Dolce, affettuoso, bello, intelligente; sono soltanto alcuni degli aggettivi o epiteti positivi che vengono solitamente associati al labrador retriever, molto meno spesso capita di sentire ai primi posti, cacciatore. Già, è tipico infatti dell’uomo moderno esaltare o esasperare addirittura i lati che più gli aggradano di ambienti o animali per poterli assoggettare poi ai propri gusti o esigenze. La natura però è molto più sincera e non rinuncia ai propri istinti né rinnega le proprie origini, così il labrador, cane sicuramente versatile e grande amico dell’uomo, nasce e per fortuna resta comunque cacciatore.
Allevato e selezionato dalla seconda metà dell’800 da alcuni nobili inglesi, intreccia le sue origini, tuttavia ancora incerte, con il Terranova. Sembra che in questa penisola infatti cani autoctoni incrociati con cani da caccia inglesi venissero usati dai pescatori per varie funzioni connesse al riporto: aiutare a tirare le reti, recuperare il pesce sfuggito.
Le rotte dei pescherecci andavano dalle coste del Canada alle coste britanniche e così fu importato in Inghilterra a bordo di navi provenienti dalla penisola del Labrador.
La fama di gran riportatori di pesce interessò i nobili inglesi che pensarono di poter ricavare dal Labrador un buon cane da caccia. La versatilità ed il buon carattere che già allora distinguevano la razza fecero sì che aristocratici ed esperti come il conte di Dorset e altri, si dedicassero alla sua selezione in Inghilterra.
Per questo il Labrador, nonostante le sue origini extraeuropee, è considerato razza da caccia britannica. Il primo esemplare nato dal Conte di Malmesbury aveva il manto nero, qualche anno dopo nacque il primo labrador giallo. La diffusione dei cani dal manto chiaro divenne però significativa solo dopo il 1920. L'allevamento di labrador "chocolate" iniziò invece solo negli anni trenta del XX secolo.
La struttura dei primi cani venne alleggerita e l’olfatto notevolmente potenziato grazie all’immissione di sangue pointer, le altre doti di recuperatore e riportatore fecero il resto della sua fortuna.
Il Labrador conobbe una grande diffusione in Inghilterra, poi in molti altri paesi tanto da restare ancora oggi una delle razze canine più diffuse al mondo.
Classificato come cane da riporto assolve in realtà i compiti più vari a contatto con l’uomo, la maggior parte dei quali in paesi come il nostro estranei alla caccia. La sua dolcezza, la propensione all’apprendimento e all’obbedienza, non da ultima la sua mole non esagerata ma tuttavia robusta, rendono il Labrador un ottimo cane da lavoro e da compagnia molto utilizzato anche dalle forze dell’ordine come cane antidroga o di soccorso per il recupero di persone vittime di calamità.
Nei paesi anglosassoni, conserva invece tutte le sue peculiarità di cane da caccia, da riporto sicuramente, ma anche da cerca.
La sua immagine ritratta al fianco di cacciatori di acquatici è diventata un’icona di questa caccia. Il suo rapporto con gli ambienti umidi è infatti quasi imprescindibile, una vera passione incontenibile per il nuoto e l’acqua distingue questi cani sempre pronti ad immergersi in qualsiasi situazione, tanto da venir definiti anche cani d' acqua.
L’inospitale isola di Terranova lo ha temprato sin dalle origini rendendolo resistente e coraggioso nei confronti di climi rigidi e ambienti duri, tuttavia è bene durante l’inverno proteggerlo durante la caccia con le apposite pettorine che evitino fatica e freddo eccessivi.
Le caratteristiche generali che permettono di riconoscere un Labrador tipico sono un fisico vigoroso, con muscolatura ben sviluppata, torace ampio e ben disceso, dorso dritto e solido, addome non arretrato. La testa è piuttosto importante , con cranio largo e stop ben marcato su cui ricadono ben aderenti le orecchie di dimensioni medie e attaccate piuttosto indietro. Il muso è robusto con mascelle di medie dimensioni ma potenti, il tartufo grosso e nero con narici ben sviluppate.
Caratteristico è sicuramente il pelo che una leggenda canadese narra derivi dall’incrocio con una lontra, corto e fitto da formare una barriera impermeabile.
Un fisico solido quindi unito ad un temperamento tenace, attento ed attivo, fanno del labrador un cane facile da addestrare alla pratica venatoria.
Solitamente precoce, i mesi ideali per dare inizio all’educazione e al dressaggio vanno dal sesto al decimo. Dai primi sei mesi è infatti in grado non solo di capire, ma di ricordare tutto. La memoria è infatti una delle sue risorse principali nel lavoro, questi cani sono capaci di marcare a vista il punto esatto di caduta anche di più selvatici nello stesso momento.
L’impiego che vorremo farne dipenderà esclusivamente dalle nostre capacità di addestratori e dalle nostre esigenze.
Nonostante il carattere vivace ed esuberante infatti, si può abituare il labrador sia allo stretto contatto con il conduttore, quindi ad un raggio di azione molto limitato o addirittura al piede nelle cacce di appostamento, sia lasciare che la sua natura di cane anche da cerca emerga in varie forme di caccia vagante.
Lo sanno bene i cacciatori americani ad esempio che si avvalgono del suo prezioso aiuto mentre aspettano gli acquatici da appostamento, così come nelle battute ai fagiani.
Nelle cacce da appostamento solo su comando i cani passano all’azione svolgendo puntualmente le azioni di recupero e riporto, mentre nelle uscite di caccia ai fagiani, o a selvaggina da pelo, i labrador procedono con grinta alla ricerca e allo scovo dei selvatici completando l’azione con l’immancabile riporto.
Viene infatti naturale domandarsi perché un cane impiegato proprio per il suo potente olfatto in compiti assai più delicati e difficili del contesto venatorio, come la ricerca di esplosivi, stupefacenti, o persone da soccorrere dovrebbe essere sottovalutato nella cerca a caccia? Al labrador non è certo il buon tartufo che manca, ma forse agli occhi di molti cacciatori viene penalizzato dalla sua andatura e dalla sua mole fisica.
Vengono infatti spesso preferiti gli spaniel che svolgono più o meno gli stessi compiti e nello stesso raggio di azione, con un brio magari diverso, dato dalla loro esile taglia che permette loro scatti repentini, una cerca più dinamica e facile accesso in zone più impervie e boscose.
Tante sono però le emozioni che i labrador possono regalare a caccia, tutte quelle sicuramente che un cane completo, pragmatico, intellgente può dare. La sicurezza di non perdere un selvatico magari tanto sudato, il piacere dell’incontro sempre a tiro utile, la compagnia di un amico che sta cacciando con noi e per noi, pronto a tutto pur di vederci felici accanto a lui. Un attore del teatro venatorio il labrador che se anche non lascerà il pubblico impressionato con azioni esteticamente sublimi, saprà sempre come far divertire.