Il vento insiste sulle colline Marchigiane nelle campagne di Ascoli Piceno, le temperature nonostante il calendario indichi la primavera sono ancora piuttosto rigide, ma nessuno dei cacciatori cinofili sembra preoccuparsene al centro cinofilo Piceno dove si susseguono le iscrizioni per la semifinale di coppa Italia per cani da seguita su lepre che sta per iniziare. Le fasi di sorteggio delle varie batterie impegnate sul campo davanti alle rispettive giurie avvengono fra i guaiti dei segugi che sentono il momento della partenza ormai imminente. Accolto dall’organizzazione della locale sezione Fidc, della Pro Segugio, dai giudici e delegati Enci il nostro team si dispone per seguire la batteria dei cani che gareggerà a pochi chilometri di distanza fra i calanchi e i vigneti tipici del territorio Piceno.
Qui le lepri sono presenti in buon numero; selvatici che soffrono evidentemente in modo minore l’impatto dell’agricoltura intensiva e soprattutto la manipolazione umana dovuta alle immissioni, foriere spesso di problemi e patologie rischiose per questi lagomorfi. Le lepri sono dunque in questi contesti selvatici autentici, capaci di difendersi dalle insidie dei predatori, ben distribuiti sul territorio e capaci di dare il sapore vero alla sfida e alla verifica zootecnica che da queste prove cinofile emerge, essenziale per valutare il lavoro dei cinofili e il patrimonio genetico dei cani.
Dopo le prime valutazioni relative alla morfologia e allo stato di salute dei cani da parte del giudice, si alternano le sciolte delle mute prevalentemente di segugi italiani fulvi e focati che accendono dal primo all’ultimo istante l’attenzione dei presenti. La voce dei cani che avvertono la presenza delle lepri nonostante il fruscio costante del vento è ben distinguibile fra le colline e i fossati e racconta ciò che spesso sfugge alla vista.
Cerchiamo fra corse e appostamenti di intercettare le migliori posizioni da cui poter scorgere con continuità le varie fasi di lavoro, dalla cerca all’accostamento, fino allo scovo e la seguita. Non è facile, ma in alcuni casi, fra i consigli dei presenti e l’esperienza che ormai ci accompagna, riusciamo con l’obbiettivo ad immortalare quelle immagini che spesso si rincorrono nei sogni e negli occhi dei cacciatori e dei cinofili quando pensano alla propria passione.
Arrivati al termine dei turni di prova delle mute coinvolte nella nostra batteria, il suono del corno del giudice ci richiama all’adunata finale, dove il verdetto non è entusiasmante perché il parere tecnico della giuria ha evidenziato alcuni errori e mancanze nello svolgimento delle lunghe azioni dei segugi. È normale per ogni cinofilo partecipante vivere un coinvolgimento emotivo che può portare ad un parere diverso da quello del risultato ottenuto; ma anche per questo le prove assumono il ruolo di un confronto che cerca o dovrebbe cercare ovviamente di essere sempre il più corretto e sereno possibile. A noi che abbiamo avuto solo il piacere di partecipare come narratori esterni, restano le immagini di quei selvatici e di quei cani che ignari di ogni regolamento umano sono capaci di trasmettere emozioni che hanno valore universale per chi sente vibrare nell’anima il richiamo della natura ad ogni guaito di segugio e ogni lepre in corsa. Sperando di fare cosa gradita, lasciamo a questo punto proprio alle immagini il compito di raccontare i momenti più avvincenti capitati in nostra presenza, fra seguite, canizze e fughe selvagge.