Non ce ne rendiamo conto ma questa passione cova dentro di noi pronta a manifestarsi prepotentemente nel momento in cui il nostro bisogno ancestrale ci spinge a fonderci con la natura in un unico corpo regolato dal susseguirsi delle stagioni.
In questo amalgama composto da uomo e natura non poteva mancare un elemento essenziale senza il quale la caccia non sarebbe quella che è. Ovviamente parlo del nostro amico cane. Lo prendiamo cucciolo e in lui riponiamo mille speranze. Ognuno di noi cerca il soggetto che più si addice alla forma di caccia prescelta e quindi ad esempio segugio per lepre, setter e breton per fagiano/beccaccia, springer tutto fare ecc. ecc. Si chiede consiglio ai più esperti ma poi si finisce per decidere in totale autonomia spinti da un istinto naturale fatto di valutazioni proprie oppure da esperienze di riflesso. Ci viene l’ansia e mille dubbi su come addestrarlo. Vorremo fare da soli e spesso sbagliamo ma non lo vogliamo ammettere. Alla fine, il percorso di addestramento è terminato così il nostro cucciolo gradualmente cresce e diventa adulto portandosi dietro pregi e difetti acquisiti in questa prima fase spesso determinante. Lentamente ci rendiamo conto che anche lui è entrato a far parte della famiglia e che la caccia occupa solo una parte della vita insieme ma non è tutto. Il resto sono cure, passeggiate, addestramento in ZAC e lunghi sguardi fatti di pensieri comuni su ciò che riserverà la stagione venatoria a venire.
Grazie al suo innato istinto, è sempre il primo ad avvertire l’avvicinarsi del momento fatidico così come è sempre all’erta quando ancora notte, mi sveglio e accendo la luce per prepararmi ad andare a caccia. Inizia a guaire trasmettendomi la sua impazienza e quando mi vede uscire da casa con zaino e fucile in spalla, fa i salti di gioia come un bambino che sa di dover andare al parco giochi. E’ talmente euforico che spesso non mi da nemmeno il tempo di aprire il trasportino.
Io e il mio amico con la coda siamo cresciuti insieme. Ora è adulto e alcuni atteggiamenti sono cambiati ma il suo entusiasmo è rimasto lo stesso di quando era cucciolo.
Passano gli anni e i riflessi non sono più gli stessi. Non lo trovo più pronto e ansimante al cancelletto del giardino e spesso lo debbo andare a svegliar in cuccia dal suo sonno profondo. Non fa più il balzo per salire nel trasportino e ha bisogno di essere aiutato come si aiuta un vecchio ad attraversare la strada o a portare la spesa.
A caccia fa ciò che riesce a fare con le sue poche forze e l’autonomia il più delle volte è ridotta al punto che si valuta prima se portarlo o meno. Non è assolutamente un problema perché nel frattempo, il mio amico ha insegnato il suo immenso sapere ad un giovane cucciolo che lo segue dapprima per semplice curiosità e poi con crescente consapevolezza. Il testimone è ormai passato di mano. Dobbiamo farcene una ragione fino al giorno in cui andando alla sua cuccia per svegliarlo dal consueto sonno profondo, ci accorgiamo che lui è già partito e questa volta per sempre.
Il cuore ti batte all’impazzata, ti scende una lacrima e in un solo momento nella tua testa scorrono tutte le emozioni vissute insieme. Pensi di non farcela ad andare avanti senza il tuo amico con la coda ma poi rifletti e ti accorgi che un amico per il futuro lo hai già ed è il cucciolo che hai saggiamente affiancato al vecchietto.
Un vero cacciatore non può fare a meno di un amico con la coda.