La localizzazione dei cinghiali nelle rimesse deve essere effettuata impiegando un cane con funzione di limiere. Cioè un cane coraggioso, muto sulla traccia, immune al cambio (In altre parole che non si perda dietro le tracce di altri selvatici). Le prime due caratteristiche devono essere intrinseche nel soggetto che vorremo utilizzare, per cui ci sono razze più idonee a questo genere di lavoro e altre meno. L’immunizzazione al cambio invece è una cosa che si insegna al cane indipendentemente dalla razza. Quindi l’ausiliare che non rimane concentrato esclusivamente sulla ricerca delle tracce dei cinghiali è un soggetto che non è stato preparato correttamente. In altre parole non è mai colpa del cane, bensì del suo conduttore! Per specializzare un cane con funzione di limiere esclusivamente sul cinghiale si deve necessariamente ricorrere all’utilizzo della traccia artificiale; solo così si potrà far comprendere al giovane ausiliare che non è affatto gradito che esso si interessi ad altri selvatici. Per preparare bene un cane a svolgere questo genere di lavoro non esiste altro sistema: 1°) sceglierlo innanzitutto della razza più idonea; 2°) farlo lavorare fin dai primi mesi di vita, ovviamente per gradi, sulle tracce artificiali per immunizzarlo al cambio; 3°) solo dopo che avrà raggiunto la maturità sessuale farlo lavorare sulle tracce naturali, alla lunga, senza mai lasciarlo libero di rincorrere i cinghiali. 

La disposizione delle poste

Schema battuta, braccata, girata
Nella girata la corretta disposizione delle poste è di fondamentale importanza. Solitamente si impiegano pochi fucili, per cui i cacciatori devono essere posizionati lungo l’unica via di fuga dei cinghiali e non come invece si usa fare nella battuta o nella braccata

Nella braccata e nella battuta le poste sono disposte ad arco o addirittura a cerchio, mentre nella girata esse devono essere disposte longitudinalmente lungo l’unica via di fuga dei selvatici. 

I cinghiali terrorizzati scappano dal punto A ed iniziano a dirigersi verso il punto B percorrendo sempre la medesima strada, più breve e sicura. 

Per individuare con esattezza questo tragitto sarà sufficiente far scappare i cinghiali dal punto A e seguirli con il cane alla cinta durante i periodi dedicati all’addestramento del cane sulle tracce naturali. 

Durante questo lavoro si provvederà a individuare e contrassegnare con esattezza i punti in cui piazzare i cacciatori. La prima posta non deve mai trovarsi a una distanza inferiore a 100/150 metri dal punto A. Questo è molto importante, perché i cinghiali allestrati non devono mai avere il minimo dubbio che fuori del forteto ci possa essere un potenziale pericolo. 

Se i cinghiali si dovessero sentire accerchiati, come avviene nella caccia in braccata, faranno di tutto per rimanere al sicuro all’interno del punto A, rendendo così tutto molto più difficile e complicato. È molto importante ricordare che i cinghiali avvertono la presenza di un cacciatore appostato non solo con l’udito, ma soprattutto con l’olfatto. Quindi i cacciatori alla posta devono essere sempre rigorosamente sottovento.

Come forzare i cinghiali

Abbigliamento caccia al cinghiale
Entrare in un roveto, con il cane alla lunga, per indurre i cinghiali a lasciare solleciti le lestre è un lavoro di breve durata e facile da realizzare solo se si è ben attrezzati e adeguatamente protetti

Nella girata, in cui si impiega un unico cane, si deve fare in modo che i selvatici lascino il punto A tutti insieme. L’unica cosa che terrorizza a morte i cinghiali al pari di un incendio è un uomo che si avvicina lentamente e in silenzio. 

È il conduttore del cane che fa scappare i cinghiali, non il cane! L’ausiliare serve solo per raggiungere, con estrema precisione, le lestre all’interno del complesso groviglio della vegetazione. I cinghiali, una volta disturbati nel loro covo, se non si sentono circondati, abbandonano il punto A in tutta fretta per cui il cane con funzione di limiere non subirà mai nessuna carica e quindi nessun danno. 

Se il punto A è caratterizzato da un ambiente molto chiuso (roveti, canneti) il conduttore si dovrà armare di tanta pazienza e strisciare dietro al cane nell’intricato labirinto dei cunicoli creati dai cinghiali nella vegetazione. Anche l’abbigliamento dovrà quindi essere appropriato (pantaloni e giacca antistrappo con rinforzi in corrispondenza delle ginocchia e dei gomiti, guanti in cuoio, elmetto) e la carabina assicurata sulla schiena con due spallacci. Con questa tecnica di scovo i cinghiali saranno fuori, tutti insieme, in pochi minuti, insomma solo il tempo necessario che serve al cane e al conduttore per raggiungere le lestre.

L’abbattimento

Disegno tiro al cinghiale
Il tiro sul cinghiale deve essere effettuato con massima cura e grande precisione, facendo il possibile per centrare la cassa toracica. Disegno di Ettore Gambioli

Per abbattere un cinghiale non è sufficiente sparargli contro. La girata è un metodo di prelievo del cinghiale che richiede una grande preparazione tecnica sia nell’addestramento e nell’utilizzo del cane, sia nella conoscenza delle armi e delle tecniche di tiro. 

L’arma ideale è l’Express (sia a canne giustapposte che sovrapposte), tuttavia va bene anche la carabina bolt action, anche se rispetto a questa resta più funzionale quella con otturatore ad espansione radiale. 

Come sistema di mira è preferibile un’ottica variabile a basso ingrandimento o almeno un mirino a punto rosso. I calibri maggiormente idonei, tra quelli più diffusi, sono il 9,3x74R, il 9,3x62, l’8x57JRS, il 7,62x63 (30/06 Spr.). 

