Ci sono sfide che con alcuni selvatici vale la pena lasciare aperte per tornare a scriverne nuovi capitoli, nuove giornate condivise con la stessa compagnia. È con questo spirito che siamo tornati sulle colline umbre di Sigillo, dove avevamo trascorso già delle bellissime ore di caccia alla lepre insieme a Carlo Generotti e i suoi segugi italiani. Nelle precedenti occasioni avevamo potuto apprezzare e godere il lavoro dei cani che erano riusciti a coinvolgerci nelle varie fasi di lavoro, dall'accostamento allo scovo fino a lunghe ed emozionanti seguite. Era sfuggito all'obbiettivo della telecamera il momento finale dell'abbattimento e del coronamento finale delle azioni di caccia da poter condividere con voi appassionati. Ma non ci siamo arresi. All'arrivo dell'autunno, con la giusta brezza giunta in ausilio ai cani abbiamo deciso di ritentare con Carlo e una piccola compagnia di amici una battuta di caccia alla lepre. Siamo ai primi giorni di novembre e le lepri conoscono già da tempo la voce dei segugi ma questo rende ancora più avvincente la sfida. Il territorio in cui ci muoviamo è ben noto a Carlo e agli altri amici, per cui ci affidiamo alle loro indicazioni per scegliere la nostra postazione fra un ampio prato e il bosco dove solitamente le lepri in fuga sono solite passare.
La muta dei sei segugi italiani viene liberata a favore di vento nella vallata sotto di noi in cui si trovano i probabili campi di pastura notturna in cui i cani possono leggere e rintracciare le emanazioni dei selvatici. Li sentiamo in lontananza richiamarsi con i primi guaiti mentre risalgono il versante della collina sopra di noi. Il ritmo delle voci diventa sempre più incalzante a ridosso di una folta macchia di ginestre dove la lepre decide finalmente di abbandonare il covo dando il via alla più intensa canizza in seguita. Il percorso seguito dalla lepre e successivamete dai cani dietro di lei si snoda sulle colline attraversando boschi e fossati. Da lontano riusciamo appena ad intravedere il selvatico mentre percorre un ampio aggiramento questa volta più in alto rispetto a noi che attendiamo il suo ritorno verso la valle. La muta dei segugi non desiste e io decido di spostarmi dalla mia postazione in direzione della seguita che sembra avvicinarsi all'interno del bosco che mi sovrasta. L'eco dei cani va e torna negli avvallamenti mentre in silenzio mi dispongo in ascolto di ogni rumore utile proveniente dal bosco.
Con netto anticipo sui cani una giovane lepre finalmente arriva a mostrarsi improvvisamente da folto del bosco. È sorpresa nel vedermi lì ad attenderla e compie uno scarto repentino verso l'alto cercando di recuperare il bosco più fitto per nascondersi di nuovo ma il coro dei segugi ci aveva messo in allerta facendomi trovare pronto ad un tiro rapido con il quale la lepre ha concluso la sua fuga. Al boato della fucilata seguono immediati i guaiti dei segugi che arrivano come un uragano a trovare la quiete fra le mie mani che sorreggono la lepre. È il loro trionfo, i cani possono finalmente annusare il selvatico da vicino. La sfida si è conclusa, questa volta nel migliore dei modi per noi; la perseveranza dei cani e dei cacciatori è stata premiata. Ci ritroviamo fra abbracci e saluti che non hanno bisogno di parole con gli altri amici. Il bosco, acceso dalle voci dei cani fino a qualche istante prima è tornato silenzioso nei suoi colori autunnali, dolci e decadenti, mentre noi con passo lento ne godiamo il profumo tornando verso le colline.
Cartucce MG2 Mythos: una certezza Baschieri & Pellagri
Alla fine di giornate di caccia andate a buon fine è giusto fare delle valutazioni sui fattori positivi che hanno contribuito alla riuscita. Nel nostro caso una componente non trascurabile è stata sicuramente nel tiro finale alla lepre la cartuccia Baschieri & Pellagri MG2 Mythos. Non parliamo sicuramente di una novità ma di una grande conferma per una gamma di cartucce caricate da Baschieri sia per il calibro 12 sia per il calibro 20. Cartucce dedicate alla selvaggina stanziale di pregio e alla caccia in valle di cui una delle caratteristiche principali è sicuramente l’elevata velocità , grazie all’utilizzo della polvere MG2.
I pallini speciali di piombo temperato protetti da un trattamento di nichelatura permettono di ottenere rosate compatte con alta energia residua. Nei modelli con borraggio in plastica, la concentrazione di rosata, e’ assicurata anche da una borra antigelo con contenitore pretagliato a sei alette ad elevato contenimento.
Sia il calibro 12 che il calibro 20 prevedono le versione con borra in feltro. La cartuccia sparata da noi nella caccia alla lepre è la MG2 Mythos HV con dose di 40 grammi di piombo nichelato e pallini numero 4.
La stessa cartuccia è disponibile anche con numerazioni di pallini 7 - 6 - 5 - 4 - 3 - 2 - 0. Il bossolo impiegato per queste cartucce è il Gordon System di Baschieri capace di attutire il rinculo alla spalla del tiratore.
La nichelatura del piombo è garanzia di maggiore durezza e sfericità dei pallini che si traduce con maggiore velocità e minore deformazione in volo. Il potere di penetrazione risulta in questo modo ottimizzato e gli abbattimenti sicuri come nel nostro caso, evitando inutili ferimenti o spiacevoli mancati recuperi dei selvatici.