Un cane di metodo e rapido nella risoluzione, queste sono le caratteristiche fondamentali che hanno guidato la scelta di Riccardo Migno verso il segugio francese Petit Gascon Santengeois. Siamo ospiti a casa sua a Bastia Umbra in un pomeriggio di novembre con la stagione di caccia al cinghiale che si appresta ad iniziare. Questa è la principale destinazione d’uso dei segugi francesi di Riccardo. La razza selezionata agli inizi del 900 nel sud ovest della Francia era principalmente impiegata nella caccia alla lepre, eppure le sue caratteristiche e la sua poliedricità ha portato questo segugio soprattutto in Italia ad essere un cane di successo nella caccia al cinghiale. Cerchiamo in questo appuntamento di capirne il perchè insieme a Riccardo. A mostrarci gli standard morfologici della razza c’è il suo Brio, Petit Gascon Santengeois attuale campione di bellezza.
Caratteristiche del Petit Gascon Santengeois
L’espressione è fiera e intelligente, l’atteggiamento affettuoso e dolce. La costruzione di questi cani suggerisce potenza ed eleganza sia dal punto di vista scheletrico che muscolare. La spalla muscolosa è mediamente obliqua e i gomiti aderenti. L’avambraccio mostra una buona ossatura. Il piede ha forma ovale poco allungata con dita asciutte e serrate, polpastrelli e unghie sono marcatamente pigmentati. Il posteriore è muscoloso e ben proporzionato. Il garretto ben allineato con l'asse del corpo è ben disceso. Il rene è proporzionato, non troppo lungo e la groppa leggermente obliqua. Il torace è aperto e disceso fino a livello dei gomiti con costole dolcemente arrotondate. La testa del Petit Gascon Santengeois è asciutta con occipite ben marcato e canna nasale di lunghezza uguale a quella del cranio; forte, leggermente montonina. Gli occhi caratteristici presentano forma ovale, colore scuro e espressione dolce. Le orecchie sottili, pendenti e lunghe almeno fino all'estremità del tartufo hanno attaccatura al di sotto della linea degli occhi e piuttosto arretrata. La coda ben solida nell’attaccatura e portata a sciabola è molto appuntita all'estremità che raggiunge la punta del garretto.
La pelle soffice e non troppo spessa è tipicamente bianca a macchie nere.
Il pelo di questi segugi corto e folto farebbe dubitare della resistenza negli ambienti più fitti e spinosi come invece ci viene smentito da Riccardo che dice di cacciare in ogni territorio, anche i più insidiosi con la sua muta. Il fondo del mantello è bianco, macchiettato di nero. Due macchie nere simili a due maschere si trovano sui lati del capo, così da ricoprire le orecchie e avvolgere gli occhi fino alle guance. Queste ultime sono di colore focato pallido. Tipiche sono le due macchie focate al di sopra dell’arcata sopraccigliare.
Riccardo ci assicura che questi segugi pur presentandosi di elegante aspetto sono abili e coraggiosi cacciatori capaci di esprimere al meglio le proprie doti nel lavoro in muta. Completi nelle varie fasi di lavoro, sono cani collegati con il conduttore fino al momento del reperimento dell’usta utile del selvatico che solitamente impiegano poco tempo ad intercettare e poi difficilmente abbandonano mostrando la tenacia e la passione tipici dei segugi.
La voce marcatamente francese, dunque urleur è forse il tratto distintivo che fa preferire questi cani ad altre razze e il loro stesso impiego nella caccia al cinghiale più che in quella alla lepre. Con la diffusione dei lupi i cinghiali che tendono ad unirsi in branchi sempre più numerosi si dimostrano anche più restii ad abbandonare anche i propri nascondigli preferendo l'attesa e anche l'aggressività alla fuga. Per queste ragioni, il timbro forte e persistente della voce di una muta di segugi francesi rende lo scovo dei selvatici molto più efficace. In attesa di vedere in azione i Petit Gascon Santengeois sui terreni di caccia ringraziamo Riccardo Migno per averci mostrato i suoi esemplari e descritto alcuni tratti tipici e importanti da conoscere per quei cacciatori interessati a scoprire questi splendidi cani.