I saluti cordiali che accompagnano il nostro ritrovo nel paese ancora addormentato lasciano spazio al silenzio del bosco che ci accoglie lungo i suoi sentieri sempre più ripidi sul versante del monte che ci apprestiamo a salire.
Qualche cenno d'intesa e ognuno si dirige verso la propria posta senza proferire parola.
È novembre e le lepri, specie in montagna sanno riconoscere perfettamente il rumore sospetto di uomini e cani in arrivo, allontanandosi preventivamente e rendendo vano ogni sacrificio. L'alba che avanza rende vivi e saturi i colori di ogni singola foglia che vibra o volteggia nell'aria rigida del mattino. Uggiola lontana e impaziente a valle la muta dei segugi italiani pronti alla sciolta, inizia una delle ultime battute di stagione.
La battuta di caccia
I cani in montagna hanno un margine di errore ancor più sottile rispetto ad altri ambienti, le lepri qui sanno rendersi immediatamente irraggiungibili se si commette un fallo di troppo.
Fondamentale l'affiatamento della muta e il collegamento con il proprio conduttore che ovviamente non potrà seguire costantemente il lavoro dei propri cani, ma conoscendo il territorio, dovrà muoversi e con lui le poste, lungo i sentieri e i passaggi noti cercando di intercettare la fuga della lepre o quantomeno costringerla ad abbandonare il bosco per rendersi visibile e consentire il tiro.
I segugi italiani fulvi dell'amico Stefano Carnevalini sono navigati e lo dimostrano avanzando sicuri dai prati di pastura notturna verso le probabili rimesse dei selvatici nelle zone più asciutte e meno battute dal vento in cui le lepri amano rifugiarsi nei periodi più freddi. Noi di all4hunters siamo ospiti d' eccezione, ma anche per un amante della caccia con cani da ferma, lo spettacolo offerto dall'azione corale dei segugi italiani è un'emozione unica.
Passano i minuti e i rari abbai che individuano il tracciato percorso dalla lepre si fanno sempre più frequenti.
Qualche istante ancora di silenzio come di tregua prima dell'infuriare di una battaglia, poi ecco esplodere la canizza in seguita dal bordo del bosco in risalita verso le nostre poste.
Il percorso sembra molto irregolare e si tenta di individuare ascoltando la voce dei segugi ciò che sta accadendo nel fitto della vegetazione.
Si allontanano fino a diventare impercettibili fra i versanti delle montagne i latrati che animano questa antica sfida, lasciando attoniti e quasi rassegnati i cacciatori in attesa.
Poi, come spesso accade in quest'arte fatta di leggi non scritte ecco tornare l'eco della seguita; i segugi stanno riuscendo nella loro ardua missione di riportare il selvatico in direzione delle poste. Tutto cambia in pochi istanti, un colpo sicuro riporta il silenzio nella valle per un tripudio di abbracci sinceri, sorrisi e complicità che la caccia, la natura e la cinofilia con i loro valori senza tempo hanno saputo ancora una volta regalare.