Alle prime luci dell’alba tanto attesa dai cacciatori, un battito d’ala illuminato dal sole sorvola in pochi attimi i campi di girasole ormai maturo, la prima tortora d’apertura. Nei suoi colori il sapore di terre lontane bruciate dal sole, nel suo volo il saluto dell’estate che se ne va.
Alla prima ne seguiranno subito altre nella stessa direzione, il cacciatore farà bene a restare immobile e ben mimetizzato nel suo appostamento temporaneo fino all’attimo decisivo del tiro. I terreni migliori frequentati dalle tortore sono in genere in prossimità di fiumi e corsi d’acqua dove la vegetazione e l’acqua potranno nascondere e rifocillare i selvatici dopo la sosta nei campi di pastura. In questi luoghi, ampiamente ispezionati nei giorni che precedono l’inizio della stagione, i cacciatori attendono i selvatici al passaggio mattutino e al rientro serale sfidando la velocità e la diffidenza di questi selvatici.
Baschieri & Pellagri dedica alla tortora una cartuccia specifica all’interno della propria collezione Mygra.
La dose contenuta da 33 grammi per il calibro 12 è perfettamente indicata alle esigenze che la caccia a questo selvatico impone. La polvere utilizzata è la MB 32 a doppia base, nota per il suo rendimento massimo con i climi ancora caldi ed asciutti tipici nel periodo tardo estivo e autunnale dei giorni d’apertura. Il bossolo in plastica a chiusura stellare è il Gordon System brevettato da Baschieri.
Il borraggio in plastica con contenitore permette una distribuzione compatta e precisa delle rosate nelle medie e lunghe distanze a cui spesso si è costretti a sparare alle tortore dopo le prime luci dell’alba. I pallini utilizzati sono in piombo selezionato ramato con il 5% di antimonio, di medio diametro n° 7,5, ideale per questo selvatico. La ramatura dei pallini, garantisce una superfice estremamente levigata ed uniforme agli stessi, che quindi manterranno sfericità, velocità e maggiore potere di penetrazione durante il volo. La velocità sviluppata dalla cartuccia Mygra Tortora di Baschieri & Pellagri è di 408 m/s.
Non è mai facile intercettare il volo delle tortore, sempre pronte a sorprendere con cambi di direzione fulminei dove le distanze e i relativi anticipi variano in pochi attimi e tiri mirati devono alternarsi spesso a stoccate istintive prima che i selvatici diventino punti neri all’orizzonte.
Una cartuccia che sviluppi alte velocità e possibilmente “morbida”, gestibile nel rinculo, come in questo caso, può essere di grande aiuto al cacciatore per mantenere la linea di mira stabile e precisa nel doppiaggio dei colpi.
Il resto dipenderà poi dalle esclusive qualità del cacciatore, dalla sua esperienza e la sua abilità, dalla scelta della posta che si rivelerà determinante. Possono essere indubbiamente molti i fattori mutevoli che metteranno a rischio il successo, ma nell’attesa carica di speranze e nello spirito di adattamento si nasconde il fascino della caccia a questo migratore, capace in ogni caso di lasciare col fiato sospeso.
Per ulteriori informazioni visita il sito Baschieri & Pellagri