L’anno in corso e la stagione venatoria conclusa ci dimostrano ancora una volta quanto la capacità di adattamento ai cambiamenti sia determinante nella vita; la caccia non fa eccezione. Le restrizioni negli spostamenti per gli appassionati di migratoria e in particolare di caccia alla beccaccia hanno rappresentato un limite difficile da superare in molti periodi. È mancata indubbiamente l’attesa e la preparazione di qualche viaggio in cui per giorni ci si immerge totalmente nella natura lontani da ogni contatto e soli con i propri cani ad esplorare foreste e conoscere nuovi orizzonti e paesaggi che poi restano nel bagaglio delle esperienze. È stata però l’occasione per vivere a fondo ed apprezzare ancor di più gli ambienti che non lontano da casa conservano sugli Appennini sempre il loro fascino e la bellezza aspra di boschi ancora graditi alle beccacce in arrivo.
Poi si sa che questa passione vive di giornate e spesso episodi irripetibili e vi raccontiamo pertanto una di quelle che non sempre capitano e quando arrivano sono destinate a restare nella mente di un cacciatore per sempre. Emozioni, fatiche e soddisfazioni che specie se conquistate fra mille difficoltà e in buona compagnia rendono ogni singola azione un inno alla gioia e all’amicizia fra uomini e cani.
Una giornata di caccia e amicizia in Valle di Fiordimonte
Il vento teso da nord arriva sempre come una promessa per i cacciatori e in quel pomeriggio di fine novembre sembrava insistere deciso. Giusto il tempo di pensare che l’indomani avrebbe potuto essere una buona giornata per le beccacce e una chiamata di Luca mi avverte di prepararmi per raggiungerlo a Fiordimonte e cacciare insieme mosso dalle stesse speranze. Non mi faccio di certo pregare dato che è passato tanto tempo dalla nostra ultima uscita insieme e passare una giornata fra i boschi di Fiordimonte soprattutto nei colori di Novembre è qualcosa di magico. Il mattino seguente mancano ancora due ore all’ alba quando mi metto tranquillamente in viaggio godendo il silenzio del mattino dei paesi ancora addormentati fra le colline delle nostre Marche.
C’è il fuoco acceso ad aspettarmi nella casa di caccia a Fiordimonte e fra i saluti e qualche previsione sulla giornata ci mettiamo in cammino verso le zone più alte dell' Azienda Faunistica data la bassa temperatura e il ghiaccio nelle zone più ombrose dei fondovalle. Qui la caccia alla beccaccia e alla selvaggina migratoria in genere è possibile al contrario dei territori aperti gestiti come Agrituristico Venatoria perchè più vocati al fagiano e altri selvatici stanziali. Il primo sole del mattino riscalda subito l’aria e i cani iniziano energicamente il proprio lavoro seguiti da me e Luca che in silenzio comunichiamo solamente a gesti e sguardi un po’ per abitudine, un po’ per non rompere un silenzio perfetto riempito dai colori, dai profumi del bosco e dal suono dei beeper che spesso ci trascina in corse e accostamenti al cardiopalma fra quercioli e ginepri fitti. Le nostre aspettative non sono state tradite, le beccacce sono arrivate e per questo alterniamo cani esperti a giovani che hanno modo di incontrare, vedere e iniziare a capire le abitudini di questo splendido selvatico, un tormento che dovranno condividere con noi per le prossime stagioni della loro vita.
Gli incontri si susseguono a buon ritmo e la stanchezza sembra non farsi sentire per nessuno, la consapevolezza di vivere una giornata memorabile fuga ogni incertezza o cedimento. Attraversiamo boschi, risaliamo colline guidati dalla cerca avida e concentrata dei cani che esplorano ogni angolo interessante. Nei prati che dividono i boschi lo sguardo incuriosito delle greggi al pascolo segue ogni nostro movimento e la loro vista è appagante anche per noi cacciatori che sappiamo quanto la loro presenza sia fondamentale per la permanenza e l'alimentazione delle beccacce. Mentre realizziamo le immagini del video e passiamo in rassegna le nostre attrezzature i cani non ci danno tregua e dopo una ferma di pochi istanti una beccaccia, sicuramente la più semplice della giornata decide di involarsi nella nostra direzione mostrandosi allo scoperto in tutta la sua bellezza mentre restiamo a guardarla con armi scariche e telecamere spente. Ci sta, siamo abituati a questi colpi di scena che la natura regala in diretta senza concedere possibilità di replica.
In questa cornice di pace assoluta lontani dalle sciagure del mondo scorrono veloci le nostre ore di caccia. Manca ancora molto al tramonto quando decidiamo di fermarci perché pienamente appagati dal risultato e desiderosi soltanto di goderci un momento che aspettavamo da tempo. L’amicizia, la natura e la caccia sono riuscite ancora una volta a fare il loro corso nonostante tutto.