Caccia al cinghiale in battuta 2024: Ritorno in Sabina

Siamo fra i boschi e i calanchi che disegnano il territorio di confine fra Lazio e Umbria nel comune di Magliano in Sabina. La squadra Tornado che ci ospita è composta da cacciatori non solo esperti ma anche molto accoglienti. Li abbiamo seguiti nelle prime ore del mattino cercando di interpretare nel migliore dei modi le tracce lasciate nei campi dai cinghiali nella notte per orientare la disposizione della battuta e la sciolta delle mute dei cani nella giusta direzione. Le canizze, gli spari che interrompono il silenzio e le parole sussurrate alle radio sembrano premiare fin da subito le scelte strategiche della squadra che ora vive la fase più intensa della battuta di caccia, fra seguite e spari alle poste. Con i sensi tesi a cogliere ogni segnale che possa provenire dal bosco cerchiamo di intercettare con i nostri obbiettivi, aiutati dalle telecamere indossate dai cacciatori le emozioni della caccia in braccata cercando di portarvi a coglierne lo spirito e le tante componenti tecniche e rituali che la animano.

Enrico Montini uno dei cacciatori e conduttori dei cani della squadra Tornado di Magliano in Sabina 

I sacrifici dedicati alla cura dei cani, al loro addestramento, alla tutela dei territori in cui le giornate di caccia si svolgono, stanno trovando in questi momenti le risposte attese, fatte di soddisfazioni condivise spesso neanche con le parole fra i membri della squadra che assume tanti aspetti simili a quelli di una famiglia. 

Verso gli anziani è evidente la disponibilità dei giovani in ogni momento, la riconoscenza per chi tanto ha dato e insegnato; ai giovani vanno i consigli e la comprensione tacita degli esperti per ogni errore dovuto alle emozioni ancora difficili da controllare. 

La cacciata si conclude con i profili degli alberi spogli che si stagliano sulle luci del tramonto mentre si placano le voci e si recuperano le spoglie dei selvatici. I cinghiali presi verranno ora come sempre ripartiti non solo fra i membri della squadra, ma anche della comunità locale che partecipa puntualmente e in modo entusiasta anche e soprattutto sostenendo moralmente i cacciatori che qui si chiamano da sempre e ancora amici. A loro viene segnalata tempestivamente la presenza dei cinghiali che arrecano danni anche ingenti alle coltivazioni. Un’altra stagione se ne va e le carni dei selvatici presi, cresciuti e vissuti in natura, occuperanno a tavola il posto di quelle provenienti da qualsiasi altra fonte artificiale, lasciando che natura e uomo convivano nel più normale dei modi come avviene dalla notte dei tempi, lontano da ogni nuova e strana ipocrisia. Impossibile rinnegare la sostenibilità della caccia, lo dimostrano i selvatici stessi che coesistono e resistono insieme ai cacciatori dove il mondo commerciale si ferma e non divora costantemente territorio con spazi urbani dove sopravvivono soltanto le ideologie ambientaliste e muore l’ambiente naturale. Vi lasciamo quindi alle immagini di uomini e dei loro cani, che ancora una volta corrono insieme nei boschi, nella consapevolezza e nella fierezza di ciò che sono, per natura e per scelta. Buona visione


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