Sull’utilità di questo prezioso dispositivo di sicurezza ne abbiamo già parlato in articoli e video e non ci stanchiamo mai di ripetere quanto determinante sia il suo utilizzo per la salvaguardia degli ausiliari. Anche io, nella mia esperienza ho mostrato scetticismo, osservato cani in azione vestiti di tutto punto, apprezzato l’efficacia e ho piegato le mie convinzioni a una religione di cui oggi non faccio più a meno.
Come per i collari satellitari, altro dispositivo in passato allontanato per diffidenza e retaggio culturale, i giubbotti hanno ormai convinto e conquistato tutti. Proteggere i propri cani non è solo un prezioso gesto di cura del cane, ma una mirata e accettabile strategia di conservazione della sua salute al fine di non dover rinunciare al loro contributo perché feriti o peggio, persi in battaglia. In un attacco da cinghiale, la protezione che offrono limita i danni alle parti fortunatamente meno sensibili e, a parte qualche evento sfortunato, limita l’aggressione a cicatrici di guerra e quasi mai danni permanenti. I giubbotti non sono una barriera assoluta che elimina totalmente il rischio di morte del cane, ben inteso, le vicissitudini e le casualità sono così tante da non poterne annoverare tutte le casistiche. Tuttavia in una scala di rischio, l’utilizzo delle corazze, limita la percentuale di morte o di ferimento grave del cane a un valore sostenibile. Non è trascurabile anche l’aspetto sociale del giubbotto. Una squadra con molti cani a disposizione e che condivide il rimborso delle spese veterinarie, vede ridursi vertiginosamente i conti di fine anno, con costi che spesso sono ampiamente abbattuti e fanno dimenticare i salassi delle stagioni precedenti. Il costo di un giubbotto si ammortizza anche in una sola cacciata, se riuscite a immaginare quanti danni potrebbe provocare un cinghiale ferito o particolarmente aggressivo. È facile accumulare migliaia di euro di interventi veterinari che potrebbero invece essere eliminati o ridotti sensibilmente a vantaggio di una vita economica di squadra sicuramente più gradita a tutti.
Caratteristiche dei giubbotti antizanna
Quali sono dunque le caratteristiche che apprezziamo in un giubbotto e con la quale dobbiamo fare i conti per la migliore scelta. Sono tante in effetti, tutte testate sulla lunga esperienza, spesso celebrate, spesso maledette, eppure tutte caratteristiche che in un modo o nell’altra restano sempre sotto un vantaggio assoluto, quello del cane che resta tutelato in condizioni di aggressione estrema da parte dei cinghiali. Vediamone alcune insieme:
Robustezza: il giubbotto deve essere assolutamente robusto, resistente e rappresentare una barriera inattaccabile per le zanne, spesso affilate come pugnali, dei cinghiali. Non deve forarsi, pertanto deve avere più strati realizzati con cura e con i migliori materiali in commercio.
Elementi tecnici: cuciture, zip, strep, cinghie, fibbie, passanti, borchie, asole. Sono tutti elementi che costruiscono il progetto generale del giubbotto e devono garantire durabilità all’usura e resistenza in condizioni estreme.
Morbidezza: il prodotto deve essere robusto eppure conservare una certa morbidezza dei tessuti per rendere il movimento del cane, che si articola in flessione e rilascio del dorso, distensione e contrazione degli arti, rotazione e oscillazione del collo, il più libero e agevole possibile.
Vestibilità: il giubbotto deve aderire bene al corpo del cane. Le razze e le taglie differiscono moltissimo, così come spesso anche i soggetti singoli in una stessa muta, la vestibilità offre una maggiore sopportazione della corazza da parte del cane e una protezione ideale.
Protezione: la superficie protetta dovrebbe essere la più ampia possibile, senza lasciare organi o parti sensibili scoperte. A volte però l’eccessiva protezione può essere troppo costrittiva e se il giubbotto non è ben progettato può logorare la pelle del cane con escoriazioni anche profonde.
Praticità: la praticità è legata direttamente al design del prodotto. Vestire quindici segugi con giubbotti particolarmente articolati è un’operazione piuttosto lunga e faticosa resa anche più ostica dal freddo invernale che congela i polpastrelli. Poche ed essenziali azioni per la vestizione sono sempre consigliate.
Asciugatura: nelle giornate di pioggia o durante il guado di fiumi o fossi, i giubbotti raccolgono acqua, vale per i cani come vale per noi, il peso spesso aumenta, spesso anche di qualche chilogrammo. Il cane a lavoro sente relativamente la fatica, anche se sul lungo corso trasportare un peso superiore al proprio è sempre un’azione faticosa. La fine della giornata, spesso conclusa a tarda ora, segna anche l’inizio di quella successiva, in cui i collari si ripongono in carica, il fucile si asciuga per non creare ruggine sulla canna e i giubbotti devono essere pronti per la mattina successiva. I materiali devono agevolare l’asciugatura con la consapevolezza che, qualunque sia il prodotto, servirà uno spazio con una fonte di riscaldamento per stendere “il bucato”.
Manutenzione: Il bosco, specie in alcune aree del nostro paese, è terribilmente fitto. Pruni, rovi, arbusti, senza calcolare le decine di “pugnalate” dei cinghiali, provocano il logoramento dei giubbotti. Usura e buchi, squarci, pressioni che strappano alcune parti o rompono alcuni elementi, sono quasi all’ordine del giorno. Poter intervenire con facilità nella riparazione, o avere l’azienda produttrice che offre un servizio di “restoring” del prodotto è determinante. Non c’è giubbotto che sottoposto alla caccia al cinghiale resista più di tanto, prima o poi necessita di interventi professionali per renderlo sempre utilizzabile.
Durata: quanto dovrebbe durare un giubbotto antizanna? E già, è un dispositivo estremamente utile, ma del quale un canaio non può certo pensare a sostituzioni frequenti. La durante è importante e, anche se malconci come i miei, i giubbotti debbono poter dare la loro utilità per diverse stagioni. Non si può chiedere certo l’immortalità a un prodotto sottoposto a cosi tanto stress e inoltre, come detto sopra, il suo valore è presto ammortizzato, ma la sua durata deve essere il più possibile lunga e offrire al canaio l’opportunità di aggiornarne pian piano uno o due a stagione offrendo cosi un ricambio sostenibile.
Costo: e siamo dunque al costo. Quanto deve costare un giubbotto antizanna? Lasciamo come assunto due idee: primo, salvare la vita al nostro cane non ha prezzo. Secondo, dove il giubbotto ci evita un paio di visite “leggere” dal veterinario si è già completamente ripagato. Il costo, fermo restando questi assunti, dovrebbe attestarsi possibilmente tra i 150€ e i 180€ (incrementi delle materie prime permettendo), un costo importante ma giustificato dai materiali e dalle lavorazioni e che rende possibile un approccio progressivo, pezzo dopo pezzo, per tutti i cacciatori.
Ho avuto la fortuna di poter testare almeno 5 prodotti diversi. Quelli in commercio offrono tutti delle buone prestazioni, ognuno a suo modo contribuisce alla salvaguardia del cane e in relazione alle scelte aziendali, offre una soluzione tecnicamente e stilisticamente diversa. Vediamo in questo caso le caratteristiche dimostrate sul campo dal modello FPJ elaborato e distribuito dalla C&C Hunting.