La neve è scesa in ritardo ma abbondante sulle cime dei Sibillini e i tanti cinghiali che transitano costantemente fra i confini del Parco Nazionale e le zone confinanti sono in continuo movimento facendo irruzione nei campi appena seminati dagli agricoltori. Le tracce non sono difficili da identificare nel terreno umido e il lavoro dei cacciatori più esperti viene semplificato. Un clima di festa e cordialità ci accoglie nella casa di caccia dove puntualmente avviene il ritrovo della squadra prima e dopo ogni battuta di caccia. Risuonano immancabili fra le risate e gli sfottò anche le raccomandazioni dei più anziani verso i nuovi giovani cacciatori che rappresentano una parte importante della compagnia; il cambio e lo scambio generazionale fanno bene alla vista e al cuore. Un coro eterogeneo di voci proviene dai carrelli dove i cani, con voce squillante o cupa a seconda della razza fanno risuonare l’eco di un’unica passione incontenibile nell’attesa. Al riverbero di un fuoco acceso ammiriamo i tanti trofei che la squadra orgogliosamente espone all’interno della casa mentre si prendono le decisioni finali sulle zone interessate dalla battuta. Come avessimo da sempre fatto parte del gruppo veniamo assegnati a due poste che ci permetteranno di seguire con l’occhio delle nostre telecamere lo svolgersi delle azioni aiutati dalle tante telecamere presenti anche sulle carabine dei ragazzi che giustamente vogliono vedere immortalati i momenti della stagione.
Caccia al cinghiale in battuta
La zona interessata dalla battuta è piuttosto ampia e variegata nella sua orografia. Si alternano colline boscose a calanchi profondi dove i cinghiali cercano riparo soprattutto nelle zone maggiormente esposte al sole e fitte di vegetazione. Giunge nitido il suono del corno che dà inizio alla braccata e non tardano a farsi sentire anche le canizze che salgono e scendono a ritmo incalzante fra fossati e ripide salite. Sono diversi i branchi di cinghiali presenti in altrettante zone di rimessa e cercando di mantenere il massimo silenzio, si accendono tutti i sensi cercando di intercettare ogni possibile rumore o movimento proveniente dal bosco. L’emozione dei cinghiali in arrivo, aumentata indubbiamente dal punto rosso delle telecamere acceso gioca qualche scherzo alla mira che costerà ai “malcapitati “ qualche commento ironico al rientro nella casa di caccia. È la bellezza di questo antico rito che si ripete, immortale e coinvolgente nella sua genuinità. Alla fine della giornata dopo le emozioni si condividono le fatiche nel recupero dei cinghiali abbattuti. Fra i colori di un tramonto che ricalca il profilo dei sibillini si muovono lente le ombre di cani e uomini stanchi di cui si individuano i sorrisi e i commenti nel buio che avanza. Un’altra stagione volge al termine, lasciando questa sera non solo ricordi impressi nella mente, ma immagini in cui potersi ritrovare in attesa che il corno torni a suonare.