I proiettili da preferire sono quelli monolitici. Il tiro va inoltre effettuato da una posizione di buona stabilità e se si spara in piedi lo stick è d’obbligo. Questa è solo la base di partenza, perché poi ci vuole tanto, tanto allenamento in poligono su sagoma di cinghiale. I bersagli a cerchi concentrici vanno benissimo per la taratura dell’arma e per i tiri periodici di controllo. Per l’addestramento e l’allenamento al tiro servono invece sagome prive di segni di riferimento. L’area anatomica da colpire è il centro della cassa toracica quando il selvatico ci offre il fianco, più precisamente quando esso è posizionato a cartolina o a bandiera, come si dice in gergo venatorio.

Il tiro selettivo nella caccia in girata

Caccia al cinghiale. La girata
La girata è una tecnica che permette un prelievo di tipo selettivo. Si deve sparare prevalentemente sugli animali di classe 1 (rossi). Gli animali di taglia maggiore (i riproduttori) vanno risparmiati in una corretta gestione faunistico-venatoria

Nella caccia in braccata non si può e non avrebbe senso effettuare tiri di carattere selettivo sui cinghiali in fuga. Con la caccia in girata invece si può e si deve fare selezione. Questo per ragioni di carattere gestionale, ma anche per  motivi strettamente tecnici. Infatti, in un gruppo di cinghiali, prima si dovrebbero abbattere i rossi e solo dopo la femmina adulta. In questo modo i rossi superstiti resterebbero uniti alla femmina e quindi tutti successivamente facili da rintracciare. 

Diversamente, con la morte della femmina i rossi potrebbero separarsi e quindi sarebbe molto più complesso riuscire a ritrovarli. Inoltre in un piano di prelievo programmato, evitare di sparare ai neri serve a garantire la sopravvivenza agli striati presenti. Insomma una girata tecnicamente ben organizzata e svolta correttamente diventa un buon strumento di gestione faunistico-venatoria.

Il trattamento della spoglia

Eviscerazione cinghiale
Il capo abbattuto va eviscerato con sollecitudine, quindi nella girata si devono applicare le tecniche del buon trattamento della spoglia proprie della caccia di selezione. Disegno di Ettore Gambioli

Se vogliamo che alla fine il cinghiale giunga sulla nostra tavola nel migliore dei modi è importante rispettare, poche, ma fondamentali norme igieniche:

- Fare il possibile per colpire esclusivamente l’area toracica.

- Effettuare con sollecitudine una corretta eviscerazione.

- Cercare di trascinare sul terreno i capi abbattuti il meno possibile.

- Trasportare le spoglie fino al centro di raccolta evitando di ammassarle.

- Richiedere sempre l’esame trichinoscopico di ogni capo.

Un diverso trattamento della spoglia rende la carne non idonea ad essere posta in cella per la frollatura, con una notevole perdita delle qualità organolettiche della carne. Inoltre, con gli animali non trattati correttamente, non si potranno confezionare i tanto gustosi insaccati. È doveroso ricordare che il mancato rispetto delle principali norme igienico-sanitarie rende la carne di cinghiale potenzialmente pericolosa per la salute umana.

Quali cani utilizzare?

Cani da utilizzare per la caccia al cinghiale
I limieri sono cani utilizzabili sia nella ricerca delle rimesse dei selvatici, che nel recupero di capi feriti o abbattuti

Non esiste una razza canina classificata per lo svolgimento del lavoro di limiere. I limieri discendono dagli antichi cani da caccia che risultavano essere muti sulla traccia. Da questi furono selezionati i cani per la ricerca degli ungulati feriti che ancora oggi possiamo trovare con una certa facilità e che maggiormente si avvicinano, come indole e stile di lavoro, agli antichi limieri. 

La parola limiere sembra avere origini latine* e sta proprio a indicare un cane che lavora alla cinta lunga

Pertanto il prelievo del cinghiale effettuato in girata, con l’ausilio di un cane con funzione di limiere, deve prevedere che l’ausiliare non entri mai in contatto diretto con il selvatico. Una volta che il conduttore di limiere raggiunge le lestre i selvatici scappano terrorizzati perché essi temono l’uomo molto più del cane (non bisogna dimenticare che il cinghiale fronteggia senza timore il lupo). Quindi, dal punto di vista strettamente tecnico, non si può parlare di girata se il cane impiegato è:

1 - incline a seguire l’usta di altri selvatici diversi dal cinghiale;

2 - portato a dare voce sulla traccia. Si può tollerare, ma non è gradito, un accenno di abbaio a fermo;

3 - libero nella ricerca dei cinghiali allestrati;

4 - sguinzagliato per forzare i selvatici;

5 - esposto alla carica del cinghiale con suo conseguente ferimento.

Diversamente sarebbe più corretto parlare di “cacciarella” o “mini-braccata” che nulla ha a che vedere con la girata. Allo stesso modo, un elevato numero di cacciatori appostati (più di quattro/cinque), l’impiego di armi a canna liscia, il non utilizzo dell’ottica di puntamento e il tiro effettuato senza treppiede o altro appoggio altrettanto valido, sono aspetti che stanno a indicare che non si tratta di una girata.

* [Il termine limier “legame, laccio, ant. liemier” proviene da liem “mod. lien” che deriva proprio dal predetto sostantivo latino ligamen “latino vinculum, ligamen” letteralmentete legatura, ossia il lungo guinzaglio con cui il cane era trattenuto dal canettiere, oggigiorno chiamato lunga che come noto è la correggia di cuoio col quale si tengon legati certi animali quando si voglion addestrare o si usano in qualche esercizio”. Tratto da: "Festina Lente" di Luciano Giulidori].