I cacciatori di fine '800 che frequentavano la Bretagna per la caccia alle beccacce, già descrivevano un piccolo cane della zona come intrepido, gran cercatore e battitore di lepri, fermatore intelligente della selvaggina da penna ed instancabile.
Parlavano dell'Épagnuel Breton.
Si ritiene che la razza sia stata formata da cani di origine spagnola in cui si innestò sangue setter.
Di certo c'è che la sua terra natale, la Bretagna appunto, con i suoi territori estremamente vari, boschivi e paludosi hanno determinato l'indole di questo cane, facendone un cacciatore rustico e adattabile a qualsiasi terreno.
In realtà non pochi sforzi sono stati compiuti nel tempo dagli allevatori al fine di selezionare una razza di cani da caccia completi, abili cercatori e solidi fermatori, come forse non erano agli inizi per la loro grande passione per la lepre che li portava poi a forzare la ferma in altre situazioni, sugli altri selvatici.
La sua attitudine naturale al riporto invece, anche dall'acqua, lo ha sempre contraddistinto come un cane formidabile in quest'azione.
Lo standard di razza che oggi abbiamo è quello di un cane completo, non solo bello esteticamente, ma un cacciatore brillante, con grandi doti in tutte le fasi di lavoro.
Il piccolo breton infatti oltre ad essere un buon fermatore, riesce con successo a penetrare macchie, forzare fitti roveti, battere la boscaglia dove la modesta statura diventa una caratteristica privilegiata. Non a caso i francesi lo considerano il migliore ausiliare da beccacce, ma anche in Italia conta moltissimi estimatori sia per questa caccia specialistica, ma anche per impieghi più generici alla stanziale o alla piccola migratoria, dove si sfrutta la sua cerca energica ed il riporto sempre impeccabile.
Con il suo galoppo brioso ed instancabile, il breton riesce infatti incrociando rapidamente ad esplorare anche gli angoli più reconditi in cui un selvatico può nascondersi, così come dovrebbe fare ogni buon continentale.
A differenza degli inglesi, la cui cerca è ampia ed estesa, qui abbiamo un raggio d'azione minore, ma perlustrato con metodo e minuziosità, difficilmente si assiste al “salto” di un selvatico nella zona battuta.
Raccolto, compatto, con un'altezza al garrese di massimo 51 cm, dotato di arti robusti, un buon breton non può presentare un aspetto di gracilità, è figlio di una terra aspra che richiede un cane resistente che tuttavia non manca di eleganza.
Caratteristico l'aspetto della testa in cui la lunghezza del muso deve essere secondo lo standard un terzo di quella totale del cranio. Il labbro è scarso e la cresta occipitale marcata, il tartufo grosso e rotondo con narici molto aperte, presenta il colore della tinta più scura del mantello. Le orecchie sono alte, lievemente frangiate ed incorniciano due occhi sempre vivi ed espressivi.
Il tronco è forte ed il torace ampio e ben disceso.
La coda per il lavoro che svolge è bene che sia molto corta, in molti soggetti non esiste neppure. Il mantello leggermente ondulato e moderatamente sottile presenta un'ampia varietà di colori e combinazioni. Le più tipiche sono il bianco e arancio, il bianco e marrone e il bianco e nero, ma a queste si aggiungono le mescolanze dei tre colori e i roani. Spalla, braccio e posteriori sono giustamente angolati, ma mai eccessivamente, perchè in questo caso non si potrebbe avere il caratteristico galoppo rimbalzante del breton, che invece diventerebbe radente come quello del setter inglese.
Questa sua andatura tipica è scattante e composta insieme, un rapido susseguirsi di falcate raccolte.
Un cane con queste caratteristiche riesce facilmente a conquistare l'ammirazione di tutti, perchè riesce subito a presentarsi come un “piccolo calibro” in forma canina, piccolo appunto ma letale, con tutte le caratteristiche di un grande cacciatore in formato ridotto, che si adatta benissimo negli appartamenti e alla vita cittadina.
Veniamo ora al carattere dell'épagneul breton, croce e delizia di questa razza.
Se infatti la sua indole esuberante e gioiosa lo rende un ottimo compagno nella maggior parte delle situazioni a caccia e non, la sua estrema forse eccessiva sensibilità può complicare a volte le cose.
Mi spiego meglio. Cacciando con un breton, si può star certi di avere al proprio fianco un cane obbediente ed intelligente, a volte può sorprendere nell'eseguire in anticipo qualcosa che avremmo voluto chiedergli, ma se lo si rimprovera per un qualsiasi motivo, occorre non poca cautela nel farlo.
Potremmo senza cattiveria definirlo un tipo un pò permaloso, quindi consiglio vivamente soprattutto in fase di addestramento di prestare molta attenzione al temperamento, che magari cambia da soggetto a soggetto, ma in linea di massima è estremamente sensibile e le maniere “forti” o le coercizioni si rivelano quasi sempre controproducenti.
Mi è capitato personalmente di assistere alla fine anticipata di una cacciata per un richiamo un po' più sostenuto del solito al cane che, offeso, ha smesso di cercare mettendosi alle spalle del padrone senza possibilità di riappacificazione per quel giorno. Altre volte con soggetti un po' più elastici può bastare una carezza per farsi perdonare e ricominciare serenamente a cacciare. D'altronde forse anche tra i cani, nessuno è perfetto!