I fatti. Venerdì 10 marzo 2023. Sono passate da poco le 5 e mezza del mattino quando via Whatsapp ricevo un messaggio dal carissimo amico Luca Trivellato che mi lascia sconvolto, letteralmente. “Caro Andrea, ieri Patriot ha finito la sua splendida carriera in modo tragico, è morto sotto un’automobile…”.
Lo chiamo perché lo so in viaggio verso la Serbia dove avrebbe dovuto raggiungere Ernesto Pezzotta per ammirare il suo cane, Patriot Od Bukovice, e godersi qualche giorno di pace e di relax fra cinofilia d’alta scuola, natura e starne.
Mi risponde, e di qui i fatti…
Sciolto per un turno di allenamento Patriot sparisce dietro un dosso, non farà più ritorno, e a ritrovarlo a 15 chilometri di distanza, ormai senza vita vicino al ciglio di una strada, un cinofilo, che darà notizia a Ernesto nel cuore della notte.
Cosa può essere successo? Perché un cane di ormai cinque anni e mezzo che mai aveva avuto colpi di testa e sempre era stato legato al suo conduttore, sparisce, attraversa addirittura un fiume e varie strade, per poi perdersi e morire di una morte stupida e insensata? Di ipotesi ne abbiamo fatte tante, nessuna avrà mai l’avvallo della verità. Quel che resta è che Patriot, il pointer dominatore di ogni field nell’ultimo lustro, la perfezione, non c’è più.
Quindi come dice Tom Cruise nei panni di Nathan Algren alla fine de L’Ultimo Samurai dinnanzi all’imperatore Meiji parlando del suo maestro e mentore Katzumoto: “Non vi racconterò di come è morto, ma vi racconterò di come è vissuto”!
Perché è così che si deve fare quando si discorre di grandi anime, e degli eroi…
Il ritorno del pointer
Prima di tutto Patriot era un pointer. Anzi, il Pointer!
Arrivò come un miracolo quando – diciamocelo chiaramente – da molte parti si biascicava a denti più o meno stretti che il pointer in quanto tale fosse pressoché finito…
Pochissimi in mano a cacciatori, troppi soggetti senza cervello che correvano per correre, il tutto in un circolo vizioso che sembrava senza fine tranne rari sprazzi. Poi arrivò LUI, e fu subito leggenda: la rappresentazione plastica perfetta, la summa perfectionis di quel che è oggi la cinofilia d’alta scuola legata agli inglesi e al pointer in particolare, con la sua anima molteplice e le sue due lingue ufficiali che la dominano da anni: l’Italiano e il serbo-croato.
Il Big Bang
Figlio del grande Bucefalo nasce nel 2017 in Croazia, infatti, a casa dell’amico Ante Stanič sotto l’affisso Od Bukovice, prestigioso allevamento d’inglesi creato partendo e poi attingendo da linee di sangue soprattutto italiane.
Si mette subito in mostra questo splendido bianco arancio, sia per la perfezione delle forme, che per le qualità immani di cui da mostra sin dalla più tenera età.
I teatri e le palestre naturali prima croati e poi serbi faranno il resto, consentendo a tutte le sue doti d’esplodere ai massimi livelli. Di più, arrivando più e più volte (praticamente sempre) a toccare la perfezione assoluta!
C’è da fare un passo indietro tuttavia, e arrivare al momento in cui il destino di Patriot incrociò i passi di Francesco Trivellato –uno dei principali padri nobili della recente cinofilia europea- che avendolo visto cucciolone ed essendosene innamorato (succede quando s’incontrano competenza assoluta e perfezione), lo acquistò per poi darlo in addestramento al grande Ernesto Pezzotta!
Per essere da lui forgiato e quindi condotto in prova.
I due si capirono al volo, e fu come mettere assieme Trinitro e Toluene: …BOOOM!
Di lì in poi Patriot fu solo bellezza, stile, perfezione, dinamismo, intelligenza, potenza di naso, presa di punto, correttezza: tutto, ai massimi livelli concepibili in termini di razza ed assoluti!
E quel che sbalordisce con un livello di continuità impressionate, in ogni terreno del mondo…
Il Senna della cinofilia agonista
I fatti parlano da soli: 136 cartellini in meno di quattro anni d’attività agonista, nessuno sotto l’eccellente, assieme a CAC e CACIT come se piovesse! Nello specifico: 15 CACIT, 8 riserva di CACIT, 31 CAC, 8 riserva di CAC, 74 eccellenti. Vale a dire una media di 34 titoli l’anno, circa 3 titoli internazionali al mese. Una cosa mai vista. Tanto da essere diventato uno di casa dai Pezzotta, oltre che luce degli occhi di Luca Trivellato, più che degno erede in tutto del papà Francesco, che ogni volta che parlava di Patriot era come se parlasse d’un figlio.
Poco da dire: già così un mito e una leggenda, che con un’altra stagione dinnanzi a questi livelli, anche meno, sarebbe divenuto non il pointer, ma il cane più vincente in assoluto della cinofilia moderna.
Col sogno poi di Luca di fargli finire la carriera a caccia di beccacce, cosa in cui un cane come Patriot avrebbe per certo saputo eccellere negli anni suoi maturi, dato che già le conosceva…
Era già pronto il box per lui in casa Trivellato, in un posto a parte, lontano dalle femmine e più vicino a Luca, quasi una reggia: come spetta a un re.
Il destino ha deciso altrimenti. Rubando troppo presto questa creatura straordinaria nel vento, di cui era stato il dominatore assoluto.
Ciao Patriot, “muore giovane chi è caro agli dei”.
Grazie campione dal grande cuore, “…che come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose”.
Posso dire che ho pianto scrivendo queste righe poverette?