Le antichissime origini del Segugio risalgono forse al 2000 a.C., quando un cane dalla morfologia piuttosto simile a quella che oggi conosciamo veniva raffigurato nelle iscrizioni e in alcuni reperti rinvenuti in Egitto.
Probabilmente furono proprio commercianti fenici a far arrivare in Italia questi cani che in epoca Romana vennero poi incrociati con altre razze a scopo venatorio. La caccia fu sin dal principio l’unica ragione di vita del segugio dunque che grazie agli appassionati di ogni tempo e soprattutto in epoca recente ha visto una selezione sempre più specialistica e accurata. Un cane da seguita dalla passione unica, dal fiuto proverbiale e non ultime caparbietà e scaltrezza che ne fanno un classico scovatore soprattutto di lepri e volpi.
Morfologia del segugio italiano
La resistenza nelle lunghe giornate di caccia trascorse tra cerca e seguite è data al segugio dalla sua conformazione fisica particolarmente atletica.
Si caratterizza per avere una buona muscolatura, una forte ossatura e un fisico molto asciutto, tendenzialmente privo di grasso soprattutto se alimentato correttamente.
Cane veloce e determinato, completo in tutte le fasi di accostamento e seguita che può portare avanti anche per ore pur di vedere conquistata la sua preda. Caratteristica apprezzata di questo cane è il suo tartufo nero con narici molto aperte che gli consentono di captare al meglio ogni traccia lasciata dal selvatico sul terreno.
Gli occhi grandi ed espressivi sono di colore scuro, le orecchie triangolari e lunghe pendenti verso il basso, la coda invece è sottile, attaccata in alto ma non eccessivamente lunga. Fondamentale questa nei suoi movimenti che svelano spesso al cacciatore insieme alla voce la lettura delle tracce in fase di accostamento.
Due sono le varianti di segugio italiano, a pelo raso, con manto lucido, fitto e liscio e a pelo forte, in cui il pelo si mostra invece più ruvido, lungo e appena mosso. Per quanto riguarda il colore, il Segugio può essere fulvo (in diverse sfumature) o nero focato.
La focatura, ovvero la presenza di macchie di colore diverse dal colore del manto generale, può trovarsi su muso, sopracciglia, zampe o petto. Macchie di colore bianco sul petto sono ammesse nel Segugio fulvo.
Per quanto riguarda il peso, è piuttosto variabile e va generalmente dai 18 ai 28 kg mentre l’altezza per i maschi oscilla tra i 52 e i 60 cm, nel caso delle femmine invece si arriva a poco meno: 48-56 cm. Il segugio a pelo forte è generalmente di corporatura un po’ più grande e massiccia. Il Segugio a pelo raso risulta spesso più vivace di quello a pelo forte, ma le due razze sono comunque similari in tutte le varie sfaccettature del carattere, si tratta infatti di cani molto espansivi e brillanti, particolarmente fedeli al proprio cacciatore.
Addestramento dei segugi italiani
La grande passione soprattutto negli esemplari giovani può dare luogo a qualche errore nelle prime fasi di addestramento in cui occorreranno pazienza e dedizione verso questi cani dall’indole intraprendente.
Pur cacciando bene in muta il segugio italiano dimostra spesso anche una notevole indipendenza nei singoli soggetti.
Educare i cani fin dai primi mesi di vita ai richiami e sviluppare un forte collegamento naturale con loro sarà fondamentale per ottenere il giusto affiatamento sui terreni i caccia.
Pur essendo cani vivaci e caparbi nella ricerca e nella seguita del selvatico, i segugi conservano un’indole molto dolce e affettuosa che non sa rinunciare al contatto e allo stretto rapporto con il conduttore per il quale questi cani sono disposti a compiere notevoli sacrifici.
La sua principale destinazione d’uso è ancora oggi la caccia alla lepre, ma i segugi italiani sanno esprimersi molto bene anche nelle battute di caccia alla volpe.
Questo sottolinea l’intelligenza di questi cani e lo spirito di adattamento al cospetto di selvatici e territori anche molto differenti fra loro.
La selezione ha lavorato molto sullo sviluppo di cani che diano voce nel contatto con la pastura e la passata fino allo scovo e la seguita, garantendo completezza e affidabilità alla razza.
Lo stile di ogni singola muta dipende poi anche dall’addestramento e dalle abitudini del cacciatore che può desiderare un lavoro più armonioso e graduale, con grandi cani “passatori” oppure spingere ed addestrare i cani ad essere più veloci e risolutivi scovatori al fine di poter esplorare più terreni in una singola battuta di caccia.
In ogni caso l’esperienza del cacciatore aiuterà la muta nell'esplorazione dei terreni più favorevoli alla rimessa delle lepri nelle diverse giornate e nella risoluzione degli eventuali falli commessi soprattutto dai cani giovani. I protagonisti della scena indipendentemente dalla durata dell’azione resteranno poi loro, cani e selvatici nella loro eterna sfida che con il segugio italiano assume spesso i caratteri di un’emozionante spettacolo corale.