Sentirsi trasportati a caccia, godendo ogni momento ed evoluzione dell’azione, dalla percezione del selvatico fino all’accostamento e l’incontro; queste le sensazioni che cacciare con lo spinone italiano permette di provare.
Un contatto e una complicità che non escludono mai il cacciatore chiamandolo in causa soltanto nel momento finale, ma un rapporto strettissimo che al contrario di quanto generalmente si possa pensare porta i suoi risultati concreti oltre alle emozioni.
La cerca dello spinone italiano
La cerca dello spinone infatti non è corta né ampia, è semplicemente razionale e metodica, intenta all’esplorazione scrupolosa del territorio in cui si trova a cacciare.
Abbiamo visto infatti questi cani percorrere rapidamente al trotto sostenuto che lo standard di razza prevede le estese brughiere della Lapponia, per passare poi alle fitte foreste di conifere fino ai versanti rocciosi di montagna, al cospetto di selvatici puntualmente diversi.
Meritava pertanto un approfondimento e una testimonianza diretta il grande lavoro svolto dalla cinofilia e dai molti cacciatori che in Italia amano questa antica razza di fermatori portati oggi ad essere dei cani estremamente dinamici rispetto al passato, versatili ed affidabili.
Ne parliamo con Giorgio Lugaresi che ci ha concesso il piacere di condividere alcune giornate di caccia in compagnia dei suoi spinoni che oggi sono i suoi unici cani da caccia, dopo una lunga esperienza venatoria trascorsa in molti paesi e territori del mondo affiancato da molte altre razze di cani da ferma.
Il suo carattere dolce e ben disposto all’addestramento, la costruzione fisica solida e vigorosa protetta da un mantello a prova di rovi e intemperie, sono i tratti fondamentali che fanno la fortuna dello spinone come cane da caccia universale.
Origini e carattere dello spinone italiano
Le sue origini risalgono addirittura al XV secolo, quando cani da caccia dal pelo duro provenienti dal Piemonte molto simili agli attuali spinoni venivano rappresentati anche in noti affreschi come quello di Andrea Mantegna nel palazzo ducale di Mantova.
Da sempre riconosciute le sue naturali doti di fermatore ed eccellente recuperatore e riportatore, anche dall’acqua.
Lo spinone viene oggi apprezzato in molti paesi del mondo per il suo stile e la sua concretezza che ne fanno un cane sicuro a caccia, capace di mettere nella maggior parte dei casi il proprio conduttore in posizione favorevole rispetto al selvatico per la felice conclusione dell'azione di caccia.
La resistenza alla fatica data dal suo fisico possente assicura al cacciatore una cerca costante al trotto veloce anche per intere giornate, ore felici anche in caso di mancato incontro con il selvatico, in cui si condivide sicuramente il piacere della ricerca e della caccia con il proprio cane senza l'impressione di averlo semplicemente portato e liberato sui terreni di caccia aspettando l'incontro.