Riportiamo la risposta dei parlamentari Dreosto e Casanova in occasione dell’ennesimo atto rivolto contro i cacciatori da parte del ministro dell’ambiente Costa in Italia. Torna puntualmente la politica a cinque stelle infatti a penalizzare coloro che vorrebbero un ambiente maggiormente tutelato e ospitale per le specie selvatiche, i cacciatori appunto, che al contrario vedono soltanto sottrarsi diritti, riconoscimenti, territori e specie cacciabili nei calendari venatori.
Una gestione del territorio completamente diversa da quella prevista e suggerita invece dall’Europa che dedica ai ripristini ambientali senza alcun divieto per i cacciatori ma anzi con il loro coinvolgimento insieme agli agricoltori, in nuovi piani agricoli comunitari (PAC) che prevedono grande attenzione nei confronti di opere di valorizzazione ambientale per l’incremento delle specie selvatiche. È questa infatti l’unica via percorribile per tutelare la biodiversità e il paesaggio, grazie al supporto attivo di coloro che lo vivono quotidianamente e non vorrebbero abbandonarlo al degrado come invece sempre accade quando cacciatori e agricoltori vengono estromessi. Sono moriglione e pavoncella questa volta le specie messe in discussione, selvatici che ovviamente risentono pesantemente la quasi totale assenza di zone umide in Italia ma di cui viene come al solito semplicemente auspicato il divieto di caccia.
Risposta dei parlamentari Dreosto e Casanova in occasione dell’ennesimo attacco contro i cacciatori da parte del ministro dell’ambiente Costa
“La nota trasmessa giovedì scorso dal Ministero dell’Ambiente alle Regioni e all’ISPRA, con la quale s’invitano gli enti a stoppare il prelievo di moriglione e pavoncella, continua sulla strada della sconcertante autarchia, già vista nella vicenda Key concepts. La paventata procedura di infrazione da parte dell’UE è del tutto pretestuosa e di chiaro indirizzo politico anticaccia” dichiara piccato da Bruxelles, l’On. Marco Dreosto, vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare caccia e biodiversitá.
“La lettera a suo tempo trasmessa dalla Commissione UE agli Stati membri, dava infatti un mero indirizzo, fra l’altro vincolato all’adozione di piani d’azione sulle specie e non prevede l’apertura di alcun provvedimento d’infrazione. Semmai il Ministero ci dica perché in ben sei anni dalla procedura EU PILOT 6955/14 non sia stato adottato un piano nazionale per il moriglione e quali azioni abbia intrapreso a tutela della pavoncella, considerato che il controllo dei predatori e le pratiche agricole sfavorevoli - e non la caccia - risultano essere i fattori limitanti prioritari, indicati dallo stesso Piano d’Azione Internazionale Multispecie” conclude Dreosto. Della stessa opinione il collega Massimo Casanova, che rincara dicendo “trovo vergognoso e inaccettabile da cittadino e da cacciatore, che il Ministero pensi a chiudere la caccia ad alcune specie in un periodo così drammatico per il nostro paese. Le prioritá sono altre anche in materia ambientale, visto lo stato di degrado in cui versano gli habitat e zero interventi per porvi rimedio, gli unici che mettono in atto azioni di ripristino ambientale sono i cacciatori stessi” sottolinea l’Eurodeputato, che aggiunge “intervenga invece il Ministero proponendo al Governo provvedimenti rivolti a migliorare e semplificare il controllo delle specie opportuniste come il cinghiale, che sta diventando un vero flagello per gli agricoltori, mettendo a rischio la stessa biodiversitá”.