Continuiamo a percorrere questo piccolo sentiero che costruiamo insieme alla scoperta delle fasi principali e secondarie dell’addestramento. Ci eravamo lasciati puntando lo sguardo sul dominio incontrastato del segugista, il luogo in cui comincia la fase più importante dell’addestramento: il canile. Questo è il luogo in cui i cuccioli manifestano tutte le loro peculiarità, le tendenze e i possibili difetti. Nel canile il conduttore costruisce meticolosamente il collegamento con i propri ausiliari e attende con pazienza giorno dopo giorno il momento in cui saranno loro stessi a comunicare l’idea di essere pronti per la loro discesa sui terreni di caccia. Quando ci chiediamo: “a che età comincia l’addestramento?”. La risposta è difficile da accettare ma certa: “L’addestramento non ha un inizio. Può avere una fine, ma non ha un inizio, se non con la nascita dei cuccioli”. L’addestramento non è un’attività univoca, ma biunivoca e si esercita in modo bidirezionale tra addestratore che impartisce lezioni al cane e viceversa, il cane che suggerisce comportamenti e modi di essere al conduttore.
I tempi dell'addestramento dei cuccioli
Il tempo dell’addestramento scocca sempre con l’orologio caratteriale del cane. A due mesi o a due anni. È il suo temperamento, il desiderio, la voglia di conquistare l’ultima crocchetta ringhiando anche agli adulti, le zuffe nel canile con i suoi coetanei, la smania con cui ispeziona ogni piccola usta sul terreno, sono questi rintocchi che scandiscono i primi inequivocabili segnali di una certa “maturità”, se così la vogliamo chiamare. In realtà è un’acerba e irresponsabile “voglia di spaccare tutto”, tipica degli umani in giovanissima età, i cui primi brufoli sono pari al turpiloquio casalingo. Sono adolescenti.
Dal momento della nascita, malgrado occhi e sensi siano ancora in fase di assestamento, le percezioni dell’ambiente sono già stimoli significativi e cominciano a creare ancestrali richiami nell’indole del nascituro. Durante tutto l’allattamento e lo svezzamento, fino al sessantesimo giorno il cane assorbe quasi “passivamente” rumori, suoni, movimenti, eventi, e approccia in modo goffo ma determinante al mondo. La confidenza con il rumore per un cane da caccia è sicuramente un aspetto determinante. Introdurre rumori in modo progressivo e non improvviso, lasciando che il cucciolo già nel primo mese di vita possa prenderci confidenza, è un grande passo per limitare la celebre “paura dello sparo” che condiziona l’esercizio venatorio anche di grandi campioni. Su quest’ultima istanza avremo modo di approfondire l’argomento in altra sede ma lasciamoci a memoria che “la paura dello sparo” non è un fattore ereditario. Questo aspetto è certificato da approfonditi studi di psicologia canina. Può essere ereditario un carattere più morbido o sospettoso che potrebbe condurre un soggetto non gestito bene a sviluppare una certa paura, non necessariamente allo sparo. Tuttavia il cane non nasce con l’idea che il colpo del fucile sia una cosa spaventosa, è un elemento ambientale e non genetico pertanto si acquisisce e non si eredita. Anche questo significativo dettaglio fa parte dell’addestramento e anche questo, come vediamo, si fissa nel canile già dai primi giorni, ben prima di condurre il cane a caccia e fare la “prova allo sparo”, esperimenti spesso improvvisi, ravvicinati e realizzati in una fase di “riposo” del cane in cui anche un segugio meno incline potrebbe sobbalzare e trovare estremo fastidio.
Video: Addestramento dei cuccioli. Dal canile alla scoperta del mondo esterno
La fase dinamica del cucciolo
Da circa il sessantesimo giorno il cucciolo entra in una fase più dinamica, è una continua sorpresa, lo sviluppo comincia a correre rapidamente. Dal modo di alimentarsi al rapporto con i suoi simili, il soggetto cambia con una velocità superiore a prima e con lui evolve lo sviluppo del suo carattere.
Cosa fare in questa fase cosi dinamica? Dobbiamo di certo approfittarne. Il cucciolo in questa fase è iper-ricettivo, come un bambino che scopre di poter correre e conoscere il mondo con occhi, naso e orecchie, è insaziabile. Questa fase è la più preziosa perché il cucciolo dipende ancora da noi e ha desiderio di essere stimolato. Sta a noi creare le condizioni per far crescere questo desiderio di intraprendenza e spingerlo a utilizzare, anche se goffamente, le sue capacità per instradarsi verso il suo ruolo di cane da seguita. Più ore potrà passare all’aperto a correre e annusare odori di ogni genere e migliore sarà il suo ciclo di apprendimento. Prima della “pappa”, quando è eccitato e voglioso, aspettando di dare compimento ai gesti consueti e riconoscibili del suo proprietario intento a preparargli il pranzo, qualche crocchetta gettata a terra in un prato lo costringerà ad attivare il suo fiuto per individuare il prelibato premio. Va da sé che un segugio che con il proprio naso ispeziona uno spazio, rileva un’usta utile, giunge alla crocchetta e se ne ciba come un premio, ha già compiuto un’intera azione di caccia in miniatura. Cerca, rilevazione dell’usta, accostamento, scovo e contatto con la preda abbattuta. C’è addestramento più intenso e completo di questo? Il nostro atteggiamento nei suoi riguardi non dovrà mai essere quello di un genitore ultra apprensivo che lo protegge dai pericoli privandolo delle esperienze ma di un genitore stimolante che lo lancia nelle sfide guardandolo dalla giusta distanza pronto a intervenire per sostenerlo o correggerlo.
Nel canile, la cura e le attenzioni per i propri segugi, l’osservazione, il controllo sono semplicemente un “addestramento in purezza”, per loro e per il canaio. È l’alta scuola di formazione alla caccia che prepara e conduce uomini e cani a migliorare nell’esercizio venatorio e nella disciplina cinofila. Veder crescere i propri segugi è una formazione senza eguali, un percorso che si affronta alla stregua di una grande avventura e che, cucciolata dopo cucciolata, non è mai uguale, non da mai gli stessi risultati e sembra quasi farti dimenticare ciò che hai fatto prima. La ricetta sembra essere sempre la stessa ma i dosaggi cambiano e cambia il sapore della pietanza. Sono sicuro che i passaggi che sto raccontando siano familiari a molti e magari di aiuto a quanti si trovano ad affrontarli le prime volte.
Bene i nostri cuccioli crescono e danno segnali di interessamento al mondo. Non lo sappiamo ma sono già cani da caccia, sono discendenti dell’unico ceppo originario delle oltre 400 razze canine al mondo: il lupo. Sono gli ultimi di una lunga linea di cacciatori che con modi e forme diverse applicano le leggi naturali al proprio contesto ambientale. Sul prossimo articolo parleremo degli aspetti psico-attitudinali e della fisicità del cane, prepariamoci, è quasi giunto il momento della nostra prima uscita.
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