E alla fine gli Atc furono riformati. A forza, verrebbe da dire. Il territorio toscano assume una nuova conformazione. Almeno per quanto riguarda gli Ambiti territoriali di caccia. Con 21 voti a favore, 9 contrari e 3 astensioni, il Consiglio regionale della Toscana ha infatti approvato il testo che riforma gli Atc. Il provvedimento si era reso necessario dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva stabilito l’illiceità di farne coincidere i confini con quelli delle Province e la necessità di prevedere a una nuova definizione con “dimensioni subprovinciali, possibilmente omogenei e definiti da confini naturali””. Era giugno. Sono trascorsi sei mesi e mezzo. E adesso la Toscana ha quindici Atc a norma di legge e di Costituzione. O almeno così si suppone.
I nuovi Atc della Toscana
La riforma prevede la costituzione di quindici Atc gestiti da comitati in carica per cinque anni; la prima infornata di nomine degli organi direttivi dovrà essere ratificata entro il 31 dicembre 2016. I comitati di gestione saranno composti da dieci membri per ogni Atc (tre agricoltori, tre cacciatori, due ambientalisti, due di nomina politica individuati tra sindaci, assessori e consiglieri); dopo la bocciatura in commissione, è stata nuovamente respinta la proposta del leghista Roberto Salvini che proponeva l’elezione diretta dei rappresentanti del mondo venatorio e agricolo.
La nuova norma prevede inoltre la costituzione obbligatoria di un ufficio con funzioni di centrale unica di committenza per l’acquisizione di forniture e servizi e per il conferimento di incarichi professionali di importo superiore a 5.000 euro.
I nuovi Atc sono 15: Valtiberina (Atc 1), Arezzo-Valdarno-Valdichiana-Casentino (Atc 2), Siena nord (Atc 3), Firenze nord (Atc 4), Firenze sud (Atc 5), Grosseto nord (Atc 6), Grosseto sud (Atc 7), Siena sud (Atc 8), Livorno (Atc 9), Arcipelago toscano (Atc 10), Lucca (Atc 11), Pistoia (Atc 12), Massa (Atc 13), Pisa ovest (Atc 14), Pisa est (Atc 15)
Le reazioni della politica: contrari Lega e Sinistra Italiana
La Lega Nord ha espresso voto contrario al provvedimento. Roberto Salvini ha motivato il no contestando la mancata previsione di un comitato di controllo più allargato e sostenendo che “con questa legge si va a regolamentare la gestione di finanziamenti pagati solo da una componente. La gestione degli Atc è in capo a una componente degli agricoltori, una del mondo venatorio, una degli ambientalisti ma tra questi solo il mondo venatorio versa soldi ed è per questo che rivendica il controllo di una buona gestione dei soldi”. Salvini sostiene che anche questa legge sia impugnabile davanti alla Corte Costituzionale che “ha detto che occorreva ripristinare il preesistente e non di disegnare un nuovo assetto”.
Contrario anche il voto di Tommaso Fattori di Sinistra Italiana, secondo il quale “la soluzione proposta dalla Giunta presenta vizi di incostituzionalità e contrasta con la normativa statale. Tutti gli ambiti dovevano essere subprovinciali. Così si violano norme nazionali anche sui criteri di rappresentatività all’interno dei comitati di gestione degli Atc e la normativa regionale sulla parità di genere”.
Astenuto il Movimento 5 Stelle. La pentastellata Irene Galletti apprezza “la suddivisione in 15 ambiti e anche la centrale unica di committenza”, ma esprime riserve “sulla sua istituzione all’interno di un Atc e non in uffici della Giunta a garanzia di maggior trasparenza”. Galletti ha ribadito la necessità di maggiori controlli e vigilanza, proponendo che questi siano svolti sia “dalla Commissione Controllo del Consiglio regionale sia dalla Giunta regionale”.
Ovviamente la maggioranza difende il provvedimento. Il capogruppo PD Leonardo Marras ribadisce l’esigenza di “un’organizzazione che garantisca efficienza” e la rilevanza della “scelta di innovazione della centrale unica di committenza, un’organizzazione obbligatoria ma autogestita dagli Atc”. L’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi parla di un testo “che ha rispettato tutte le procedure e che per le previsioni che contiene è da considerarsi al riparo da nuove ed eventuali impugnazioni”.
Il mondo venatorio contrario alla riforma degli Atc
Ma i cacciatori sono sul piede di guerra. La Confederazione dei Cacciatori Toscani ha rilasciato una nota in cui sostiene che “la nuova legge mortifica immotivatamente ruolo e funzioni dei comitati di gestione e appare improntata a una diffidenza conclamata verso i cacciatori e gli agricoltori. Dopo le ripetute dichiarazioni di disponibilità e di apertura”, fa sapere la CCT (Federcaccia, Arcicaccia, Anuu), “la conclusione inevitabile da trarre è che non vi è stata una reale volontà politica ad ascoltare la principale espressione organizzata del mondo venatorio, le cui valutazioni peraltro erano condivise anche da altre componenti sociali presenti ai tavoli”. E la CCT rinnova la richiesta di una Conferenza regionale sulla caccia “per definire scelte organiche e strategie, pronta alla mobilitazione assieme a tutti gli interlocutori”.
(esseti)