La figura del cacciatore è spesso molto discussa, essendo parte di una categoria eterogenea, come molte altre del resto, in cui però fa molto più clamore la scorrettezza di qualcuno rispetto all’educazione, l’etica e la disciplina di tanti altri.
Su questa necessaria distinzione, onde evitare generalizzazioni volutamente negative da parte dei contrari alla caccia, l’associazione C.P.A nelle figure del presidente nazionale Alessandro Fiumani e altri responsabili come Luigi Manocchi, presidente regionale del C.P.A. Marche, si è espressa in una recente nota.
"Siamo favorevoli ai controlli e al rispetto delle regole da parte dei cacciatori - affermano in modo chiaro - Ma ovviamente contrari nei confronti di atteggiamenti ingiustificati di accanimento che spesso assumono toni persecutòri.
“Il cacciatore deve esercitare la sua passione rispettando le regole, questo sia per se stesso, sia per dimostrare ai suoi detrattori quanto questa nostra figura sia valida e competente nel territorio". Dichiarano il presidente Fiumani e Manocchi.
Effettuare i controlli da parte delle forze deputate vuol dire allo stesso modo presidio del territorio e in una certa misura anche attaccamento e rispetto verso l’ambiente. Molto spesso però si assiste ad una strumentalizzazione di questi accertamenti che diventano inevitabilmente un’invettiva contro i cacciatori piuttosto che l’adempimento di un dovere.
Ci domandiamo se sia lecito e quanto meno opportuno che i controlli vengano posti in essere da guardie che sono dichiaratamente contro la caccia in quanto appartenenti ad associazioni che hanno nei loro fini statutari la chiusura della caccia. Se permettete, sulla loro imparzialità nutriamo seri dubbi.
In molti casi, il potere del controllo è esercitato per mettere in difficoltà il cacciatore, per trovare a tutti i costi una irregolarità: non è poi così difficile viste le norme che dobbiamo rispettare, senza graduare l’importanza della violazione o del soggetto che viene controllato.
Assistiamo purtroppo, anche se non è la regola, ad interventi che concretizzano proprio delle vessazioni: trattare come il peggior delinquente il cacciatore, magari anziano, che ha sbagliato a segnare il tesserino perché nella miriade di caselle minuscole ha scelto quella sbagliata è cosa diversa dal perseguire il bracconaggio di coloro che sparano in modo irregolare ed indiscriminato a specie protette o in periodi non ammessi. Ecco cosa il C.P.A. intende per vessazioni. Ma forse per alcuni controllori è molto più facile fermare e controllare queste persone che prestare servizio magari di notte e fermare i veri bracconieri. Fanno senza dubbio più clamore le “centinaia” di contravvenzioni ai cacciatori o fare un servizio televisivo per denunciare le “migliaia” di catture illegali che colpire i veri nemici dell’ambiente e della caccia onesta".