In questi ultimi mesi la tensione tra cacciatori è aumentata in maniera preoccupante: se tanti tra di noi non si danno una calmata ci aspetta un futuro di fuoco! Su internet, e non solo, si litiga su tutto: la capacità dei cacciatori, la caccia di selezione al cinghiale, la caccia ai cervidi con i segugi, addirittura si discute la stessa funzione ed esistenza dell'ISPRA. Qualche volta con argomentazioni che denotano superficialità, scarsa conoscenza della materia, sia a livello pratico che teorico, eccessiva aggressività.
Anche io vorrei parlare un poco di queste tante problematiche che però sono unicamente italiane: infatti è curioso ed al tempo stesso allarmante notare come all'estero non esistano polemiche simili; fuori dai nostri confini le diverse categorie dei cacciatori prima si riuniscono e poi decidono insieme le istanze da portare avanti ed infine si confrontano unite con le associazioni di ambientalisti e le autorità.
Da noi invece, come ben saprete, funziona molto diversamente e negli ultimi tempi sembra che farci del male da soli sia la nostra priorità assoluta, il nostro obbiettivo principale a cui nessuno sembra capace di sottrarsi.
Sono convinto che il ruolo di internet dei cosiddetti “social media" venga troppo sopravvalutato, forse le polemiche esistono solo sulla rete, spesso alimentate da persone di nessuna esperienza ma di tanta capacità verbale, che talvolta si esprimono in una lingua che con l'italiano ha poco a che fare e che denota solo scarsa cultura, spesso accompagnata ad un livello di ignoranza venatoria allarmante, mentre il vero mondo si muove su piani diversi molto più pragmatici e reali, colpendoci direttamente nel modo in cui possiamo o non possiamo andare a caccia, decidendo quasi tutto sopra le nostre teste. Lasciandoci però, bontà sua, la possibilità di parlarci addosso, o meglio di insultarci “inter nos", dandoci l'illusione di fare qualcosa per poter cambiare la situazione, senza in realtà poter far nulla anzi aggravando, con questo aumento della tensione tra di noi, la nostra già precaria situazione.
In ogni caso, questo elevato livello di tensione non fa certo bene alla nostra categoria, quella dei cacciatori (parlo di tutti i cacciatori, senza distinzioni) che ha bisogno di tanta coesione e di pochi chiari obbiettivi da perseguire con determinazione, non certo di dividersi in tante fazioni ognuna preoccupata di coltivare solo i propri interessi, di disprezzare le opinioni degli avversari e di urlare più forte degli altri. Ma perché si è giunti a questi livelli? Le risposte devono per forza essere tanto complesse, visto l’aspro livello raggiunto delle diverse polemiche, ma credo che una generalizzata disinformazione unita al disprezzo delle altrui opinioni sia la causa principale di questo stato di cose. In questo momento sembra che internet imperi, ma nella realtà è assolutamente vero il contrario.
È necessaria, mio avviso, una generale calma. La posta in gioco per noi è fondamentale: abbiamo visto quanto sia importante non litigare tra di noi, ma ancora più importante non inimicarsi quella larga fascia della pubblica opinione che finora, in via di principio (magari il nonno o uno zio, buonanime tanto brave e simpatiche, erano cacciatori), non è ancora contraria alla nostra passione.
Ma al tempo stesso le basterebbe poco per farsi suggestionare dalla propaganda animalista ed anti caccia, abbandonando la sua neutralità e diventando a noi ostile.
Amici cacciatori, non litighiamo, lavoriamo per trovare tutti insieme un “modus vivendi" per portare avanti unito i nostri reali obbiettivi, diamo un'immagine equilibrata e pulita della nostra categoria anziché dividerci in tante polemiche che ci allontanano tra di noi e che, se viste con gli occhi di un non cacciatore (si badi bene, non ho detto un anti caccia), dando della nostra categoria un immagine sbagliata, non corrispondente alla realtà e soprattutto non politicamente corretta e non sostenibile. Ogni nostra divisione ci rende più deboli e non solo di fronte alle azioni dei nostri veri avversari, ma anche nei confronti di coloro che hanno un atteggiamento neutrale verso la caccia. Mentre i cacciatori litigano tra loro i ricorsi alle associazioni ambientaliste vengono accolti ed i calendari venatori sospesi! È già accaduto la scorsa stagione in diverse regioni italiane e si sta ripetendo ora!
Io, personalmente non ho una soluzione da proporre, anche perché credo che questo non sia nemmeno il mio compito.
Io vi voglio parlare di caccia al cinghiale, la mia passione, il mio mondo.