Quello di novembre 2016 è un numero de La Gazzetta della Cinofilia con un tema ben preciso: la montagna. Di vetta in vetta tutto il comprensorio alpino è stato scandagliato dal potente olfatto dei cani specialisti per un resoconto davvero interessante sulla ricchezza faunistica del nostro Paese e sullo stato delle razze inglesi impegnate in questo importante circuito di prove che fanno capo al blasonato Trofeo Saladini Pilastri.
Da metà agosto a metà settembre è il periodo delle prove specialistiche su selvaggina tipica di montagna, principalmente coturnici e galli forcelli. Un importante trofeo raggruppa le principali prove che si svolgono nelle località più densamente popolate da questa nobile selvaggina. È per l’appunto il Trofeo Saladini Pilastri che comprende tutto un circuito che dal mare (Imperia e le sue Alpi Marittime) si sviluppa lungo tutto l’arco alpino fino ad arrivare alle Carnie, al confine con Slovenia ed Austria.
È una cinofilia molto particolare, affascinante e coinvolgente, ma anche estremamente dura e selettiva: la montagna non è luogo per tutti, non solo perché deve piacere, ma anche perché bisogna conoscerla e soprattutto avere i mezzi fisici e psichici per poterla affrontare.
E dall’Italia non ci spostiamo nemmeno quando passiamo ad altra disciplina: la caccia in pianura. Uno speciale sulle prove dell’Emilia e della Romagna racconta la bella realtà di queste zone protagoniste nei mesi estivi di una moltitudine di prove dall’alto valore zootecnico e aggregativo. Questa è una terra ridente, non solo perché fortunata, con ancora delle belle realtà di interesse cinofilo, ma perché qui la generosità e lo spirito dei Gruppi cinofili riesce a compiere la magia dell’aggregazione e della condivisione degli obiettivi più importanti. Nel panorama spesso problematico della cinofilia nostrana, l'Emilia Romagna, con i suoi 10 Gruppi cinofili disseminati geograficamente da Piacenza a Rimini, rappresenta un esempio ammirevole di impegno, tradizioni e valori.
E questo grazie a un territorio generoso di risorse ambientali e faunistiche, ma grazie anche, e in larga misura, a quella straordinaria disposizione alla cooperazione che, insieme al carattere gioviale ed estroverso, distingue gli uomini di questa regione.
La zone utilizzate per le prove hanno confermato la loro valenza: in Emilia, quelle golenali del Nure e del Trebbia, le pianeggianti ZRC di Parma e Nonantola, le collinari di Reggio e Sassuolo hanno garantito una variabilità di ambiente e una presenza di selvaggina più che adeguata. In Romagna sempre bella la riserva di Castel San Pietro, ma quest'anno le vere sorprese sono state le basse del Mezzano e i duri saliscendi di Piandispino.
Questo spiega il segreto dei successi organizzativi e degli importanti risultati tecnici ottenuti nelle manifestazioni dell'estate appena conclusa: Trofeo del Passatore, Trofeo Mezzano e Trofeo Piersante.
A margine di questi due grandi servizi, tante prove e tanti approfondimenti, stimolo e spunto per riflessioni.
Trofeo Saladini Pilastri 2016: viaggio su Marte
Il circuito del Trofeo Saladini Pilastri era iniziato a gennaio con le prove su coturnici in Abruzzo, dopo oltre venti prove su tutto l’arco alpino che dalle Alpi Marittime di Imperia va fino a quelle Carniche di Udine, si conclude il 18 settembre su quegli stessi terreni da cui è partito. Il percorso può essere paragonato a un viaggio su Marte, perché quello delle prove in montagna è davvero un altro pianeta: tutti quelli che passano per queste prove, ne rimangono affascinati. I saladiniani sono i marziani della cinofilia, appassionati anomali, gentili, amichevoli, mai violenti, sorridenti, si esprimo con un linguaggio colorito, si nutrono di strane barrette o di bacche che trovano sul sentiero, amano il loro cane quanto la mamma e non temono la fatica. Sono generosi e agiscono soprattutto seguendo il cuore.
La cinofilia di montagna: la scienza al servizio della selezione
Su La Gazzetta della Cinofilia novembre 2016 ecco presentata un’analisi del lavoro dei cani da ferma in montagna condotto con rigoroso metodo scientifico, per analizzare il risultato di un censimento di selvaggina e verificare quanta parte, in termini di lavoro, sia dovuta all'apporto di un ausiliare. Attraverso l'impiego di tecnologie innovative sono stati raccolti dati quantificabili che possono essere comparati alle valutazioni soggettive scaturite dalla semplice osservazione.