I fatti
Quando si parla di attività venatoria di selezione, e quindi di prelievo di selezione, ce lo dice la parola stessa, questa attività non prevede un abbattimento indiscriminato degli esemplari, essendo invece la caccia di selezione una attività ragionata, ed in cui la scelta dei capi da abbattere risponde ai dati che provengono da attenti studi di settore.
L’Abruzzo ha quindi deciso di approvare un piano di prelievo di selezione del cervo, autorizzandolo nei comprensori 1 e 2 individuati dal Piano Fauntistico Venatorio, e ricompresi quindi negli ATC di Avezzano, Sulmona, Subequano, l’Aquila e Barisciano.
La sentenza del TAR contro i ricorsi
Nei confronti del suddetto Piano di prelievo sono stati immediatamente presentati tutta una serie di ricorsi da parte di varie associazioni animaliste.
Il TAR Abruzzo ha, però, deciso di dare attuazione al Piano di prelievo, riconoscendone la piena legittimità.
Addirittura, leggendo il testo della sentenza, il TAR dice :"non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presenti”.
Proseguono i giudici amministrativi “A fronte di un rischio per la specie che è solo allegato e non dimostrato, il collegio ritiene di poter dare preminenza a quello della sicurezza stradale…”
Quello che possiamo affermare è che, nel rigettare i ricorsi delle associazioni animaliste, si è certamente appurato come a dover muovere il giudizio nei confronti della tutela della Natura e della biodiversità non devono essere sentimenti di pancia, ma il metodo scientifico.
Metodo scientifico applicato, primo tra tutti, nell’ambito dei censimenti che annualmente vengono eseguiti al fine di quantificare la popolazione di una certa specie su un determinato territorio.