Caccia selettiva al cinghiale in Valle di Fiordimonte

Panorama Valle di Fiordimonte
I campi di cereali maturi sono fra i siti più colpiti dai cinghiali, un branco numeroso di animali in una notte può distruggere il lavoro di una stagione.

Il profilo dei monti Sibillini è sempre più netto all’orizzonte, delineato dalle luci rosse del sole ormai tramontato alle loro spalle. Siamo in Valle di Fiordimonte in compagnia del titolare Luca Ascani che ci guida fra i campi coltivati di cereali ormai maturi e pronti alla mietitura. È giunto dunque il momento atteso del raccolto o di quel che ne rimane per gli agricoltori che fra le colline in queste zone pedemontane non si arrendono e portano avanti come una missione il proprio lavoro che rappresenta poi anche un universo culturale e uno stile di vita a cui giustamente mai vorrebbero rinunciare. Sono cambiate negli anni le condizioni ambientali e, le difficoltà legate all'abbandono delle aree rurali e montane si manifestano sempre più evidenti. I boschi che avanzano sempre di più prendendo il sopravvento sui territori un tempo coltivati e custoditi offrono sempre maggiore rifugio ad un numero crescente di cinghiali, ungulati in genere e predatori come i lupi che prima di insidiare selvatici ben più difficili da conquistare fanno razzia di bestiame allevato. Problematiche sempre più evidenti che richiedono un approccio tecnico e pratico nella gestione e nel tentativo di trovare soluzioni valide.

Video: Caccia selettiva al cinghiale in Valle di Fiordimonte

Caccia di selezione al cinghiale

Cacciatore 
Dopo una valutazione dei selvatici presenti, Luca si appresta al tiro su un cinghiale adulto più visibile fra i cereali.

Nel frattempo per fronteggiare anche parzialmente queste problematiche, alla caccia tradizionale in battuta si sono affiancate tecniche di controllo portate avanti in forma selettiva dai cacciatori abilitati nelle diverse stagioni dell’anno e dagli organi di gestione che rispondono direttamente alle chiamate da parte degli agricoltori che vedono spesso distrutti i coltivi e chiedono l’intervento dei cacciatori per limitare i danni e i numeri dei cinghiali. Anche le aziende faunistico venatorie rientrano fra quelle realtà chiamate a gestire i territori in cui ricadono. Eccoci dunque in Valle di Fiordimonte in questa calda serata di luglio per seguire un’uscita selettiva che al di là della sua utilità conserva ovviamente anche il valore della caccia e le emozioni che questa è sempre in grado di regalare. Uscire al tramonto e mettersi in osservazione silenziosa del bosco e dei campi permette al cacciatore di apprezzare le tante forme di vita selvatica e la natura che nel periodo estivo risveglia i sensi  con profumi e colori intensi. 

Cacciatori con cinghiale
Il recupero dopo l'abbattimento precede tutte le procedure di sistemazione della spoglia e di controllo delle carni dei selvatici.

Col passare dei minuti i vari elementi diventano ombre e fra queste con l’aiuto delle ottiche luminose occorre distinguere attentamente quelle dei cinghiali che iniziano a fare il loro arrivo nei campi uscendo dai boschi. Siamo al limite di un appezzamento di cereali e sono almeno una ventina gli esemplari che fra adulti e giovani che si muovono freneticamente in pastura. Un branco di cinghiali di queste dimensioni o superiore, può impiegare anche una sola notte per distruggere il lavoro di un’intera stagione agricola. Manteniamo il silenzio e cerchiamo di comunicare a gesti  l’attenta valutazione del capo da abbattere e le distanze di tiro. La copertura offerta dall'orzo maturo e dalla vegetazione circostante nasconde gli esemplari più giovani alla vista ma sono nettamente distinguibili gli adulti che si muovono davanti a noi. Siamo a circa 120 metri e l’ ottica perfettamente tarata sulla carabina Franchi calibro .30-06 Springfield permette a Luca di svolgere un tiro sicuro e preciso. Al fragore dello sparo segue la caduta immediata del cinghiale colpito e la fuga del branco presente. Torna il silenzio fra i monti, interrotto soltanto dal nostro passo cauto e affaticato mentre procediamo al recupero del selvatico di notevoli dimensioni. Guardiamo le case in fondo alla valle degli agricoltori proprietari dei campi e pensiamo ancora una volta quanto la caccia e i cacciatori possano essere utili e comprensibili, senza troppe parole e spiegazioni, ma semplicemente con l'uso del buonsenso, lì dove la natura è vera e si trovano soli con gli altri abitanti dei boschi nel naturale rapporto fra prede e predatori, nell'ambiente che da sempre condividono.