Una fitta coltre di nebbia invade la valle in provincia di Modena all’alba di un giorno di metà dicembre in cui ci troviamo ospiti di cacciatori valligiani locali in uno splendido ambiente palustre, sapientemente gestito e custodito da coloro che alla caccia alle anatre dedicano un impegno costante. Sono circa le cinque del mattino ed il buio è totale nel padule.
Occorre allestire nel dettaglio la tesa prima dell’alba perché le anatre in pieno inverno conoscono perfettamente le insidie e i richiami dei cacciatori; avvicinarle non è cosa semplice e nulla può essere lasciato al caso. Richiami vivi, ancora concessi nel periodo in questione e stampi, si alternano nel chiaro dove la temperatura è gelida e solo lo sciabordare dell’ acqua al nostro lento procedere interrompe il silenzio. Alle prime luci che riescono a penetrare la nebbia insistente, tutti siamo in attesa all’interno dei capanni nelle diverse postazioni.
Carichiamo i fucili e aspettiamo che inizi il traccheggio mattutino dei selvatici con il solito entusiasmo che anima i cacciatori che si trovano a vivere la propria passione, anche nelle condizioni non ideali per ottenere grandi risultati. Il freddo intenso infatti non sollecita il volo delle anatre che in questo periodo sono riunite in branchi spesso numerosi e diffidenti.
Utilizziamo fucili molto diversi fra loro, semiautomatici calibro 12, alcuni di ultima generazione altri in ottimo stato di conservazione, uguali per tutti sono invece le munizioni della linea Leghe Speciali di Baschieri & Pellagri, caricate con materiali alternativi al piombo, quindi il rame, l’acciaio ed il tungsteno.
I richiami schiamazzano allertandoci di qualche presenza nel cielo a noi ancora impercettibile, dopo pochi istanti, i primi voli di alzavole e germani danno inizio ad una mattinata di caccia impegnativa ed entusiasmante, fatta soprattutto di emozioni improvvise nei momenti in cui le anatre giungono velocissime nella nebbia concedendo pochi attimi di visibilità per il tiro, valorizzando al massimo la soddisfazione di ogni nostro colpo riuscito.
In prima canna le cartucce impiegate sono le Baschieri Valle Steel caricate con pallini in acciaio oppure le Dual Shock con pallini in rame misti numero 6/4 con dose da 32 grammi. Completano il caricamento, le dosi maggiori della linea Dual Shock da 34 e 36 grammi magnum con pallini numero 5/3, e la cartuccia MG2 Tungsten che impiega 35 grammi di pallini in lega di tungsteno numero 5, duri e più pesanti del piombo, capaci di coronare azioni ai limiti della portata grazie all’alta velocità sviluppata dalla polvere MG2 e all’alto potere di penetrazione delle rosate. La scelta di utilizzare pallini di diverso diametro si rivela vincente nelle cartucce Dual Shock che sono in grado di garantire rosate compatte e ben distribuite nelle medie e lunghe distanze.
Sia germani che alzavole a diverse altezze e distanze cadono in modo netto alle prime fucilate puntualmente recuperati dal fedele Labrador che condivide con noi l’attesa nell’appostamento.
Con l’avanzare delle ore le anatre già allertate dai primi colpi di fucile sorvolano la tesa ai limiti della portata dei nostri fucili, ma grazie alla velocità del tungsteno delle Bascheri MG2 riusciamo a sfruttare qualche chance con successo su delle canapiglie.
La caccia è regolamentata in modo preciso dai cacciatori della valle, giustamente rispettosi nei confronti dei selvatici e di quello che è il frutto del loro lavoro per mantenere il ricco ambiente palustre il più indisturbato possibile.
Alle 12 pertanto, la nostra giornata di caccia termina lasciandoci la soddisfazione di aver vissuto dei momenti di autentica sfida con selvatici scaltri e difficili da conquistare, provando nell’occasione l’affidabilità delle cartucce Baschieri & Pellagri, capaci di svolgere al meglio il proprio dovere anche nelle condizioni ambientali estreme che spesso questa splendida caccia prevede. Lasciamo alle immagini la cronaca e i dettagli di questa battuta di caccia in ottima compagnia… Buona visione