In questa puntata sperimento a caccia con il cane da ferma, nel Pavese, le performance delle cartucce con pallini in acciaio. Utilizzo come ausiliare Ambra, bracco tedesco a pelo lungo, Deutsch langhaar, del cacciatore Riccardo Ferrari. Alla vista, Ambra non appare in grande forma e risponde in pieno alle caratteristiche della razza per il carattere calmo e ponderato. Ma poi si rivela un’abile insidiatrice di fagiani e cacciare con lei è un piacere: riporta persino direttamente a me in un paio di occasioni… “Come va l’acciaio?”, è la domanda che si fanno tutti. Dovrei dire bene, anche grazie al mio sovrapposto Fabarm Elos notte Al B2, con bascula in alluminio e canne testate per pallini in acciaio e a 1630 bar e grazie alle cartucce di Nobel sport Italia Steel Hp 32 con pallini numero 7 e soprattutto Steel Hp 35 e Hp 38, con pallini rispettivamente numero 5 e 4. Indubbiamente occorre una scelta migliore dell'anticipo e una mira molto più precisa perché l'acciaio non "perdona", ma non rilevo grandi differenze col piombo, se non, a fine giornata, sulla spalla perché le cartucce Nobel sono veloci e “toste”.
Diverso comportamento in volo
Partendo dal presupposto che il pallino di acciaio è sì più leggero rispetto a uno di uguali dimensioni di piombo, presenta un’indeformabilità decisamente superiore a quella del piombo: ne deriva un diverso comportamento dello sciame dei pallini in volo per la loro ottima attitudine alla penetrazione aerea, compensando in buona parte la diminuzione dell’energia cinetica alla distanza (diminuzione più sensibile rispetto al piombo). Contrariamente a quanto evidenziato anni fa e grazie all’evoluzione delle cartucce, i pallini grossi di acciaio se sparati in fucili strutturalmente e geometricamente atti allo scopo, dimostrano una buona micidialità anche a distanza su acquatici di grandi dimensioni, pure se creano un numero superiore di ferimenti. Anche se il pallino in acciaio, più grosso di quello in piombo ma con lo stesso peso, riesce a conservare più o meno la stessa energia, non ha però la stessa sezione, bensì più grande, con una conseguente riduzione della densità ed energia sezionale e quindi di una minore capacità di penetrazione nel selvatico, solo in minima parte compensata dall’indeformabilità dell’acciaio nell’attraversamento del corpo. Ecco perché è importante evitare di sparare ad animali a distanze superiori ai 30/35 metri pur utilizzando armi e cartucce adeguate.
Il vantaggio balistico dei pallini in acciaio è costituito dalla riduzione della dispersione trasversale dello sciame migliorando sia la densità delle rosate sia la dispersione longitudinale, rispetto al piombo. Formano cioè uno sciame alquanto più corto e compatto. Questa caratteristica risulta essere importante in quanto si può colpire l’animale con più pallini, a vantaggio di una maggiore letalità, pur rimanendo nelle distanze previste.
Sciame più compatto
La maggior compattezza dello sciame (più corto rispetto al piombo soprattutto per la indeformabilità dei pallini periferici) ha una leggera controindicazione nei tiri trasversali per una minore probabilità di colpire il bersaglio di animali in volo a grande velocità. Credo che tutti noi cacciatori dovremo affinare i tempi di anticipo e migliorarci nell’abilità di mira; anche questa condizione renderà il confronto con l’animale un poco più difficile e sportivo e le proprie capacità balistiche influiranno nell’abbattimento.
Valutando il rendimento di una cartuccia a 30 metri di distanza in un cerchio di 75 cm di diametro, si può asserire che mediamente il numero di pallini in acciaio a parità di strozzatura (che, come ricordo, non deve essere più di 5/10) è superiore di circa 5-7% a quelli in piombo, mentre la lunghezza dello sciame a 30 m può avere una riduzione variabile dal 30 al 50% a seconda del caricamento della cartuccia e delle condizioni della canna e della lunghezza di strozzatura del fucile.
Per la mia esperienza raccontata nella quarta puntata della serie “Niente più piombo?”, in onda su Sky canale 235 lunedì 7 febbraio, a distanze medie e corte sotto ferma del cane, nessun problema. Poiché la rosata dei pallini in acciaio è molto più compatta di quelle con pallini in piombo, conviene lasciare allontanare di più il selvatico, allo scopo di non danneggiare le carni.
Cacce specialistiche e problemi
Per la caccia alla beccaccia nel folto, poiché il tiro è spesso ravvicinato, l’industria dovrà elaborare cartucce dispersanti più efficienti, mentre abbiamo già visto all’opera strozzatori specialistici per allargare la rosata nei primi metri dalla canna. La caccia alla lepre è seriamente minacciata per il pericolo dei rimbalzi, sempre più accentuato quando l’angolo di incidenza va da 15° a 0°. Un altro problema che si è verificato spesso in passato, ma che le aziende produttrici di munizioni hanno ormai quasi risolto è quello dell’ossidazione dei pallini nella cartuccia, che causa la formazione di un unico blocco e rende la cartuccia pressoché inutilizzabile.
L’industria non può trascurare anche la nuova direttiva 2019/904 sugli articoli monouso in plastica, approvata a marzo dal Parlamento europeo, che prevede restrizioni alla commercializzazione anche di articoli in plastica oxodegradabile a partire dal 2021, insieme a una decina di articoli monouso in plastica. Il problema è costituito dalle borre rilasciate nell’ambiente. Alcune aziende britanniche e spagnole hanno sviluppato borre in materiali alternativi che rispondono all’esigenza più o meno totalmente. Più recentemente la bolognese Baschieri & Pellagri ha progettato in collaborazione con l'università di Bologna e commercializzato la borra Green core, prodotta in un nuovo compound polimerico biodegradabile al 100%.
Per quanto riguarda l’uso dei pallini in acciaio su fucili calibro 20, ferme restando le geometrie e le strutture già previste per il calibro 12, è consigliabile non usare cartucce con velocità alla bocca superiori a 380-390 metri al secondo e di limitare il diametro dei pallini. Per questo calibro la distanza ottimale di tiro è compresa tra i 15-20 metri.
Per saperne di più sulla serie “Niente più piombo” a cura di Massimo Vallini, visitate il sito di Caccia e pesca TV su Sky
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