Difficile immaginare una dimostrazione d’affetto e di stima più sincera della chiamata di un amico che ti avverte della presenza di beccacce invitandoti a condividere una giornata di caccia. Questo si apprezza ancor di più in una stagione avara come quella appena conclusa per le mie zone di caccia nel sud delle Marche che per mesi non hanno visto cadere pioggia né tanto meno neve, con terreni dunque aridi e inospitali per le beccacce in migrazione. Fortunatamente è stato sufficiente spostarsi di neanche cento chilometri per vedere una situazione nettamente diversa e migliore delle condizioni climatiche e ambientali che ovviamente non sono passate inosservate allo spirito di adattamento delle beccacce capaci di trovare puntualmente aree di sosta e svernamento in cui la disponibilità alimentare sia certa.
Come noto a ogni cacciatore, correnti favorevoli, risorse alimentari e sicurezza dei luoghi sono le condizioni ambientali imprescindibili per la presenza dei selvatici migratori, beccacce in particolare. È così che mentre con i cani trascorrevano faticose le giornate fra i pochi e incostanti incontri nei miei boschi, ho ricevuto l’invito di Luca Ascani per quella che ormai è la nostra tradizionale giornata di caccia alla beccaccia fra i boschi di Fiordimonte. Non è stato difficile convincermi, decidendo come altre volte di portare con me il cameraman nella speranza di poter condividere qualche emozione che sicuramente una giornata insieme avrebbe procurato.
Una giornata di caccia alle beccacce fra i boschi di Fiordimonte
Chiedono impegno e sacrificio a uomini e cani i boschi dell’Appennino, come ogni angolo di natura vera che può concedere ma mai regalare gratuitamente i selvatici che custodisce gelosamente fra ripidi pendii e fitte macchie di ginepro tipiche dell’ambiente pedemontano. È qui che ci muoviamo ormai con esperienza e intesa consolidate io e Luca decidendo di mettere in campo una squadra mista di cani, 2 giovani e due maturi setter che sembrano cacciare da subito con notevole concentrazione e autonomia nella cerca. Siamo ai primi giorni di dicembre e ci confrontiamo con beccacce che già da alcune settimane frequentano i luoghi che ci apprestiamo a esplorare, usando la massima cautela nei movimenti e mettendo in conto sorprese e atteggiamenti difensivi di cui sappiamo capaci le beccacce ormai svernanti. La prima sorpresa è un incontro in realtà che si concretizza a pochi minuti dalla partenza, con la prima ampia apertura dei cani e conclusosi dopo un avvicinamento piuttosto rapido e concitato sulla ferma avvenuta a circa duecento metri di distanza che nel bosco fitto di carpino e ginepro sono molto più lunghi e intricati da percorrere rispetto agli aneddoti chilometrici assai frequenti ai tavoli dei bar del cacciatore. Non servono parole alla vista dei cani in ferma fra i ginepri, dividendoci chiudiamo positivamente l’involo repentino della beccaccia che viene prontamente recuperata dalla giovane setter di Luca.
Un buon inizio indubbiamente, fondamentale per infondere negli animi e nelle gambe la giusta dose di forza e fiducia che come sempre ci dovranno sostenere fino al tramonto, perché le nostre giornate di caccia sono così, accese dalla passione fino all’ultima luce. Buona visione dunque, di un video che prova a condensare in alcuni minuti una parte di quei sentimenti condivisi che legano uomini e cani liberi nei boschi.