Oggi quando una cosa riesce bene si sente dire che è tutta questione di “chimica”. Una frase quasi frivola ma che in sé, nasconde una grande e profonda verità. L’unione tra due elementi molto diversi tra loro può innescare una reazione e portare a ottenere risultati in alcuni casi strepitosi. Si tratta solo di trovare la giusta combinazione, ma ciò non è assolutamente impossibile. Questo accade spesso quando uno Springer spaniel trova il cacciatore giusto ma anche viceversa. Provarci sempre arrendersi mai, questo dovrebbe essere il motto di chi approccia a questa meravigliosa razza.
Springer spaniel: tante doti vanno sapute gestire
Lo Springer spaniel è un vero e proprio folletto. Chi lo conosce bene sa che rappresenta un concentrato di forza, di coraggio e di assoluta dedizione, resistente e docile da gestire, amante dei bimbi come pochi, piccolo nella taglia nelle diverse genealogie e quindi anche adeguato a stare comodamente in un contesto famigliare. Altra sua particolarità è l’assoluta dedizione all’uomo, direi una vera e propria viscerale adorazione come se per lui rappresentasse il centro del suo mondo.
Si direbbe un cane perfetto ma così non è anche perché la perfezione non fa parte di questo pianeta. Come tutte le razze ha le sue spiccate potenzialità di base ma tali restano se non adeguatamente valorizzate. Spetta al conduttore esaltarne le doti e a limitarne o eliminare gli eventuali difetti. Il solo fatto di essere cacciatore non significa avere anche le capacità di addestrare adeguatamente un cucciolo fino a farlo diventare un perfetto ausiliario, completo nel collegamento, nella fase di cerca e di riporto.
Come in premessa, così come la miscela tra idrogeno ed ossigeno produce acqua, così come il combustibile a contatto con il comburente genera il fuoco, così come la miscela due colori primari da luogo alla formazione di un colore secondario, anche lo Springer spaniel solo se abbinato ad un valido addestratore/conduttore, sarà capace di produrre performance ineguagliabili in quasi tutte le forme di caccia quindi dalla penna, agli acquatici, alle lepre per non parlare poi del recupero in generale dove addirittura eccelle soprattutto nella fitta vegetazione.
In caso contrario, assisteremo a dei veri e propri fallimenti perché uno Springer che pecca nelle doti di base ed in particolare nel collegamento, fino ad allungarsi a cercare e scovare oltre la possibilità di tiro, finirà per essere un soggetto addirittura irritante ma anche inconcludente sotto il profilo della resa venatoria.
Oltre alla capacità di addestrare adeguatamente questa razza, è fondamentale l’oculatezza nella scelta del soggetto ossia il suo ceppo di discendenza. Parliamo di linee di sangue ormai consolidate, di cani che fin da cuccioli evidenziano lo standard di tipicità non tanto morfologica ma più che altro attitudinale. Affidarsi a questi allevatori, semplifica e di tanto il percorso formativo del cucciolo e la consacrazione definitiva dell’esemplare.
Chi conosce bene questa razza, sa perfettamente che i suoi movimenti di tronco e di coda, apparentemente simili tra loro, in effetti nascondono messaggi cifrati per il proprio conduttore, il quale dovrà essere capace di interpretare la flessione di ogni muscolo del suo ausiliario, di valutarne la particolarità dello scatto (da qui la parola Springer ), perché questi sono tutti segnali che presagiscono allo scovo della preda che si invola o che parte quasi sempre a tiro utile di fucile oppure alla semplice individuazione di una emanazione della selvaggina.
Il folletto generoso che ama l’acqua
Il loro rendimento, e ovviamente parlo di soggetti formati e di buon livello, è sempre elevato. La loro meticolosità nel battere il terreno, fa si che nulla venga tralasciato. Questa sua specificità lo rende particolarmente adatto per la caccia alla lepre, a dispetto di tanti che nemmeno si immaginano possano essere impiegati in questa forma di caccia. La loro naturale attitudine a lavorare nello sporco a volte impenetrabile, consente scovi su prede altrimenti lasciate indietro.
Che dire poi del lavoro in acqua. In questo caso si diverte come un bambino dimostrando che l’ambiente liquido per lui è un elemento del tutto naturale. Sentirlo all’opera in un folto canneto, forzare un beccaccino nello scolino colmo d’acqua, vederlo uscire da un fitto roveto graffiato sul muso come se avesse appena terminato una lotta con il peggiore dei felini, ti procura emozioni sublimi.
Infine, il riporto. Per lo Springer è il giusto coronamento di una bella azione di caccia. Semmai il problema può presentarsi quando i cani sono più di uno e vanno in competizione tra di loro. Nessuno vuole mollare l’agognata conquista. Nessuno indietreggia ma tutti vorrebbero riportare la preda al proprio padrone solo ed esclusivamente per compiacere a lui e per avere in cambio una semplice carezza o nella migliore delle ipotesi, un bel pezzetto di wurstel.
Tutte le razze dei cani da caccia sono da rispettare. Ciò che conta per un buon cacciatore è di aver trovato con il proprio ausiliare la “chimica” giusta in relazione ai propri interessi venatori, alla tipologia dei terreni teatri delle cacciate e alla selvaggina in essi disponibile.
Io da 40 anni l’ho trovata con i miei inseparabili Springer. Ho gioito nel vederli nascere e poi aprire gli occhi, ho apprezzato i loro progressi in addestramento, mi sono esaltato nel vedere le loro belle azioni di caccia e non lo nascondo, che ho anche pianto e mi sono disperato quando li ho persi in alcuni casi prematuramente.
“ La vita dei cani è troppo breve. Questa è la loro vera e unica colpa “
( Agnes Sligh Turnbull )
Viva la caccia e viva i cacciatori!