Guardare sorgere l'alba non ha prezzo, ma questa assume un valore magico osservandola nascere in un posto incantato, come il capanno di Duilio adornato di ciliegi, faggi ed abeti, in alta Garfagnana.
Le emozioni che proviamo quando siamo a caccia non hanno eguali, tutto assume un sapore più intenso, così come la nascita di un nuovo giorno.
La Garfagnana è un posto meraviglioso, incontaminato e l'autunno gli dona quel tocco fatato, grazie ai suoi colori caldi ed avvolgenti, dal marrone al verde scuro, dall'arancione al giallo, sfumando nelle tonalità del rosso.
L'ora dell'appuntamento è fissata per le 6.00 del mattino davanti al "Bar Centrale" di Sillano.
Duilio spacca il secondo ed arriva puntuale come un'orologio svizzero con il suo Jimny; salgo a bordo del piccolo fuoristrada e ci dirigiamo verso la cantina dove ci attendono i tordi e merli da richiamo. Con oculata accortezza Duilio preleva le 14 gabbie che ospitano i "musicisti", che da lì a poco ci delizieranno con i loro canti d'amore, la melodia di primavera.
Caricato tutto "il coro" e gli attrezzi del mestiere a bordo del Jimny, ci dirigiamo finalmente verso l'appostamento fisso di caccia. La strada è un continuo destra/sinistra, un susseguirsi di tornanti in salita tra faggi e castagni carichi di ricci. Una meraviglia!
Dopo circa una ventina di minuti arriviamo finalmente sul posto tanto sognato, a quota 1300 sul livello del mare, dove intravedo mimetizzato tra gli arbusti il capanno, che ci ospiterà e conforterà dall'aria frizzantina del mattino.
Il fascino senza tempo del capanno
Il cielo è sereno ed un manto di stelle luminose appare sopra le nostre teste, mentre sul terreno una leggera brina tinge di bianco il manto erboso.
Ci apprestiamo a fissare le gabbie con i richiami vivi sugli alberi; è emozionante vedere Duilio, che con infinita passione e delicatezza posiziona i richiami a mestiere, in modo che questi possano cantare per tutto l'arco della mattinata, con la stessa dedizione di un tempo, nonostante le sue "75 primavere".
Questa è l'Arte Venatoria!
A tal proposito permettetemi questo breve excursus... Mi capita spesso di leggere alcuni commenti sui social di persone che screditano la caccia da appostamento fisso, perchè ritenuta banale e scontato il tiro sul selvatico; ma al tempo stesso nessuno si immedesima nel lavoro che vi è per la gestione del capanno, ed il grande tempo dedicato ai richiami vivi, i quali necessitano di attenzioni e cure per garantire il successo nella caccia; per non parlare dei costi sostenuti sia per la concessione del capanno che per l'acquisto e la gestione degli stessi richiami.
Terminato di posizionare i richiami ai loro posti come dei musicisti sul palco di un teatro prima dell'inizio di un concerto; insieme a Duilio ci accingiamo a prendere posto all'interno del capanno di legno, dove carichiamo gli schioppi che scandiranno il tempo di quella spettacolare sinfonia.
I fucili che abbiamo a disposizione sono di calibri differenti, in modo da non sciupare il selvatico in caso di tiro ravvicinato; si va dal calibro 32 sino ad arrivare al 20.
Sono le sette del mattino, la vista che si mostra dinanzi ai miei occhi è affascinante, direttamente sulla finestra tettonica delle maestose Alpi Apuane; come per magia nell'aria si innalza un'armoniosa sinfonia di canti primaverili dei tordi e merli; al sol pensiero ancora oggi che scrivo questo breve racconto mi viene la pelle d'oca. Per me è la prima volta che sono ospite al capanno fisso e ho l'opportunità di praticare questa forma di caccia, vi posso garantire che raramente, come in questa occasione sono riuscito realmente a rilassarmi e godermi quello spettacolo di melodie e canti. Un susseguirsi di tordi e merli danzanti nell'aria venivano a farci visita sui posatoi adiacenti al capanno, ed insieme a Duilio come maestri d'orchestra, scandivamo il tempo a suon di colpi di fucile.
La mattinata scorrerà velocemente, come tutte le cose belle della vita, d’altronde, ed insieme a Duilio raggiunta la quota giornaliera decidemmo che potesse bastare. Con una doverosa standing ovation ringraziammo quell'orchestra favolosa composta da tordi bottacci e merli, i veri protagonisti di quella avvincente giornata di caccia da appostamento fisso in alta Garfagnana; prima di far rientro nella piacevole ed accogliente Sillano.