Più che in altre aree, nelle regioni meridionali della Penisola il periodo di caccia è vincolato alle condizioni meteorologiche e come è accaduto nella stagione venatoria appena passata, interessata da ondate di gelo di grande rilievo, spesso l'arrivo degli anatidi si sostanzia in interessanti flussi migratori.
A settembre si è registrata una discreta presenza di diverse specie di anatre; alzavole, mestoloni, moriglioni e qualche codone si sono affiancati ad un buon numero di germani sempre meno interessati dalla migrazione e sempre più stanziali.
Nei mesi successivi il passo è risultato regolare con qualche picco natalizio che ha portato anche i soliti fischioni. Ma è stato il mese di gennaio la vera rivelazione che soprattutto nelle regioni più a sud ha deliziato i più accaniti cacciatori di acquatici con passi di rilievo per numeri e soprattutto per la regolarità dei flussi quasi giornalieri.
In tanti si sono dedicati a questa caccia e le notizie confortanti di importanti carnieri e di numerosi avvistamenti hanno spinto parecchi cacciatori ad attrezzarsi a dovere.
La particolarità di una caccia legata soprattutto ai laghetti artificiali, ai pochi corsi d'acqua e ai sempre più rari pantani detta una serie di accorgimenti spesso determinanti per la buona riuscita della giornata di caccia.
Importante il mimetismo. Sempre più cacciatori scelgono un abbigliamento tecnico camouflage.
Capi leggeri nel peso ma caldi allo stesso tempo dove il Gore-tex la fa da padrone.
Il canneto al bordo delle zone umide è l'ambiente più tipico e ogni indumento sembra adattarsi ai suoi disegni naturali.
Assolutamente tessuti non rumorosi perché dopo l'aspetto mattutino, che alle prime luci dell'alba ci spinge ad insidiare le anatre che cambiano luoghi di pastura, si prosegue andando a cercare gli anatidi per laghetti, fossi e acquitrini, avvicinandosi parecchio e quindi cercando di non allarmarle anzitempo.
In questa circostanza si usa spostarsi con auto e fuoristrada da un laghetto ad un altro cercando di confezionare ogni volta un agguato ben eseguito.
Non si tratta di una caccia facile e bisogna stare attenti al pericolo delle scivolose guaine spesso presenti nei bordi pendenti di queste grandi vasche artificiali.
I fucili usati sono solitamente in calibro 12, qualcuno camerato magnum, nessuno in supermagnum poichè il tiro non è mai troppo lontano e le temperature del sud mal si addicono ad una cartuccia troppo pesante che in questi casi darebbe una bella botta sulla spalla.
Cartucce quindi non troppo pesanti e assolutamente veloci.
Pallini del 5 se la caccia è mista, una misura più inferiore se si aspettano le alzavole e qualche cartuccia più “importante” se ci aspettiamo codoni e moriglioni.
Le munizioni di ultima generazione con pallini in acciaio e altre leghe si sono dimostrate piuttosto efficaci.
Probabilmente qui influisce anche la prestazione balistica di alcune canne e strozzatori.
L'uso degli stampi è sempre più diffuso mentre non si è ancora consolidata la caccia con i richiami vivi.
In particolar modo le alzavole novizie e i germani hanno dimostrato di credere agli stampi ben ancorati a riva, soprattutto se accompagnati da validi richiami a fiato.
Anche l'aspetto alle anatre che si palesavano al tramonto ha dato i suoi frutti.
In questo caso si scelgono i laghetti più alti in quota e più riparati da folta vegetazione e l’abbigliamento indossato sarà parecchio più pesante perché al Sud pochi sanno che l’escursione termica è forte e repentina, farsi trovare impreparati sarebbe un grave errore.
Gli accorgimenti e i particolari sono quindi importanti e chi ha saputo adottare quelli giusti ha portato a casa delle belle soddisfazioni assieme a dei carnieri che non si ricordavano da anni.